Ovaio policistico: come può aiutare l’alimentazione?

Ovaio policistico: come può aiutare l’alimentazione?

Editato da: Marta Buonomano il 20/09/2021

Un aiuto alla sindrome dell'ovaio policistico può venire da un adeguato regime dell'alimentazione. Come ci spiega il nostro esperto in Ginecologia a Roma, il Prof. Claudio Manna, l'assunzione di carboidrati ad alto indice glicemico produce, infatti, moltissima insulina che porta all’iperstimolazione dei tessuti insulino-dipendenti, in particolare il tessuto adiposo

Che cos’è l’ovaio policistico?

L’ovaio policistico è una condizione che rappresenta la più comune causa di infertilità anaovulatoria e si associa con frequenza ad alterazioni metaboliche come l’insulino-resistenza e la conseguente iperinsulinemia, ossia l’eccessiva produzione dell’insulina da parte del pancreas.

ragazza con cesta della spesa con frutta e verduraOvaio policistico: come evitare l’iperinsulinemia?

Un modo per limitare l’eccessiva produzione di insulina è quello di mangiare alimenti con basso indice glicemico e che quindi non inducano il pancreas a liberare quantità eccessive di questo ormone (insulina).

Dopo l'assunzione di carboidrati ad alto indice glicemico, viene infatti prodotta moltissima insulina che porta all’iperstimolazione dei tessuti insulino-dipendenti, in particolare il tessuto adiposo.

Prof. Manna, può farci degli esempi di alimenti a basso indice glicemico?

Gli alimenti a basso indice glicemico sono cereali integrali e derivati (in particolar modo crusca d’orzo e avena), frutta e verdura (in particolare frutta secca, ribes, mirtilli e lamponi, spinaci, scalogno, indivia e germogli), pasta al dente, latticini (yogurt, latte intero, formaggi freschi, ricotta, ecc).

Quali sono invece gli alimenti che dovremmo evitare?

Gli alimenti ad alto indice glicemico invece sono tutti quelli facilmente assimilabili: principalmente birra, zucchero, patate sotto ogni forma, carote (cotte), pane molto raffinato, pane in cassetta, rapa (cotta), riso in ogni forma (soffiato, gallette di riso, ecc), sedano rapa, anguria, melone, cocomero, cialda/wafer; latte (con zucchero) e zucca (di vario tipo).

I punti chiave dell’indice glicemico

Bisogna tener presente dei punti chiave in riferimento all’indice glicemico:

  1. donna che cucinaL’aggiunta di grassi ad un alimento diminuisce l’indice glicemico perché i grassi rallentano la digestione e quindi l’assimilazione dell’alimento. Infatti il latte intero ha un indice glicemico molto più basso di quello scremato. Ovviamente sono da preferire grassi più salutari, di origine vegetale (olio d’oliva o olio di lino), dal pesce (salmone, sgombri, acciughe ecc.) o direttamente dall’olio di pesce.
  2. Un pasto che contenga più del 55% di calorie giornaliere derivanti da carboidrati causa un forte rilascio di insulina, quindi il rilascio di insulina non dipende solo dall’indice glicemico dell’alimento ma anche dalla quantità di carboidrati ingeriti.
  3. Le fibre fanno diminuire l’indice glicemico, quindi bisogna favorire cereali integrali o una pasta con le verdure a cerali raffinati o ad una pasta al sugo.

La sola alimentazione non basta!

Bisogna tenere presente che ad un’alimentazione ipoglicemica bisogna associare una moderata attività fisica giornaliera, che stimoli i tessuti, soprattutto i muscoli, a consumare in maniera adeguata gli zuccheri, rispondendo efficientemente al rilascio insulinico.

 

Se desideri visualizzare le videointerviste del Prof. Manna, visita il suo canale YouTube!

Ginecologia e Ostetricia a Roma