Trattamenti efficaci per eliminare la cellulite e non solo: la carbossiterapia

Trattamenti efficaci per eliminare la cellulite e non solo: la carbossiterapia

Editato da: Antonietta Rizzotti il 10/11/2023

La carbossiterapia, nata in Francia agli inizi del ventesimo secolo, è una tecnica utilizzata per il trattamento di varie patologie legate al sistema circolatorio e risulta efficace nel contrastare la cellulite. Scopriamo in che cosa consiste nel seguente articolo

Cos’è la carbossiterapia?

Per carbossiterapia s’intende una metodica che utilizza un gas medicale: l’anidride carbonica (CO2), introdotta nel tessuto sottocutaneo con un ago sottile, mediante l’ausilio di un apparecchio che eroga il gas a bassa pressione. Le apparecchiature usate erogano CO2 mediante un controllo elettronico sulla purezza, quantità e flusso dei gas.

Tale trattamento si può eseguire in ambito ambulatoriale e, inoltre, non è tossico e non provoca embolia.   

A che cosa serve?

L’obiettivo del trattamento è quello di migliorare o ripristinare la funzione circolatoria quando questa è alterata. L’effetto finale è una riabilitazione della microcircolazione.

Gli effetti della CO2 sono dovuti all’aumento dei fattori locali della circolazione con conseguente aumento della vascolarizzazione dei tessuti e quindi un aumento del flusso sanguigno capillare.

In che modo agisce l’anidride carbonica e come viene eliminata dall'organismo?

La CO2 determina un aumento della velocità del flusso ematico dei tessuti grazie al rilassamento delle cellule muscolari lisce presenti nelle metarteriole e negli sfinteri precapillari, con conseguente aumento della velocità di flusso e un globale miglioramento della perfusione tissutale.

L’aumento del microcircolo può essere la conseguenza della combinazione di: neoformazione di vasi (neoangiogenesi) e ricanalizzazione di capillari virtuali stimolati dall’aumentata velocità del flusso locale e dal volume.

La CO2 somministrata come gas terapeutico viene eliminata fisiologicamente dall’organismo mediante gli stessi meccanismi con cui viene eliminata la CO2 prodotta dal metabolismo cellulare che, per essere eliminata, diffonde in forma gassosa all’esterno delle cellule e da qui nello spazio interstiziale dei capillari.

La percentuale di CO2 presente nel plasma (il 7% di tutta l’anidride carbonica trasportata) è trasportata ai polmoni sotto forma di gas disciolto in soluzione.

Una parte di CO2 disciolta nel sangue reagisce con l’acqua per formare acido carbonico. Tale reazione avviene in maniera molto rapida, grazie ad un enzima, l’anidrasi carbonica, che a livello eritrocitario catalizza la reazione tra l’acqua e l’anidride carbonica in maniera molto più rapida che nell’ambiente plasmatico.

simbolo dell'anidride carbonica

Quali sono le indicazioni cliniche per l’impiego della carbossiterapia?

Le indicazioni cliniche includono:

  • Insufficienza venosa cronica;
  • Insufficienza veno-linfatica cronica come edemi malleolari, pesantezza delle gambe, gonfiori arti inferiori;
  • Ulcere venose;
  • Adiposità localizzata e PEFS;
  • Psoriasi;
  • Patologie vascolari arteriose, tra cui la Malattia di Buerger, le ulcere diabetiche, l’acrocianosi e le ulcere aterosclerotiche;
  • Alterazioni estetiche del corpo: lassità cutanea, invecchiamento cutaneo;
  • Smagliature;
  • Artropatie sia acute che croniche.

PEFS (Pannicolopatia Edemato-Fibro-Sclerotica)​

La PEFS è dovuta spesso ad una condizione di iposfigmia delle arteriole e delle metarteriole.

La carbossiterapia torna vantaggiosa nel trattamento di questa condizione clinica, perché agisce sulla alterata componente vascolare che caratterizza la componente circolatoria della PEFS; infatti attraverso la correzione della iposfigmia delle metarteriole e delle arteriole risolve la stasi veno-linfatica che contraddistingue la PEFS.

Adiposità Localizzata

Con l’aumento del flusso ematico tissutale locale e conseguente aumento della quantità di ossigeno trasportato nel sangue, vengono favoriti i processi ossidativi degli acidi grassi, oltre il metabolismo tissutale locale, con maggiore richiesta energetica del tessuto adiposo e quindi maggiore stimolazione della lipolisi.

La maggiore disponibilità di ossigeno (O2), ceduto dall’emoglobina, provocata dalla maggiore concentrazione di CO2 favorisce i processi catabolici degli acidi grassi.

Gli studi clinici hanno dimostrato un’azione positiva sulla elasticità cutanea e sulla riduzione delle irregolarità cutanee causate da accumulo di grasso e quindi il trattamento diviene un valido complemento alla lipolisi.

Trattamento Anti-Aging

Le fibre elastiche diminuite durante il processo d’invecchiamento, determinano a carico del tessuto cutaneo una minore elasticità. Recenti osservazioni cliniche hanno dimostrato che la terapia con CO2 può essere utilizzata anche per il trattamento della lassità cutanea.

Disfunzione Sessuale Femminile

La diminuzione del flusso sanguigno pelvico secondario a patologie arteriosclerotiche del letto vascolare ilio-ipogastrico e pudendo porta a fibrosi della parete vaginale e della muscolatura liscia clitoridea.

La diminuzione degli estrogeni porta alla diminuzione del flusso sanguigno locale e atrofia vulvo-vaginale.

La carbossiterapia provocando ipossia localizzata temporanea stimola fattori che ripristinano la flora vaginale e, quindi, si riduce il rischio infettivo urogenitale.

I risultati della terapia si esprimono con:

  • Miglioramento della secchezza vaginale e della libido;
  • Risultati estetici visibili e percepiti (tessuti più compatti);
  • Miglioramento della sindrome urologica;
  • Attenuazione della dispauremia.

lifting del viso di una ragazza

Esistono delle controindicazioni?

Non si consiglia di sottoporsi a tale trattamento in caso di:

  • Insufficienza respiratoria grave
  • Insufficienza renale grave
  • Insufficienza cardiaca grave
  • Terapia con acetazolamide, diclofenac e altri inibitori dell’anidrasi carbonica
  • Anemia grave
  • Insufficienza epatica grave
  • Pregresso ictus cerebrale
  • Tachiaritmie cardiache
  • Trombosi arteriose
  • Tromboflebiti
  • Flebotrombosi
  • Embolie
  • Gangrena gassosa
  • Gravidanza

In che modo viene somministrata la CO2?

Mediante iniezioni sottocutanee effettuate in ambiente ambulatoriale grazie all’utilizzo di apparecchiature sofisticate che permettono di dosare il flusso, il volume e la temperatura del gas (CO2), garantendo un’alta purezza data la presenza di una serie di filtri che purificano il gas da contaminanti.

Il gas dosato e riscaldato viene iniettato a livello sottocutaneo con un ago del calibro di 30 Gauge e della lunghezza di 13 millimetri a provocare un graduale enfisema sottocutaneo.

La diffusione sottocutanea avviene anche grazie a percorsi virtuali, in funzione del grado di lassità del tessuto sottocutaneo stesso e quindi varia da individuo a individuo.

La dose totale di gas somministrato, può variare a seconda dei distretti corporei da trattare, da 200 a 1000 ml per emilato, con una velocità variabile da 10-20 ml/minuto a 100-150 ml/minuto (tecnica degli alti flussi).

Il numero delle sedute orientativo è di 10 sedute a cadenza settimanale, cui seguiranno a seconda del risultato ottenuto cicli bisettimanali di mantenimento.

Quali sono le sedi di inoculazione?

Nell’adiposità localizzata le iniezioni vengono effettuate a livello sottotrocanterico o a livello peritrocanterico (faccia laterale superiore della coscia) oppure a livello dei fianchi.

Nelle reumoartropatie del rachide le iniezioni si eseguono a livello paravertebrale.

Nella psoriasi localizzata le iniezioni si eseguono in prossimità della lesione, mentre nella forma psoriasica diffusa la tecnica è quella simile a quella dell’adiposità.

Nell’acrocianosi l’iniezione viene effettuata ai polsi, al dorso della mano e dei piedi.

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