Wound Care: quando la ferita è difficile da curare

Wound Care: quando la ferita è difficile da curare

Editato da: il 13/04/2024

Le ferite difficili possono essere trattate con il wound care, una disciplina che non solo si focalizza sulla cura delle ferite ma anche sul quadro clinico generale, con l’obiettivo di trattare la patologia (o le patologie) scatenanti, vero problema di fondo delle lesioni difficili da curare. Uno dei massimi esperti in tale campo, il Prof. Maurizio Palombi, esperto in Chirurgia Vascolare a Roma, in questa intervista fa luce sulle problematiche e sul futuro del wound care

Cosa si intende per wound care e ferite difficili?

Con wound care di ferite difficili (“non-healing wounds”), si intende la cura di quelle ferite acute e croniche che non guariscono spontaneamente, ma necessitano della valutazione professionale e dell’intervento di uno specialista: il vulnologo.
Le ferite difficili acute possono essere conseguenti a traumi di varia natura o possono essere legate a complicanze chirurgiche. Le ferite croniche sono, per esempio, le ulcere cutanee causate da patologie vascolari venose (vene varicose), quelle arteriose (causate dall’ occlusione di un’arteria per aterosclerosi obliterante e/o tromboembolia e conseguente ischemia) e quelle miste (provocate da una patologia di tipo vascolare arteriosa e venosa). Infine ci sono le ulcere cutanee vasculitiche, legate per lo più ad artrite reumatoide, lupus erytematosus e le ulcere cutanee diabetiche causate da disturbi del macro e microcircolo. Tra queste ultime, annoveriamo anche il piede diabetico, con ascessi e flemmoni dei tessuti molli e dei tendini e osteonecrosi, causa di ripetute microfratture che deformano il piede (piede di Charcot). Tra quelle cutanee croniche va considerata anche l’ulcera cutanea da pressione (la cosiddetta piaga da decubito), riscontrata in particolare tra i pazienti anziani che soffrono di malattie neoplastiche o croniche che comportano un’incapacità di deambulazione e l’allettamento cronico.

 

Quali sono le zone più colpite da feriti difficili?

Per quanto riguarda le varie ulcere cutanee sicuramente le gambe e, in particolar modo le caviglie, sono le zone più colpite. Per quanto riguarda invece le ulcere da pressione, la sede varia in base alla posizione obbligata e prolungata del corpo e dal tipo di lesioni; pertanto, è diverso se il paziente è in posizione supina, laterale, seduto o prono. Le zone cutanee maggiormente esposte sono quelle compresse e schiacciate fra una sporgenza ossea del paziente ed un piano rigido d’appoggio (cuscini, sedia a rotelle, ecc). Per tale motivo risulta fondamentale far cambiare la posizione del corpo al paziente al fine di far guarire le lesioni cutanee.

 

Quanto sono frequenti le ferite difficili?

In Italia l’aspettativa di vita è aumentata considerevolmente negli ultimi anni, grazie al progresso scientifico e tecnologico. Si prevede che l’aspettativa di vita di coloro che sono nati nei primi anni 2000 sia di circa 100 anni. Contestualmente si registra un inevitabile aumento delle malattie degenerative croniche, come le vasculopatie arteriose e venose, il diabete mellito e il piede diabetico. A partire da 60 anni, e in particolar modo dopo 75 anni, di conseguenza si registra un’incidenza maggiore di tali patologie. In tale prospettiva, occorre segnalare che il diabete mellito è e sarà in forte crescita in Italia, nella fattispecie diabete di II tipo, non insulino-dipendente. Per questo motivo i professionisti devono conoscere a 360 gradi il campo in cui ci si muove, individuando la soluzione più completa ed efficace per il trattamento dei pazienti, che deve essere mirato al trattamento locale delle ferite, ma anche alla correzione, laddove possibile, delle patologie che le hanno provocate.

 

Ci sono altre cause di feriti difficili?

Oltre alle problematiche di tipo vascolare o diabetologico, le lesioni possono presentarsi anche a causa di complicanze post-operatorie, come deiscenza di ferite chirurgiche e/o lesioni da pressione o infezioni legate a placche, viti o fissatori esterni applicati a scopi ortopedici. Il Wound Care permette di risolvere molti casi, anche complessi: basta sapere bene cosa bisogna fare e soprattutto cosa è meglio non fare.
La percentuale di successo non è sempre del 100%: purtroppo vi sono casi, come quelli di recidiva delle lesioni trofiche o persistenza di condizioni cliniche patologiche del paziente, in cui è impossibile sottrarsi nuovamente alle mani del chirurgo. 

 

Quali sono le prospettive future per il wound care?

La cura delle ferite difficili passa attraverso le opzioni cliniche tecnologicamente avanzate (medicazioni avanzate, gel piastrinico, cute ingegnerizzata, terapia continua a pressione negativa meglio conosciuta come VAC therapy, terapia cellulare ecc) con il solo ed unico scopo di ridurre i tempi di guarigione e di eventuale ricovero in ospedale.  

 

Editor: Valerio Bellio

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