Tetraplegia

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La redazione di Top Doctors

Cos’è la tetraplegia?

La tetraplegia, anche nota come quadriplegia, è una lesione del midollo spinale a causa della quale il paziente può essere colpito da paralisi immediatamente dopo l’incidente che l’ha generata. Altre cause della tetraplegia possono essere un tumore o altre malattie del canale vertebrale.

La lesione causa una perdita parziale o totale della funzionalità degli arti (braccia e gambe) del paziente.

Le lesioni midollari possono essere classificate in cinque categorie: 

  • Lesione midollare completa AIS A: è la più grave. La persona colpita non ha capacità sensoriale né motoria al di sotto della lesione.
  • Lesione midollare incompleta AIS B: viene mantenuto un certo grado di sensibilità. Capacità motoria limitata al di sotto della lesione.
  • Lesione midollare incompleta AIS C: il paziente ha sensibilità e controllo muscolare, anche se i muscoli sono deboli e non funzionali.
  • Lesione midollare incompleta AIS D: muscoli funzionali al 75%.
  • Lesione midollare incompleta AIS E: lesione minima. Sensibilità e forza sono a livelli praticamente normali.

Prognosi della malattia

Ogni danno al midollo spinale rappresenta una lesione complessa, e normalmente non è possibile dare immediatamente una prognosi. Questa infatti varierà in base alla gravità, che può includere gradi minori o maggiori di disabilità, sensibilità e mobilità. In molti casi i progressi maggiori avvengono nei primi sei mesi, anche se possono comunque esserci piccoli miglioramenti nell’arco di uno o due anni.

Sintomi della tetraplegia

Il primo aspetto da valutare è l’ubicazione della lesione. In linea generale, le lesioni più alte causano paralisi più estese.

Il sintomo più evidente è il danneggiamento degli arti, che può coinvolgere anche il tronco. Ciò può causare una perdita di controllo di diverse funzioni anatomiche quali:

  • Vescica e intestino
  • Funzione sessuale
  • Digestione
  • Respirazione
  • Movimento
  • Sensibilità

La sensibilità generale del paziente può risultare alterata nelle aree colpite, con segni come intorpidimento, perdita di sensibilità e dolore neuropatico bruciante.

Esami per la tetraplegia

Il medico condurrà un esame obiettivo e valuterà i sintomi, oltre a studiare l’anamnesi. Sarà anche necessario eseguire un test per valutare funzione sensoriale e movimento.

Altri esami possono essere:

Quali sono le cause della tetraplegia?

La tetraplegia è causata da un danno a midollo spinale, colonna cervicale o cervello. Gli incidenti stradali sono una causa comune di queste lesioni, che però possono essere provocate anche da un tumore o da altre malattie del canale vertebrale. Alcune malattie che possono causare tetraplegia sono mielite trasversa, sclerosi multipla e sindrome di Guillain-Barré.

In altri casi, le lesioni si possono produrre nei bambini prima, durante e dopo la nascita. La causa più comune è la mancanza di ossigeno al cervello durante un ridotto intervallo di tempo, a causa di una malattia infettiva o di complicazioni durante il parto.

Si può prevenire?

È importante adottare adeguate misure di sicurezza durante il lavoro o l’attività sportiva, oltre a prestare attenzione quando ci si tuffa in acque poco profonde.

Le cinture di sicurezza riducono la possibilità di incorrere in lesioni gravi in caso di incidenti stradali.

In cosa consiste il trattamento?

Anche se attualmente non esiste una terapia, si affronta la perdita di funzionalità e sensibilità in determinate parti del corpo, tenendo comunque in considerazione l’estensione della lesione e le condizioni del paziente. Riguardo le lesioni del midollo spinale, si tenta di prevenirne di più gravi e di rendere il paziente in grado di tornare ad avere una vita il più attiva e con la miglior qualità di vita possibile.

Alcuni trattamenti possono comprendere:

  • Cura della respirazione
  • Cura della pelle
  • Esercizi per migliorare movimento e forza
  • Terapia occupazionale
  • Programmi per migliorare il controllo di intestino e vescica.

Quale specialista se ne occupa?

La tetraplegia viene trattata da un’équipe multidisciplinare (che può includere anche specialisti in neurologia o fisioterapia), anche in base alla gravità della lesione.