Protesi peniene: la soluzione alle disfunzioni sessuali

Protesi peniene: la soluzione alle disfunzioni sessuali

Editato da: Veronica Renzi il 13/04/2023

Quali sono le opzioni quando si parla di protesi peniene? Comportano cambi nello stile di vita dell’uomo? Risponde alle nostre domande il Dott. Edoardo Pescatori, esperto in Urologia a Parma

Che cos’è una protesi peniena?

La protesi peniena è un dispositivo che permette il ripristino di una funzione fondamentale per l’uomo: la funzione erettile.

In tal senso è l’analogo della protesi di anca per riprendere a camminare o delle protesi dentali per riprendere a masticare correttamente. Esistono due principali tipi di protesi peniene: quelle idrauliche e quelle non idrauliche. Le protesi idrauliche sono costituite da tre elementi: due cilindri che si inseriscono nelle due camere dell’erezione del pene (i “corpi cavernosi”), un dispositivo di controllo posizionato dentro lo scroto, e un serbatoio di liquido, posto internamente al corpo, generalmente dietro l’osso pubico. I tre elementi sono collegati e costituiscono un circuito chiuso dove a comando del liquido inerte (soluzione fisiologica, cioè “acqua”) viene spostato dal serbatoio ai cilindri riproducendo l’erezione, e viceversa, riproducendo la flaccidità. La protesi idraulica con tutti i suoi elementi è posizionata all’interno del corpo di maniera che non rimanga nulla visibile esternamente e non si possa sospettare la presenza della stessa. La protesi, inoltre, non impedisce la funzione eiaculatoria e non altera l’aspetto del pene né durante l’erezione né a riposo. La protesi idraulica è il trattamento per la disfunzione erettile che in assoluto produce il più alto grado di soddisfazione sia per l’uomo che per la partner. Le protesi non idrauliche non variano di consistenza tra erezione e flaccidità e determinano una erezione parziale continua.

Quali patologie rendono necessario l’impiego di una protesi peniena?

La protesi peniena è indicata principalmente nei casi di grave difficoltà di erezione, che non rispondono più a farmaci per bocca o ad iniezioni dirette nel pene; tipiche situazioni sono il deficit erettile nel diabete di lunga durata, e negli esiti interventi di radicali per tumori di vescica, alla prostata o al retto. Una ulteriore indicazione alla protesi è costituita da casi di severa curvatura del pene (malattia di La Peyronie) che determina deformazione del pene e/o difficoltà di rigidità. In alcuni casi uomini pur rispondendo a farmaci per l’erezione preferiscono la protesi per recuperare la spontaneità del rapporto (cioè per evitare di prendere il farmaco in anticipo rispetto ad un rapporto pianificato).

Quale intervento si utilizza per impiantare una protesi peniena?

Due sono gli accessi classici per inserire la protesi: quello peno-scrotale (più sicuro nel rispettare le vie nervose che trasportano la sensibilità) e quello sovrapubico, da alcuni definito “mini-invasivo”.

Esistono controindicazioni all’impianto di una protesi peniena?

La principale condizione che richiede cautela alla indicazione ad intervento con protesi è la presenza di diabete in cattivo controllo metabolico. Quando il controllo glicemico del diabete viene però ristabilito, il paziente può essere sottoposto a intervento di inserimento di protesi nel pene.

Urologia a Reggio Emilia