Stipsi: tipologie ed esami clinici

Stipsi: tipologie ed esami clinici

Editato da: Marta Buonomano il 16/07/2021

Sapevi che esistono diversi tipi di stipsi e che non tutte le terapie sono efficaci? Ce ne parla il Prof. Gabriele Bazzocchi, esperto in Gastroenterologia a Bologna

Che cos’è la stipsi?

La stipsi rappresenta una sindrome che non mette a rischio la vita del paziente come altre malattie a carico dell’apparato digerente, ma provoca una sofferenza ed una riduzione della qualità di vita, talvolta superiore a malattie come i tumori, le epatiti, le coliti, ecc. È molto comune ed ha un costo sociale enorme per quanto riguarda esami, cure, ricoveri e compromissione della capacità lavorativa in tutto il mondo ad alto tenore di vita. Le sue cause sono molto complesse e rivestono un ruolo rilevante sia i meccanismi fisiopatologici che ne sono alla base, sia gli approcci terapeutici che vengono “tentati”, assunti ed in seguito abbandonati, in un vortice spesso inestricabile di circoli viziosi di causa-effetto.

Perché esistono tante terapie per la stipsi? Sono tutte efficaci?

donna seduta sul waterProbabilmente, non esistono altri disturbi con tante “cure” come la stipsi, la maggior parte delle quali non sono mai state sottoposte ad un’accurata valutazione scientifica, ma si fondano sul “passa-parola”. Non è ritenuta dall’Organizzazione Sanitaria un problema importante, per cui vi sono pochi Centri espressamente dedicati in ambiente ospedaliero. Il paziente in genere cerca soluzioni rivolgendosi allo specialista che si occupa di questi disturbi, il quale, anche se quello giusto sul piano delle conoscenze culturali e dell’esperienza clinica, non sempre opera in un team integrato dove sono a disposizione le tante competenze necessarie per il percorso diagnostico e terapeutico della stipsi.

Classificazione della stipsi

Questa condizione mostra due quadri clinici ben precisi:

  • Stipsi a lento transito: forma rara caratterizzata una bassa percezione dello stimolo evacuativo, a cui segue una defecazione agevole, anche se spesso con evacuazione di feci piccole e dure;
  • Stipsi da defecazione ostruita: il paziente lamenta difficoltà nell’evacuazione dovuta alla percezione di un ostacolo alla fuoriuscita delle feci, per cui è richiesto uno “sforzo” intenso e a volte la necessità di doversi aiutare con manovre manuali. Vi è poi spesso la sensazione di incompletezza dello svuotamento intestinale.

Frequentemente le due forme si succedono o addirittura coesistono e nella maggioranza dei casi rientrano in una diagnosi di Stipsi Funzionale, ma vi possono essere anche cause “organiche”, con alterazioni anatomiche intestinali ed extra-intestinali alla loro origine. La presenza di dolore, senso di gonfiore e distensione addominale, inappetenza, digestione difficile, malessere fanno collocare la stipsi nell’ambito della Sindrome del Colon Irritabile, il cui approccio terapeutico prevede un trattamento diverso.

A quali esami bisogna sottoporsi?

Un’accurata raccolta della storia clinica ed una valutazione proctologica del paziente ci consentono di ottenere gli elementi necessari per un corretto inquadramento della forma di stipsi. Per ricavare ulteriori elementi di distinzione tra i meccanismi fisiopatologici in gioco si può ricorrere ad indagini come lo Studio del Tempo di Transito Intestinale con marcatori radiopachi, la Defecografia, la Manometria Ano-Rettale, lo Studio Neurofisiologico del Nervo Pudendo: si tratta di esami in grado di fornire elementi elementi utili solo se realizzati da operatori esperti e secondo precisi protocolli di esecuzione.

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