Vídeos del Dott. Alessandro Piccinelli
- Visitate il nostro sito: www.urologiaesolidarieta.it - La prevenzione e diagnosi precoce della neoplasia prostatica ha permesso di ridurre drasticamente la mortalità per questa patologia negli ultimi decenni. L’unico metodo diagnostico disponibile è stata per lungo tempo la biopsia prostatica standard con la sola guida ecografia, che tuttavia presenta dei limiti: spesso si rivela negativa nonostante la presenza di neoplasia (falsi negativi); altre volte l’estensione della neoplasia viene sottostimata (down-staging). Questo non accade per incapacità dell’urologo che effettua la procedura, ma perchè l’ecografia non è in grado di identificare i tumori prostatici. Si eseguono quindi prelievi random secondo schemi prestabiliti, in aree della prostata dove i tumori si rivelano più frequentemente. La Risonanza Magnetica Nucleare Multi-parametrica permette di vedere ciò che l’ecografia da sola non vede, questo grazie all’esperienza dei radiologi, oltre al supporto di un software chiamato Watson Elementary®, che legge le immagini della Risonanza Magnetica e segnala le aree sospette che meritano di essere biopsiate. Sfruttando questo grande potenziale, la tecnologia ha permesso di creare software in grado di fondere le immagini della Risonanza Magnetica Nucleare con l’ecografia, per poter eseguire la Biopsia di Fusione o Fusion, che permette di dirigere l’ago bioptico esattamente in aree sospette segnalate dalla Risonanza Magnetica. La biospia viene eseguita in anestesia locale, ambulatoriamente, per via trans-perineale. Tramite questo accesso l’ago non trafigge la mucosa rettale, riducendo al minimo il rischio di infezione e permettendo una più affidabile fusione di immagini rispetto all’approccio trans-rettale.
La biopsia prostatica fusion permette di biopsiare delle aree sospette segnalate alla Risonanza Magnetica Nucleare. L'esame si esegue in anestesia locale, in regime di Day-hospital e permette una diagnosi più accurata rispetto alle biopsie standard.
Prima visita urologica in un paziente con ipertrofia prostatica e PSA alterato
La terapia del tumore renale è esclusivamente chirurgica e prevede l'asportazione completa del rene (nefrectomia) o l'asportazione del tumore con preservazione della porzione sana del rene (enucleoresezione). L'enucleoresezione viene proposta soltanto in casi selezionati: neoplasie inferiori ai 4cm e situate alla periferia del rene. In tutti gli altri casi è necessaria la nefrectomia. Entrambi gli interventi possono essere eseguiti con tecnica tradizionale (a cielo aperto) attraverso un'ampia incisione addominale, oppure in videolaparoscopia attraverso tre piccoli fori sull'addome. La chirurgia laparoscopica del rene richiede grande esperienza dell'urologo e viene eseguita soltanto in centri di riferimento. Il video presentato, realizzato dagli urologi di Uro.Sol nelle sale operatorie di Clinica Castelli - Bergamo, descrive un intervento di enucleoresezione renale videolaparoscopica eseguito utilizzando tecnologie innovative. Visitate il nostro sito www.urologiaesolidarieta.it o seguiteci alla pagina FB Urologia e Solidarietà Onlus
26 marzo 2014. Alla trasmissione Incontri di Bergamo TV, Alessandro Piccinelli parla dei nuovi trattamenti mininvasivi dell'ipertrofia prostatica benigna.
Vuoi sapere di cosa si tratta? Te lo spiega in quattro minuti Alessandro Piccinelli, Responsabile U.O. Urologia di Clinica Castelli.