Sindrome del tunnel carpale: facciamo chiarezza

Sindrome del tunnel carpale: facciamo chiarezza

Editato da: Serena Silvia Ponso il 28/04/2023

La sindrome del tunnel carpale è una patologia che colpisce maggiormente le donne e e chi effettua lavori manuali pesanti. Ad oggi si può trattare con un intervento e in base alle condizioni del paziente si risolve dando risultati immediati: ne parla il Dott. Enzo Massimo Caruso, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Milano

Che cos’è il tunnel carpale?

Il tunnel carpale è la compressione di un nervo del polso, il nervo mediano che provoca fastidiosi formicolii, e dolore a livello del polso e della mano.

Come distinguere la sindrome del tunnel carpale da altre patologie?

Il formicolio è l’elemento fondamentale nella distinzione con altre patologie. Il dolore durante i movimenti è un altro campanello d’allarme. Nelle tendiniti, per esempio, non si presenta il formicolio. Il disturbo del tunnel carpale è inoltre soprattutto notturno, con un sensazione simile a dolorosi spilli, e colpisce soprattutto il primo, secondo, terzo e metà del quarto dito della mano. 

Esistono alcuni lavori che predispongono all’insorgenza della malattia?

L’utilizzo del computer sicuramente aumenta la predisposizione alla patologia, ma non è l’unica. Esistono infatti molti altri lavori, come quelli manuali pesanti che favoriscono l’insorgenza della malattia. Le casalinghe posso esserne colpite, quindi i lavori domestici potrebbero essere predisponenti.

 

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Chi ne è più colpito?

Il tunnel carpale è più frequente nelle donne, che hanno un polso più piccolo e quindi più facilmente soggetto alla compressione del nervo. Ma ad incidere non sono solo fattori anatomici ma anche quelli ormonali, specialmente nel periodo pre-menopausa quando la mano può gonfiarsi ed è più frequente che si verifichi compressione sui nervi. Esiste inoltre un certa familiarità per questa patologia.

La chirurgia è l’unico trattamento possibile?

La chirurgia è il sicuramente l’unico trattamento definitivo per risolvere la patologia. Ci sono però alcuni trattamenti non-chirurgici che si possono utilizzare nelle fasi iniziali della patologia quando la situazione non è ancora completamente conclamata. I tutori, gli antinfiammatori e la modificazione delle abitudini possono essere d’aiuto ad evitare l’intervento chirurgico per un certo tempo.

In cosa consiste l’intervento chirurgico?

L’intervento chirurgico è eseguito in anestesia locale, non è molto doloroso, sia durante che dopo l’intervento. È un intervento con un recupero discretamente veloce e consiste nel liberare il nervo compresso attraverso un’incisione del legamento che è collocato al di sopra del nervo stesso. Si tratta quindi di un intervento che non comporta il posizionamento di materiale esterno, ma viene eseguito sulle parti molli del polso per liberare il nervo. L’intervento può essere effettuato su tutti i pazienti, tranne su pazienti che hanno condizioni generali tali da rendere impossibile qualsiasi altro intervento, ma ovviamente si tratta di casi molto rari.

La manualità dopo l’intervento è ristabilita completamente?

Dipende dalle condizioni in cui il nervo si trova, se il paziente ha aspettato molto tempo prima di sottoporsi all’intervento il nervo può essere degenerato e rovinato, quindi in questi casi il recupero risulta meno brillante. Nel caso in cui il paziente si sottoponga all’intervento quando il nervo sia ancora in buone condizioni, i risultati sono immediati, già dalla sera stessa dell’intervento i formicoli spariscono.

 

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