Cardiologia preventiva

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La redazione di Top Doctors

Che cos’è la cardiologia preventiva?

La cardiologia preventiva è l’insieme delle misure che mirano a proteggere la persona dall’eventualità di essere colpita da una specifica patologia cardiovascolare.
È possibile distinguere tra due approcci preventivi, a seconda del contesto clinico e dei trattamenti effettuati:

  • Prevenzione primaria: si riferisce alla serie di esami, raccomandazioni sullo stile di vita ed eventuali trattamenti farmacologici volti a prevenire l'insorgenza di malattie cardiovascolari croniche o eventi acuti come l'infarto miocardico o l'ictus;
  • Prevenzione secondaria: indica l’insieme delle misure igienico-dietetiche e farmacologiche, oltre ad eventuali procedure interventistiche o chirurgiche (come l’angioplastica ed il bypass coronarico), che si attuano quando siamo già in presenza di una malattia cardiovascolare clinica o di un evento acuto maggiore. Obiettivi dei protocolli di prevenzione secondaria sono il miglioramento della qualità della vita del paziente, la prevenzione di nuovi eventi (“recidive”), il rallentamento della progressione della malattia cronica e l’aumento della sopravvivenza del paziente.

Perché si esegue?

L’elevata disabilità e mortalità dovute a malattie ad elevata incidenza come la cardiopatia ischemica hanno fatto sì che la società prendesse coscienza della necessità di condurre campagne informative di prevenzione e sensibilizzazione.

Gli interventi di prevenzione primaria e secondaria sono finalizzati a ridurre i nuovi casi di malattia (prevenzione primaria) e a ridurre gravità e progressione delle malattie già instauratesi (prevenzione secondaria), a favore del benessere soggettivo e dell'aspettativa dei pazienti, oltre che di un contenimento dei costi sociali ed economici, diretti e indiretti, della malattia.

Strumento cardine della cardiologia preventiva rimane sempre il contrasto dei principali fattori di rischio cardiovascolare:

  • Obesità: l’obesità è un fattore di rischio per molte malattie cardiovascolari e respiratorie;
  • Diabete: nei pazienti affetti da diabete l’aumento di glucosio nel sangue ed altre alterazioni metaboliche associate  danneggiano i vasi arteriosi ed accelerano l’insorgenza dell’arteriosclerosi e dell’aterosclerosi. Conseguentemente la presenza di diabete t si associa ad un rischio elevato per le malattie cardiache e gli ictus;
  • Tabagismo: secondo le stime, il rischio di essere colpiti da una malattia cardiovascolare è 3 volte aumentato nei fumatori.
  • Ipertensione arteriosa: l’ipertensione è considerata uno dei principali problemi di salute nei Paesi sviluppati. Molto spesso è asintomatica ed è necessario rilevarla regolarmente e controllarla con la terapia ove indicato;
  • Sedentarietà: anche gli stili di vita carenti di attività fisica possono pregiudicare la salute cardiovascolare attraverso vari meccanismi, tra cui lo sviluppo di sovrappeso corporeo ed obesità.
    Al contrario, un’attività fisica moderata regolare ed una dieta equilibrata hanno effetti favorevoli sullo stato dei vasi e sulla salute cardiovascolare.  
  • Ipercolesterolemia: le persone che normalmente hanno un colesterolo alto corrono un rischio pressoché doppio di sviluppare problemi cardiovascolari, in particolare infarto miocardico acuto e aterosclerosi delle arterie carotidi e degli arti inferiori.

In cosa consiste?

La cardiologia preventiva si attua essenzialmente mediante il controllo dei fattori di rischio e la diagnosi precoce della malattia coronarica già in fase preclinica.  

A questo scopo i soggetti considerati a rischio devono essere indirizzati a consulenza da parte di uno specialista Cardiologo, che in base al quadro clinico complessivo del soggetto potrà suggerire una serie di indagini strumentali, di cui sono sotto elencate quelle di utilizzo più frequente:

  • Elettrocardiogramma a riposo: è l’esame utilizzato più comunemente in cardiologia, per mezzo del quale si registra l’attività del cuore e possono essere rilevati problemi come le aritmie e altre alterazioni riconducibili ad ipertensione arteriosa, patologie valvolari, eventuali infarti asintomatici (“silenti”);
  • Holter pressorio: l’esame diagnostico per eccellenza per i pazienti affetti da ipertensione o improvvisi cambiamenti di pressione sanguigna. Serve a controllare gli aumenti e le cadute della pressione arteriosa e ad attuare una terapia farmacologica personalizzata;
  • Ecocardiogramma basale: grazie ad un sistema ad ultrasuoni non invasivo consente allo specialista di osservare la struttura la funzione del cuore;
  • Test da sforzo: questo test, molto comune anche in cardiologia sportiva, osserva l’attività cardiaca, polmonare e metabolica quando il corpo è in movimento o sta effettuando uno sforzo di resistenza, con conseguente aumento delle richieste di sangue e ossigeno da parte del cuore. Permette di valutare la risposta della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca all’esercizio, e la eventuale comparsa di aritmie o ischemia miocardica durante sforzo;
  • Ecocardiogramma da stress: la registrazione dell’ecocardiogramma durante uno stress fisologico (sforzo) o farmacologico permette di rilevare alterazioni transitorie della contrattilità cardiaca regionale quando vi sono uno o più vasi coronarici ristretti in misura importante;
  • Risonanza magnetica cardiaca: metodica relativamente giovane che consente di osservare con l’impiego di un campo elettromagnetico struttura e funzione del cuore in tre dimensioni, permettendo di documentare soprattutto “cicatrici” (aree di fibrosi) prodotte da un precedente infarto o malattia infiammatoria o infiltrativa del miocardio
  • Tomografia computerizzata (angio-TC) cardiaca: la angio-TC utilizza raggi X  per acquisire informazioni dettagliate sui vasi coronarici e sull’aorta. In sostanza si tratta di una coronarografia “non invasiva”;
  • Coronarografia diretta: questo esame viene effettuato inserendo un catetere e una guida in un’arteria periferica (generalmente l’arteria radiale), per arrivare ad iniettare contrasto radiologico nelle arterie coronarie e poter utilizzare la stessa via per un’eventuale procedura di angioplastica quando indicata.

In sintesi, la prevenzione cardiovascolare si articola su tre livelli tra loro complementari:

  • Abitudini di vita sane: fornire indicazioni al paziente affinché questi adotti delle abitudini di vita sane, che normalmente consistono in una dieta bilanciata e povera di grassi saturi e nell’esercizio fisico regolare;
  • Trattamento farmacologico: il livello successivo consiste nell’impiego di farmaci mirati al controllo dei fattori di rischio come ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, e al trattamento dell’ischemia miocardica in presenza di malattia conclamata. L’intensità del trattamento farmacologico, soprattutto per quel che riguarda l’ipercolesterolemia, sarà diverso in base al profilo di rischio globale del paziente, in prevenzione primaria e in prevenzione secondaria;
  • Procedure interventistiche: in presenza di infarto miocardico acuto vi è indicazione ad angioplastica in urgenza, così detta “primaria”, per disostruire il vaso occluso e limitare l’estensione dell’infarto. In presenza di restringimenti (“stenosi”) cronici responsabili di ischemia miocardica generalmente da sforzo, l’angioplastica coronarica o un eventuale intervento di bypass avranno l’obiettivo di ridurre il rischio associato all’ischemia miocardica

Preparazione per la cardiologia preventiva

Prima della visita di cardiologia preventiva il paziente può preparare degli appunti allo scopo di trarre il massimo vantaggio dall’incontro con il medico, come per esempio annotare i sintomi avvertiti, le attività svolte, portare una lista dei farmaci da assumere ed altre informazioni utili per lo specialista.
Può inoltre essere utile per il paziente scrivere le domande che desidera porre al medico. Qualora sia necessario un esame che richiede il digiuno o una preparazione speciale, lo specialista informerà il paziente di tale circostanza e programmerà la visita per il futuro.

Recupero postintervento

Nel corso delle procedure della cardiologia preventiva, lo specialista fornirà al paziente delle indicazioni da seguire per la corretta prevenzione delle malattie cardiache. La cardiologia preventiva è un metodo che richiede la collaborazione del paziente nel monitoraggio delle misure adottate e dei trattamenti.