Perché la chirurgia è il trattamento di scelta per il tumore al polmone?

Perché la chirurgia è il trattamento di scelta per il tumore al polmone?

Editato da: Giulia Boccoli il 13/04/2024

Fino a 10 anni fa l’unica tecnica chirurgica disponibile per la rimozione del tumore al polmone era quella open, ma oggi, grazie alle tecniche mininvasive, si possono operare anche pazienti non candidabili alla chirurgia tradizionale. Ce ne parla il Dott. Mercadante, esperto in Chirurgia Toracica a Roma

Dalla diagnosi alla scelta del trattamento

Quando si scopre di avere il tumore al polmone è sempre necessario eseguire una biopsia per verificare il tipo istologico del cancro di cui si è affetti e individuare così la terapia più appropriata per trattarlo. Di fronte ad una neoplasia polmonare localizzata, la terapia di scelta è l’intervento chirurgico: i polmoni sono divisi in lobi e la chirurgia prevede l’asportazione del lobo che contiene il tumore. Tale procedura è conosciuta come lobectomia e deve essere associata all’asportazione di tutti i linfonodi del mediastino, la zona centrale tra i due polmoni dove è contenuto anche il cuore.

Tutti i pazienti si possono sottoporre all’intervento chirurgico?

Molti pazienti affetti da tumore al polmone si presentano all’osservazione medica quando la malattia è già metastatica o localmente avanzata, il che vuol dire che non si possono sottoporre, almeno in prima fase, all’intervento chirurgico. Di fronte a questi quadri clinici si può optare per aggredire il tumore con la chemioterapia o la radioterapia, che possono ridurre le cellule cancerogene rendendo possibile in seconda battuta l’intervento chirurgico. Oggi sono disponibili anche altre terapie più innovative ed efficaci, che stanno migliorando l’aspettativa di vita dei pazienti e fortificando la loro lotta contro il cancro: stiamo parlando delle terapie biologiche e l’immunoterapia.

In cosa consiste l’intervento chirurgico?

Fino a 10 anni fa l’unica tecnica chirurgica disponibile per la rimozione del tumore al polmone era quella “open”, effettuata mediante l’apertura del torace e la sezione di una costola, mentre ad oggi è possibile praticare lo stesso intervento in chirurgia mininvasiva. La toracoscopia è una metodologia endoscopica grazie alla quale si entra nel cavo pleurico per mezzo di una videocamera, permettendo al chirurgo di rimuovere il tumore senza dover effettuare grandi incisioni. Tale tecnica è conosciuta come la VATS (Video Assisted Thoracic Surgery), ed è praticata solo in pochi centri specializzati. Ulteriore miglioramento di questa tecnica diventata la nuova frontiera della chirurgia toracica, è la sua esecuzione mediante chirurgia robotica (RATS- Robotic Assisted Thoracic Surgery).

Quali sono i rischi della tecnica mininvasiva?

Il rischio maggiore della tecnica mininvasiva è legato alla zona in cui si opera. La chirurgia toracica è di per sé pericolosa, dato che agisce sui grossi vasi che escono dal cuore, rendendo potenzialmente mortali le eventuali emorragie intra e post-operatorie. In tal senso è più semplice effettuare un intervento di rimozione del tumore al polmone in chirurgia tradizionale che mediante la tecnica mininvasiva in quanto la VATS richiede una grande abilità da parte del chirurgo che la effettua. Inoltre, dato che l’86% dei pazienti affetti da cancro al polmone sono fumatori, il loro quadro clinico è ulteriormente aggravato da cardiopatie, vasculopatie e bronchiti croniche, e starà quindi al chirurgo capire se il risultato dell’intervento in chirurgia mininvasiva possa essere oncologicamente valido tanto quanto quello che otterrebbe con la chirurgia open.

I vantaggi per il paziente

L’intervento mininvasivo per il tumore del polmone presenta numerosi vantaggi per il paziente. Questa procedura è meno traumatica, offre un recupero più rapido e garantisce un danno minore sul polmone residuo, rendendo più semplice e rapido il ritorno alle attività quotidiane o alle terapie adiuvanti. Inoltre, grazie alla tecnica mininvasiva è stato possibile ampliare il panorama dei soggetti candidabili all’intervento: oggi, grazie al minor trauma chirurgico, anche un paziente anziano cardiopatico si può sottoporre alla chirurgia, cosa impossibile da pensare fino a 10 anni fa.

Chirurgia Toracica a Roma