VATS: il mininvasivo nella Chirurgia Toracica!
Nonostante il suo nome inglese, la chirurgia VATS è una invenzione tutta italiana. La VATS, infatti, nasce a fine degli anni ’90 in Italia, ma questa tecnica rivoluzionaria veniva utilizzata nella chirurgia toracica statunitense: solo negli ultimi anni siamo ritornati ad adottare la nostra invenzione!
Che cos’è la tecnica di chirurgia mininvasiva VATS?
VATS è l’acronimo inglese di:
- Video;
- Assisted;
- Thoracic;
- Surgery.
In italiano lo traduciamo come chirurgia toracica video-assistita. Si tratta di una tecnica chirurgica mininvasiva con metodica mista, ovvero che utilizzi simultaneamente i principi e le tecniche di toracoscopia chirurgica e quelli di chirurgia convenzionale toracotomica.
In quali casi viene utilizzata?
In questa tecnica si associa una toracotomia denominata “di servizio” a una apparecchiatura video e si utilizzano strumenti chirurgici miniaturizzati.
L’accesso toracotomico potrà essere modulato, in taglia e sede, permettendo l’esecuzione di buona parte degli interventi di chirurgia toracica.
Le indicazioni più comuni sono:
- Le resezioni exeretiche polmonari per neoplasia primitiva e metastatica (minori atipiche, maggiori anatomiche);
- Le resezioni exeretiche polmonari per distrofia bollosa, malformazioni vascolari o patologia infettiva;
- Tipizzazione di interstiziopatie;
- Patologia infettiva pleurica;
- Patologia neoplastica e funzionale esofagea;
- Patologia diaframmatica;
- Patologia chirurgica del mediastino anteriore (timomi, miastenia gravis, adenopatie);
- Patologia del mediastino posteriore (tumori neurogeni, cisti enterogene);
- Cisti broncogene/pericardiche;
- Impianto di catetere epicardico;
- Fenestrazione pericardica per tamponamento.
Quali sono vantaggi e svantaggi di questa tecnica innovativa?
I vantaggi di tale metodica sono da attribuirsi alla natura mininvasiva della stessa. Essendo necessarie solo piccole incisioni della parete toracica senza alcuna divaricazione delle coste, è minore il trauma tissutale con conseguente miglior controllo del dolore postoperatorio.
Vi è una indubbia riduzione delle complicanze dovuta anche alla riduzione delle perdite ematiche intraoperatorie. Tutto ciò comporta una riduzione dei tempi di ospedalizzazione con un conseguente precoce ritorno alla vita ordinaria e miglioramento della qualità di vita. Non ultimo vi è una miglior ripresa funzionale del movimento e un minore danno estetico.
La VATS ha dei limiti di applicazione nei casi di stadiazione oncologica avanzata; a oggi si tende a dare indicazione solo nei primi stadi di malattia. Tale tecnica è più complessa nel caso di presenza di tenaci aderenze tra polmone e parete o in caso di neoformazioni polmonari di dimensioni elevate. Tali limitazioni sono spesso condizionate dalla curva di apprendimento del chirurgo.
La VATS è pertanto una metodica chirurgica innovativa e vantaggiosa ma deve seguire comunque i principi generali delle tecniche diagnostiche e terapeutiche già stabiliti dalle tecniche chirurgiche convenzionali; deve pertanto garantire la stessa tipologia di intervento realizzato per via tradizionale, salvaguardare sempre i criteri di sicurezza del malato e non peggiorare la prognosi.
Come si dovrà preparare il paziente all’intervento?
L’intervento è sempre condotto in anestesia generale e presuppone un ricovero ospedaliero che può variare dai 2 ai 7 giorni.
Il paziente, prima dell’intervento, dovrà sottoporsi ad alcuni esami clinico strumentali necessari a verificare l’idoneità all’intervento; se necessario sarà assistito in un percorso fisioterapico personalizzato. Il paziente viene generalmente ricoverato il giorno prima dell’intervento e preparato adeguatamente. Fortemente raccomandata è l’assoluta astensione dal fumo di sigaretta.
Come avverrà il recupero post-operatorio?
Dopo un intervento in VATS è precoce la dimissione al domicilio con pressoché immediata ripresa delle normali attività quotidiane. Il paziente, fin dalle prime ore dopo l’intervento, viene incentivato al movimento e alla ripresa della propria completa autonomia. Verrà, inoltre, seguito nel percorso terapeutico con ripetuti controlli clinici e strumentali al fine di accompagnarlo verso una completa guarigione.
In caso di patologia neoplastica, attraverso valutazione multidisciplinare, verrà valutato il miglior iter terapeutico possibile.