Tumore del colon-retto: l’importanza dello screening

Tumore del colon-retto: l’importanza dello screening

Editato da: Marta Buonomano il 24/03/2023

Il Prof. Orlando Goletti, esperto in Chirurgia Generale a Bergamo, ci spiega cosa prevede lo screening del tumore del colon-retto e come comportarsi a seconda della situazione

Tumore del colon-retto: com’è la situazione in Italia?

Il cancro colon rettale rappresenta il secondo tumore più diffuso in Italia, con circa 51.000 casi l’anno (13% di tutti i tumori) e con un’incidenza che sul territorio nazionale si è progressivamente ridotta grazie all’introduzione degli screening. Ma c’è un messaggio positivo: nonostante questa incidenza, assistiamo a una progressiva diminuzione della mortalità. Due pazienti su tre guariscono.

uomo

Questo tumore nasce maligno o segue un’evoluzione?

Nella maggior parte dei casi la neoplasia è preceduta dall’insorgenza di un polipo benigno, che impiega anni per diventare una neoplasia maligna. Questo vuol dire che abbiamo il tempo di diagnosticarlo e curarlo.

 

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Come si riconosce?

La sintomatologia iniziale del tumore colon rettale può essere aspecifica: molto frequente è la presenza di sangue al momento della defecazione. Per la diagnosi, oltre alla visita, è fondamentale la colonscopia, che può identificare il tumore oppure la presenza di polipi, che sono frequentemente i precursori del cancro stesso.

Cosa fare se viene diagnosticato un polipo?

Se durante la colonscopia viene rilevato un polipo, è generalmente possibile rimuoverlo direttamente in endoscopia durante la seduta stessa.

uomo in visita da un medico

E se invece viene individuato un tumore?

In questo caso l’iter è diverso e necessita un inquadramento multidisciplinare che può variare a seconda del caso. Non sempre la chirurgia in prima istanza rappresenta il trattamento più idoneo: il paziente potrebbe infatti ottenere dei benefici dalla radio o chemioterapia prima dell’operazione.

Ad oggi, come sono gli interventi chirurgici per rimuovere il tumore del colon-retto?

Sono sempre meno invasivi. La chirurgia resettiva dell’intestino si può effettuare in laparoscopia, ovvero eseguendo solamente delle piccole incisioni. La percentuale di stomie definitive si è fortunatamente ridotta, anche grazie all’associazione dei trattamenti chirurgici ad altre terapie, come spiegato prima.

In caso di metastasi che speranze ci sono?

Le terapie si sono evolute negli ultimi anni, mettendo a nostra disposizione dei farmaci mirati da utilizzare in seguito agli esami e agli interventi. Anche in caso di metastasi è possibile mettere in atto una valutazione multidisciplinare e un trattamento su più fronti, arrivando così a risultati impensabili fino a qualche anno fa.

Lo screening rappresenta un alleato per la diagnosi di questa neoplasia?

Certamente! I programmi di screening per questo tipo di tumore sono attivi sul territorio italiano per le persone con un’età compresa tra i 50 e i 70 anni e dovrebbero essere eseguiti ogni 2 anni. Si tratta di un esame che ricerca il sangue occulto nelle feci. Sfatiamo la credenza che lo screening non funzioni: i test immuno-chimici moderni possiedono sia una buona sensibilità che una buona specificità. Se il test risulta positivo, è opportuno fare una colonscopia.

uomo

Dieta e cancro del colon: esiste una relazione?

Certamente sì, ad eccezione delle forme genetiche: una dieta prevalentemente a base di carni rosse, insaccati, farine e zuccheri raffinati, nonché una condizione di sovrappeso, il vizio del fumo e l’assunzione di alcol sono tutti fattori che favoriscono l’insorgenza di questa neoplasia. Al contrario, una dieta che favorisce l’assunzione di fibre, frutta, verdura e carboidrati non raffinati ne riduce sicuramente il rischio di sviluppo.

 

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Chirurgia Generale a Pisa