Ipotiroidismo autoimmune

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La redazione di Top Doctors

Che cos’è l’ipotiroidismo autoimmune?

L’ipotiroidismo autoimmune, anche conosciuto come Tiroide di Hashimoto, è una patologia autoimmune della tiroide, per la quale i linfociti T del sistema immunitario infiltrano e pian piano distruggono la ghiandola tiroidea, che non producendo più gli ormoni che dovrebbe causa ipotiroidismo.

Prognosi della malattia

L’ipotiroidismo autoimmune può essere tenuto sotto controllo con ottimi risultati con una terapia cronica, se diagnosticato precocemente.

Sintomi dell’ipotiroidismo autoimmune

La sintomatologia della malattia include sintomi, anche piuttosto generici, come: astenia, pallore, secchezza della cute e della gola, capelli fragili, dolori e crampi muscolari, formazione di noduli al collo, brachicardia, aumento di peso e depressione. Questi si associano inoltre spesso a: ipercolesterolemia, gozzo, formicolii agli arti, stitichezza e anomalie del ciclo mestruale.

Diagnosi per ipotiroidismo autoimmune

La diagnosi dell’ipotiroidismo autoimmune si basa sulla valutazione dei livelli dell’ormone TSH presenti nel sangue. Quando i valori di questo ormone stimolante sono più elevati rispetto a quelli degli ormoni tiroidei, sarà opportuno eseguire ulteriori test, come quello delle immunoglobuline con la tiroide perossidasi, per confermare la diagnosi. Sono utili inoltre l’ecografia tiroidea ed il color-doppler per valutare la formazione di noduli.

Quali sono le cause dell’ipotiroidismo autoimmune?

Le ragioni per cui il sistema immunitario inizia ad attaccare la tiroide, dando luogo a tutti i sintomi che ne conseguono, non è stata ancora chiarita dalla ricerca. Esistono studi che suggeriscono che la sindrome possa essere favorita da eccessivi livelli di iodio, ma più spesso si accompagna a malattie sistemiche autoimmuni come vitiligine, celiachia, diabete ed artrite reumatoide.

Trattamenti per l’ipotiroidismo autoimmune

L’ipotiroidismo autoimmune viene trattato con una terapia ormonale sostitutiva cronica atta a ripristinare i normali livelli degli ormoni tiroidei. Le dosi degli stessi cambiano in base alla risposta dell’organismo e variano nel corso della vita. È invece sconsigliato intervenire con antiinfiammatori ed immunosoppressori dal momento che potrebbero comportare più complicanze che benefici. Infine, per evitare interazioni, è bene sempre comunicare allo specialista se si stiano assumendo terapie per l’ulcera, il reflusso gastroesofageo e l’ipercolesterolemia.

A quale specialista rivolgersi?

L’endocrinologo è lo specialista che può indirizzare correttamente il paziente affetto da ipotiroidismo autoimmune.