Tumore al colon: quali sono i primi sintomi?

Tumore al colon: quali sono i primi sintomi?

Editato da: Francesco Fusi il 17/04/2023

Il tumore al colon è un cancro che si forma nei tessuti del colon ovvero la parte più lunga dell'intestino crasso o del retto la parte dell'intestino crasso più vicina all'ano.

 

Quali sono i primi sintomi di un tumore al colon? Quanto tempo impiega il tumore al colon a svilupparsi?

I sintomi variano a seconda della localizzazione anatomica del tumore. Dato che le feci sono relativamente liquide quando passano dal piccolo intestino nel colon destro, i tumori insorgenti nel cieco e nel colon ascendente (colon destro) possono divenire abbastanza voluminose senza determinare sintomi ostruttivi o sintomi/segni degni di nota. Le lesioni del colon destro sono generalmente ulcerate, determinando anemia. Di conseguenza, i pazienti con tumori del colon ascendente presentano spesso sintomi quali affaticamento e palpitazioni. Pertanto, la presenza inspiegabile di anemia con carenza di ferro in ogni adulto obbliga a un accurato studio endoscopico e o radiologico dell’intero intestino crasso. Poiché le feci si solidificano a mano a mano che proseguono lungo il colon trasverso e discendente, i tumori che insorgono in queste sedi tendono a impedirne il passaggio, determinando l’insorgere di crampi addominali, occasionale ostruzione e anche perforazione. Le neoplasie che insorgono nel retto-sigma (colon sinistro) sono spesso associate a sangue rosso vivo nelle feci (ematochezia), contrazioni spasmodiche allo sfintere anale, in genere accompagnate da dolore o da uno stimolo continuo all'evacuazione cui però non corrisponde alcuna espulsione di materiale, se non in minime quantità (tenesmo) e restringimento del calibro delle feci; l’anemia è un reperto infrequente. Dalla formazione del polipo alla possibile trasformazione maligna è in media circa 7-10 anni. La fascia di età più colpita è quella intorno ai 60 anni, per tale motivo lo screening del cancro del colon inizia a 50 anni. Questi programmi di screening sono particolarmente importanti per individui con familiari di primo grado affetti dalla neoplasia. In questi soggetti il rischio di sviluppare un cancro colorettale è infatti elevato e può addirittura essere maggiore se il familiare affetto è stato colpito prima dell’età di 60 anni.

Quanto si vive con il cancro al colon?  Si può prevenire il tumore al colon?

Gli stadi iniziali hanno una sopravvivenza a 5 anni tra il 90 e il 100% e sono guaribili con la sola chirurgia. Nel caso di malattia più estesa la sopravvivenza si abbassa (25-60% a 5 anni in caso di più di 4 linfonodi coinvolti dalla malattia). Nel caso di malattia metastatica, il tasso di sopravvivenza è inferiore. Tuttavia, il crescente numero di trattamenti attivi ha permesso, anche per questi pazienti, il raggiungimento di sopravvivenze mediane anche superiori ai 2 anni (27-30 mesi). Molte sostanze naturali e sintetiche somministrate per via orale sono state valutate come possibili inibitori del cancro del colon. I farmaci che risultano più efficaci sono l’acido acetilsalicilico e altri antinfiammatori perché inibiscono anche la proliferazione cellulare. L’assunzione regolare di acido acetilsalicilico riduce sia lo sviluppo di adenomi e carcinomi del colon sia la mortalità da cancro colorettale. Dati recenti e promettenti associano livelli adeguati di vitamina D ad un ridotto rischio di sviluppo di polipi adenomatosi e di cancro colorettale, L’importanza della vitamina D come forma di prevenzione è tuttora in fase di studio. Le vitamine antiossidanti (come l’acido ascorbico, i tocoferoli e il b-carotene) sono inefficaci nel ridurre l’incidenza dello sviluppo di altri adenomi in pazienti già sottoposti a rimozione chirurgica di un adenoma del colon. La terapia sostitutiva con estrogeni riduce il rischio di cancro colorettale nelle donne.

Quali sono gli stadi del tumore al colon?  Cosa significa quando un tumore è al quarto stadio?

Nei pazienti con cancro colorettale, la prognosi dipende strettamente dal grado di penetrazione della neoplasia nella parete intestinale e dalla presenza sia di interessamento linfonodale regionale che di metastasi a distanza. Le lesioni superficiali che non coinvolgono i linfonodi regionali e non attraversano la sottomucosa o la muscolare propria sono definite neoplasie allo stadio I; i pazienti con tumori che superano la muscolare propria, ma che non hanno ancora coinvolto i linfonodi hanno una malattia allo stadio II. L’interessamento dei linfonodi regionali definisce lo stadio III; la diffusione metastatica ad altri organi, come fegato, polmoni e osso, indica lo stadio IV.

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