Terapia cognitiva e comportamentale: su cosa si basa?

Terapia cognitiva e comportamentale: su cosa si basa?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 05/04/2023

Le terapie del comportamento si basano sull’analisi obiettiva del comportamento delle persone, di quello che fanno o che dicono. Il Prof. Ascanio Giuseppe Vaccaro, esperto in Psichiatria a Milano, ci parla dei disturbi psicopatologici e dell’obiettivo della terapia del comportamento

Quali sono i disturbi psicopatologici che possono essere trattati con la terapia cognitivo-comportamentale?

La Terapia cognitivo-comportamentale è la psicoterapia ritenuta più efficace dalla maggior parte degli psichiatri a livello mondiale, come dimostrano innumerevoli studi di metanalisi dove vengono confrontate tra di loro le varie forme di psicoterapia e la loro efficacia basata sulle evidenze in medicina. I campi di applicazione sono diversi tra cui nei seguenti disturbi mentali:

È possibile strutturare la terapia in incontri individuali, di gruppo e anche interventi con i familiari (Parent Training). La metodologia prevede interventi sulle cognizioni, sui comportamenti, sulle emozioni all’interno di una relazione solida e costruttiva.

Qual è l’obiettivo della terapia cognitivo comportamentale?

L’obiettivo principale della psicoterapia cognitivo comportamentale è quello di aiutare gli individui a regolare le emotive ad avere un approccio più disincantato e critico verso i pensieri e gli schemi disfunzionali. Le strategie d’intervento mirano inoltre a insegnare a gestire in modo resiliente le situazioni avverse di vita che creano disagio e difficoltà, con lo scopo di eliminare o perlomeno ridurre i comportamenti disadattativi.

Donna triste di fronte al mare

La terapia cognitiva si fonda sulla gestione delle proprie emozioni attraverso i pensieri e sul modo in cui il soggetto pensa. Il pensiero condiziona e ne è condizionato dal mondo emotivo. Se il soggetto penserà in maniera disfunzionale genererà un disturbo della sfera emotiva. La terapia cognitiva si basa sul modello multifattoriale in cui diversi fattori concorrono a determinare una sindrome o un disturbo di tipo psichiatrico come nei seguenti parametri:

  • A: Antecedente
  • B: Pensiero e/o comportamento
  • C: Emozione e conseguenza

Oppure nel rapporto tra Ambiente, Pensiero, Emozione, Corpo e Comportamento. I pensieri disfunzionali, sono alla base dei disturbi emotivi e del comportamento. Complessi processi mentali includono:

  • Pensieri automatici: riguardano il livello cognitivo più profondo spesso inconsci anche al soggetto pensante. Si tratta di pensieri e di immagini contorte che invadono incontrollatamente e rapidamente la mente del soggetto davanti a particolari situazioni, condizionano negativamente l’umore e generano limiti mentali apparentemente insuperabili (es. “non ce la faccio”, “non ne sono in grado”);
     
  • Schemi mentali rigidi che riguardano la considerazione che si ha di sé e degli altri e organizzano negativamente la propria esperienza (Es. “Sono un incompetente”, “Sono incapace”).

Il terapeuta può intervenire sulle paure e su altri stati d’animo (tristezza, vergogna, ecc.) per “cambiare” il tipo di reazione ed approccio. Questa figura professionale può aiutare l’individuo attraverso l’ausilio di adeguati strumenti e individuare i processi di pensiero disfunzionale che creano il disturbo, con l’obiettivo di sostituirli, criticarli, correggerli con pensieri e convinzioni di natura funzionale, ma anche a prenderne le distanze e relativizzarne l’importanza.

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