Spasmo emifacciale: quali cure esistono?

Spasmo emifacciale: quali cure esistono?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 30/03/2023

Uno spasmo emifacciale è una contrazione involontaria di una parte del viso. Attualmente, esistono sia delle cure farmacologiche che dei trattamenti chirurgici per risolvere questo fastidioso problema. Il Dott. Antonio Romano, specialista in Neurochirurgia, ci parla delle possibili cure.

Che cos’è uno spasmo emifacciale?

Lo spasmo emifacciale è uno spasmo muscolare che generalmente inizia intorno all'occhio e successivamente si diffonde agli altri muscoli dell'emivolto innervati dal nervo facciale.

Al pari della nevralgia trigeminale, dove il nervo coinvolto è il trigemino, si tratta di una forma di iperattività del nervo cranico facciale. Viene causato da una compressione, un conflitto, dello stesso all'origine dal tronco cerebrale da parte di un’arteria con decorso anomalo.

Tale patologia ha una prevalenza di circa 11 casi per 100000, soprattutto nel sesso femminile. Per il paziente non si tratta solo di un problema estetico ma anche di un problema funzionale, poiché spasmi orbicolari ripetuti possono influenzare la visione binoculare e quindi la guida o la lettura.

Quali esami o visite effettuare subito dopo la diagnosi di spasmi facciali?

Una volta effettuata la diagnosi, il paziente deve essere sottoposto ad una Risonanza Magnetica Nucleare o una TAC ad alta risoluzione. Questo servirà per escludere patologie tumorali, come meningiomi, neurinomi o epidermoidi. Servirà anche per evidenziare, nelle sequenze ad alta risoluzione, il vaso aberrante a contatto con la parte prossimale del nervo facciale all'emergenza dal tronco cerebrale.

Quali sono le terapie mediche per gli spasmi emifacciali?

Le armi terapeutiche farmacologiche in tale patologia hanno diverse limitazioni. I farmaci come la Carbamapazepina, il Baclofen o il Gabapentin hanno un tasso di successo limitato che insieme ai loro effetti collaterali ne limitano l’utilizzo.

Le iniezioni cicliche di tossina Botulinica (Botox) sono un trattamento palliativo sintomatico che può ridurre solo temporaneamente il sintomo, ma devono essere ripetute ogni 3-6 mesi.

Quali altri cure esistono?

La terapia chirurgica mediante decompressione microvascolare ha un tasso di successo dell'80-90% nei pazienti ben selezionati ed è l'unica terapia definitiva e durevole visto il suo target sulla causa dello spasmo.

L'intervento viene effettuato con l'utilizzo dei Monitoraggi Neurofisiologici Intraoperatori. Consiste nell’effettuare, con il paziente in decubito laterale, una incisione cutanea dietro l'orecchio e nell'attraversare, con l'utilizzo del microscopio e/o endoscopio ad alta definizione, una traiettoria laterale al cervelletto fino a raggiungere l'emergenza del nervo facciale. Una volta raggiunto il nervo si identifica il vaso, generalmente arterioso, responsabile del conflitto e lo si separa delicatamente dal nervo fino a mantenerlo definitivamente separato da esso mediante l'interposizione di materiale morbido non riassorbibile, come ad esempio il Teflon.

La risoluzione dello spasmo può essere immediata o non raramente ritardata. Talvolta possono verificarsi alcune complicanze legate a tale procedura, che sono rappresentate da:

  • una paralisi facciale temporanea, che generalmente risponde ad un breve ciclo di steroide;
  • possibile perdita di udito unilaterale, piuttosto rara;
  • perdita di Liquido cefalo rachidiano (liquor) dal naso, che può in alcuni casi richiedere o un reintervento per risigillare le celle aeree della mastoide o il posizionamento di un drenaggio lombare per 72 ore circa.
Neurochirurgia a Reggio Emilia