Scoliosi nel bambino: una risposta alle domande più frequenti

Scoliosi nel bambino: una risposta alle domande più frequenti

Editato da: Jennifer Verta il 16/03/2023

Il nuoto non guarisce la scoliosi. Sfatiamo tutti i falsi miti di questa patologia con il Dott. Giovanni Martucci, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Bari

Che cos’è la scoliosi?

Con il termine scoliosi si intende una deformazione tridimensionale della colonna vertebrale caratterizzata da una curvatura e da una rotazione su se stessa. Nei soggetti colpiti dalla patologia l’anomalia è visibile tanto ad un esame obiettivo quanto ad un esame radiografico. Specialmente nei bambini è però fondamentale fare una distinzione tra atteggiamento scoliotico e scoliosi vera e propria.

Nell’atteggiamento la deviazione della colonna è autocorregibile, non vi sono alterazioni della struttura delle vertebre, spesso conseguenza di vari fattori come l’accorciamento di un arto inferiore, disturbi oculari, torcicollo, cattive abitudini posturali e simili. Nella scoliosi, invece, a causa della deformazione delle vertebre, la deviazione non è più correggibile ed è accompagnata sempre dalla presenza del gibbo costale o della salienza lombare, come conseguenza della rotazione.

La scoliosi si distingue in tre tipologie in base alla zona vertebrale colpita (scoliosi toracica, toraco-lombare e lombare) ed in base al numero di curve (scoliosi a curva unica, doppie o a 3 o più curve).

Da quale età può presentarsi la scoliosi?

La scoliosi può presentarsi a qualsiasi età: nel neonato, nell’infanzia e nell’adolescenza. La fascia d’età più colpita è certamente l’ultima, anche se le prime due sono quelle più a rischio di peggioramento nel tempo. Una diagnosi precoce ed un altrettanto rapido trattamento sono la chiave per avere risultati soddisfacenti.

Che fare se noto anomalie alla colonna di mio figlio?

Nel caso venissero notate alcune anomalie o deformazioni, i genitori devono rivolgersi prontamente al pediatra che, attraverso un’accurata visita obiettiva, sarà in grado di determinare la necessità di una radiografia e della consulenza dello specialista.

È pericoloso sottoporre mio figlio alle radiografie?

Come anticipato, al fine di produrre una diagnosi completa è necessario eseguire delle indagini radiologiche, che andranno ripetute ogni 6 mesi/1 anno per valutare eventuali peggioramenti. In occasione della prima visita si eseguiranno radiografie in posizione eretta, sia di fronte che di lato.

Nei mesi successivi andranno eseguite radiografie solo frontali o laterali, in base al fatto che si tratti di scoliosi o cifosi, con l’intento di limitare al massimo l’esposizione alle radiazioni. A tale scopo esiste la tecnologia EOS, un dispositivo innovativo di imaging, che permette di conseguire un'immagine a grandezza naturale dell’intero sistema scheletrico in 3D, in breve tempo e minima esposizione ai raggi X. Un’alternativa, sempre per evitare i raggi X è inoltre costituita dal sistema Digitale Diretto.

La scoliosi si sviluppa davvero sui banchi di scuola?

È oggi ormai accertato che la scoliosi è ereditaria, ossia causata da anomalie genetiche, liberando così il campo da altre ipotesi quali posture sbagliate, zaini pesanti, banchi di scuola, materassi, sport asimmetrici etc. Uno zaino troppo pesante potrebbe causare al massimo un affaticamento della schiena in bambini gracili e l’impiego di trolley in alcune situazioni potrebbe risultare scomodo. In linea generale è consigliabile mantenere lo zaino simmetricamente sulle spalle ed appoggiarlo a terra se non si è in movimento.

Il nuoto risolve davvero la scoliosi?

Si tratta di un’altra leggenda. Per anni, infatti, moltissimi bambini sono stati obbligati a seguire corsi di nuoto, che avrebbero garantito la cura o la prevenzione della scoliosi. Benché il nuoto abbia moltissimi benefici per la salute, è ormai appurato che non ha assolutamente alcun beneficio nel trattamento della scoliosi. Al contrario, in caso di scoliosi in fase di monitoraggio evolutivo, il nuoto potrebbe essere dannoso per una sua azione molto mobilizzante. Non esiste, infine, alcun pericolo per il rachide associato con gli sport asimmetrici come la scherma o il tennis.

È possibile curare completamente la scoliosi?

Sfortunatamente no, una volta sviluppatesi le anomalie del rachide che portano alla scoliosi, i trattamenti disponibili offrono ottime soluzioni per sostenere la colonna ed impedire un’ulteriore progressione della patologia, ma ad oggi non esistono trattamenti per raddrizzare definitivamente il rachide.

Talvolta, nei casi in cui il trattamento inizi in età infantile è possibile ottenere dei guadagni stabili delle curve scoliotiche, con riduzione della deformità.

La scoliosi peggiora nel tempo?

Quando una scoliosi peggiora nel tempo si definisce evolutiva, ossia quando si aggrava in media di 1 grado al mese. Le scoliosi che superano i 20° in genere sono evolutive e necessitano di un trattamento con busti.

Come si cura una scoliosi?        

Un illustre Autore, Risser, aveva scritto: “La scoliosi deve essere diagnosticata da molti e curata da pochi”.

Molti specialisti sono in grado di riconoscere una scoliosi, ma pochi sono in grado di valutarne sempre la sua evolutività ed intervenire di conseguenza, evitando trattamenti superflui o tardivi.

In linea generale, comunque, le scoliosi fino a 20° si trattano con la kinesiterapia, quelle comprese fra 20° e 40° con i busti ortopedici, oltre i 40° è necessario il trattamento chirurgico.

Ortopedia e Traumatologia a Bari