Pancreatite: diagnosi e trattamento

Pancreatite: diagnosi e trattamento

Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

La pancreatite presenta molteplici cause, alcune di origine ignota, e colpisce un buon numero di persone: la variante acuta, difatti, colpisce 50 persone su 100.000. Occorre riconoscerne i sintomi per poterla affrontare grazie all’aiuto di uno specialista, come il Dott. Gabriele Capurso, esperto in Gastroenterologia a Roma

Cos’è la pancreatite: differenze tra acuta e cronica

Per pancreatite si intende un processo infiammatorio del pancreas. Ci sono grosse differenze tra quella acuta e quella cronica. La pancreatite acuta è un’infiammazione acuta del pancreas che interessa anche gli organi più o meno adiacenti. Circa 50 persone su 100.000 all’anno manifestano questa patologia ed è molto frequente riscontrarla nei pazienti che si presentano al Pronto Soccorso per motivi gastroenterologici. La pancreatite acuta si presenta con dolore addominale sopra l’ombelico (quadranti superiori), può espandersi fino alla schiena (a volte viene descritto come “dolore a cintura”) e può affiancarsi ad altri sintomi come febbre, vomito e nausea. La pancreatite cronica, invece, è un’infiammazione progressiva del pancreas con fibrosi ed irreversibili alterazioni morfologiche. Questo tipo di infiammazione provoca dolore addominale e può ridurre la funzione esocrina (digestiva) ed endocrina (metabolismo degli zuccheri) del pancreas. 

 

Quali sono le cause della pancreatite?

La causa più frequente della pancreatite acuta in Italia è rappresentata dai calcoli biliari (40-70%) e dall'uso di alcol (25-35%). Altre cause, poco frequenti, possono essere l’uso di farmaci tossici (2%) o di droghe (THC), alti valori di calcio o trigliceridi nel sangue, traumi, recenti infezioni virali, cisti che producono muco o lesioni di tipo tumorale al pancreas, mutazioni genetiche, interventi chirurgici sulle vie biliari o sul pancreas. Il 10% circa delle pancreatiti acute, però, non permettono di identificarne la causa e vengono quindi definite pancreatiti acute idiopatiche. Per quanto riguarda la pancreatite cronica, i maggiori fattori di rischio sono l’alcol ed il fumo. Questa pancreatite si può manifestare dopo varie pancreatiti acute, in seguito ad un episodio di pancreatite acuta rilevante, a causa di ostruzioni o di variazioni anatomiche che costituiscono un ostacolo per il passaggio del succo pancreatico (ostruzione duttale causata da lesioni, pancreas divisum). Raramente, invece, le cause possono essere genetiche o ereditarie (mutazione dei geni SPINK1, PRSS1, CFTR).

 

Come viene diagnosticata la pancreatite?

La pancreatite acuta viene diagnosticata spesso in Pronto Soccorso, dopo aver riscontrato almeno due tra questi sintomi:

  • dolore tipico 
  • incremento dei valori del sangue di amilasi o lipasi che sia almeno 3 volte superiore il limite del range di normalità
  • esame radiologico che sia confidente (ad es. pancreas ingrossato per edema, disomogeneo, edema del grasso peripancreatico ecc.)

Dunque un aumento degli enzimi pancreatici di poco conto, in assenza di sintomi e di alterazioni radiologiche non fa diagnosi di pancreatite. I sintomi della pancreatite cronica in alcune fasi iniziali possono essere poco chiari. Oltre al dolore pancreatico, che è quasi sempre presente nel corso della malattia, spesso sono presenti diarrea, gonfiore e perdita di peso. Questi sintomi sono causati dalla riduzione della funzione esocrina del pancreas che avviene quando il parenchima pancreatico è molto danneggiato. Il PEI (Insufficienza Esocrina Pancreatica) consiste nella riduzione della sintesi degli enzimi del pancreas che provocano alterazioni della digestione e malassorbimento delle sostanze nutrienti causando quindi un deficit nutrizionale e malnutrizione. Questo può comportare complicanze come l’osteoporosi. Quando la pancreatite cronica raggiunge la fase avanzata costituisce un rischio per lo sviluppo di un adenocarcinoma del pancreas.

 

Trattamento della pancreatite: terapia farmacologica o chirurgica?

La pancreatite acuta si tratta durante il ricovero, inizialmente solo con digiuno limitato alle prime ore ed infusione di liquidi endovena. In genere non sono necessarie terapie ulteriori, se non poi la rimozione della causa dell’episodio acuto (in presenza di calcoli della colecisti si opta per la colecistectomia). È quindi fondamentale individuare le cause della pancreatite acuta. Nei casi di pancreatite acuta severa il ricovero può essere molto lungo, richiedere interventi medici, endoscopici, radiologici e chirurgici complessi, con un rischio significativo di mortalità. La terapia della pancreatite cronica consiste nel limitarne i sintomi come il dolore, e nel sostituire la funzione pancreatica compromessa. Dal punto di vista clinico l’insufficienza pancreatica esocrina si presenta con calo ponderale, steatorrea (perdita di grassi nelle feci) e deficit nei parametri nutrizionali. L’insufficienza pancreatica endocrina, invece, può provocare diabete, che andrà trattato con terapia adeguata. Pertanto per il deficit della funzione pancreatica escorina si consiglia una terapia sostitutiva con enzimi pancreatici. Per ridurre il dolore, invece, sono utili dei trattamenti endoscopici e se necessario chirurgici, oltre all’uso di farmaci.

 

Pancreatite ed alimentazione

In realtà la dieta non è il fattore principale che causa o determina la progressione del danno pancreatico. Fumo ed alcol possono provocare sia la forma acuta che quella cronica e poi determinare la loro progressione. Una dieta ricca di grassi si associa verosimilmente al rischio di pancreatite acuta perché causa calcoli della colecisti o l’aumento dei trigliceridi. In ogni caso, i pazienti con pancreatite acuta o i suoi postumi e con pancreatite cronica devono essere attentamente seguiti da uno specialista in malattie del pancreas per monitorare l’andamento della malattia con prelievi, esami radiologici e per indicazioni terapeutiche e sulla dieta.

 

Editor: Valerio Bellio

Gastroenterologia a Roma