Sudorazione eccessiva? Grazie alla Medicina Estetica non è più un problema!

Sudorazione eccessiva? Grazie alla Medicina Estetica non è più un problema!

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Marta Buonomano il 20/11/2023

La sudorazione eccessiva è un problema molto più comune di quanto si possa pensare. Il Dott. Alessio Redaelli, esperto in Chirurgia Vascolare e Medicina Estetica a Milano, ci dà la soluzione!

A cosa serve la tossina botulinica?

La tossina botulinica è una sostanza usata da moltissimi anni in Oculistica e Neurologia per trattare condizioni quali torcicollo, strabismo e blefarospasmo, ma solo nel 1987 venne utilizzata per la prima volta in Medicina Estetica per eliminare delle rughe mimiche. Da allora, l’utilizzo di questa sostanza è aumentato esponenzialmente grazie agli ottimi risultati e alla quasi totale assenza di effetti collaterali pericolosi.

Il botulino in Italia

Nel nostro Paese, l’utilizzo di questa tossina in campo estetico è stato autorizzato da molti anni ed esclusivamente per eliminare le rughe degli occhi (glabellari) e quelle del canto laterale degli occhi, le cosiddette “zampe di gallina”. Ma quello che molti non sanno è che garantisce ottimi risultati anche nel trattamento dell’iperidrosi, cioè della sudorazione eccessiva. Questo trattamento (come avviene per tutti gli altri impieghi cosiddetti “off-label”, che non vengono cioè indicati nel foglietto illustrativo), verrà eseguito sotto la diretta responsabilità del medico e del paziente che deve esserne a conoscenza.

Sudorazione eccessiva: come può aiutare la tossina botulinica?

Le ghiandole sudoripare sono degli organi che vengono regolati automaticamente dall’organismo, ma in alcuni casi possono produrre una quantità eccessiva di sudore, causando un grande disagio ai pazienti che ne sono affetti. Questa eccessiva produzione di sudore viene chiamata iperidrosi. Esistono molti tipi di iperidrosi, a seconda dell’area del corpo interessata; ricordiamo tra questi l’iperidrosi di mani e piedi, che altera inevitabilmente la vita di relazione di chi ne soffre, ma anche l’iperidrosi ascellare, che può rendere necessario l’infeltrimento degli abiti che stanno a diretto contatto con la pelle.

I trattamenti tradizionali per questa condizione, oltre ad essere particolarmente invasivi, non rappresentano una soluzione permanente e sono spesso causa di secchezza eccessiva postoperatoria. La tossina botulinica, d’altra parte, con la sua mininvasività, i suoi ottimi risultati e la quasi totale assenza di effetti collaterali, ha rivoluzionato la terapia dell’iperidrosi.

Quali parti del corpo possono essere trattate?

Grazie a questa sostanza è possibile trattare efficacemente la sudorazione eccessiva in qualsiasi parte del corpo:

  • Mani
  • Piedi
  • Ascelle
  • Viso (fronte in particolare)
  • Seno (zona sottomammaria)
  • Inguine

Come si esegue la procedura?

Prima di procedere al trattamento, viene di norma eseguita l’anestesia dei tronchi nervosi. Le iniezioni, eseguite con un ago sottilissimo, sono

superficiali e generalmente non dolorose. La procedura in sé è molto semplice: viene tracciata una rete sulla pelle e al centro di ogni quadrato viene eseguita un’iniezione di tossina botulinica. Questa sostanza non agisce immediatamente, sarà quindi necessario attendere qualche giorno (circa una settimana) prima poter di vedere i primi risultati del trattamento. I pazienti possono essere rivisti a 15 gg dalla prima seduta per un controllo clinico ed un eventuale ritocco gratuito, compreso nei costi.

Tossina botulinica contro la sudorazione eccessiva: quando sottoporsi al trattamento?

Essendo l’estate il periodo in cui chi soffre di iperidrosi prova maggior disagio, è consigliato eseguire questa terapia in primavera inoltrata, in modo da raggiungere il massimo effetto del farmaco durante la stagione estiva. Durante l’inverno, in cui l’iperidrosi si riduce per via del freddo, il farmaco inizierà a perdere effetto. In questo modo, è possibile trattare il paziente solamente una volta l’anno, in una grande maggioranza dei casi. Nei casi più importanti, i pazienti sono trattati 2 volte l’anno.

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