Raggiungere l’autorealizzazione ed essere felice
L’autorealizzazione è oggi una delle più significative priorità fra le aspirazioni che le donne e gli uomini del nostro tempo privilegiano nell’arco della propria vita. Ce lo spiega la Dott.ssa Valeria Perucca, esperta in Psicologia a Milano
Quando l’uomo raggiunge l’autorealizzazione?
Quanto l’autorealizzazione in realtà rappresenti non è solo soggettivo, ma mutevole con il variare dell’età e delle esperienze che si accumulano. Nuove esigenze spingono ad abbandonare abitudini o situazioni a favore di ulteriori istanze lavorative, affettive, familiari, interiori ed esistenziali.
Questo processo maturativo, che tende a diversificare interessi e relazioni, ad evolvere ed armonizzare sia le componenti della propria personalità, che le competenze conseguite, nel selezionare e consolidare ciò che via via determina valore imprescindibile per la propria esistenza e per chi amiamo, non è semplice, né rapido, né privo di ostacoli.
Perché non si raggiunge la felicità?
Perdite, conflitti, malattie, lutti, fallimenti, disoccupazione, incertezza di esiti, attese indefinite, impotenza e impossibilità concreta a cambiamenti immediati e concreti, rendono vane le sicurezze su cui contavamo e che abbiamo alimentato con fatica, dedizione e le migliori energie.
D’improvviso sembra che il nostro equilibrio e la nostra stessa esistenza vada in frantumi. Il tratto perturbante e pericoloso della crisi è costituito dalla minaccia alla nostra identità precipitandosi nell’angoscia, nell’ansia paralizzante o un una depressione profonda che ci allontana da tutto e da tutti confinandoci in una resa incondizionata al destino avverso.
Quali sono i mezzi con cui la Psicologia Clinica può aiutare?
Nello smarrimento, nell’inquietudine, permeati da un dolore sordo, pervasivo e nascosto che ci debilita e ci impoverisce, sottraendosi desiderio e speranze, la Psicologia Clinica può aiutare a:
- Riorientare le nostre scelte;
- Evidenziare nuove possibilità;
- Riavvitare risorse;
- Rielaborare spiegazioni e soluzioni;
- Aprire una diversa prospettiva ad un orizzonte desolato e drammatico sempre nel rispetto della libertà e della volontà del soggetto.
Attraverso una relazione “riservata” ed estranea a ogni condizionamento, in grado di accogliere e svolgere il nucleo problematico, scatenante il disagio e i sintomi anche fortemente patologici, una nuova sicurezza in se stessi e un ritrovato senso di padronanza sulla propria vita, una pacificazione e una rivalutazione del proprio vissuto, possono essere conseguiti in tempi relativamente brevi e in termini consoni alla propria natura e ai propri personali convincimenti.
Un percorso terapeutico è un viaggio attraverso la propria vita verso ulteriori mete. Non è suggestione, né interferenza, ma semplicemente un passaggio verso una nuova consapevolezza, una profondità, una chiarezza che fanno di noi persone “nuove”, più forti e più libere.