Bio Fusion: la rivoluzione nella diagnosi del tumore alla prostata

Bio Fusion: la rivoluzione nella diagnosi del tumore alla prostata

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Marta Buonomano il 13/03/2019

Il Dott. Giampaolo Delicato, esperto in Urologia a Roma, ci parla della Biopsia Fusion, una tecnica rivoluzionaria in grado di fornire risultati molto accurati ed utili per la diagnosi del tumore alla prostata

Tumore alla prostata: quali sono gli esami utili per la diagnosi?

Il tumore alla prostata rappresenta il tumore più frequente nell’uomo dopo i 60 anni di età. Nonostante la disponibilità di esami diagnostici sempre più accurati, come il PSA totale e libero, il Phi, il PCA3score, l'ecografia transrettale e la risonanza magnetica endorettale con spettroscopia, il responso finale sulla presenza o meno di un carcinoma prostatico è sempre affidato alla biopsia prostatica.

L’importanza della biopsia prostatica

Oggigiorno la biopsia prostatica rappresenta l’ultima fase dell’iter clinico-strumentale che dalla semplice visita porta alla diagnosi certa. La biopsia prostatica ecoguidata nasce alla termine degli anni ’80 come superamento del citoaspirato ottenuto per puntura digito-guidata di un nodulo palpabile all’esplorazione rettale e fino ad oggi è rimasta concettualmente e sostanzialmente invariata. La prostata viene divisa in quadranti e si effettua un numero di prelievi variabile da 12 a 40/50 (Biopsia di Saturazione): più elevato è il numero di prelievi, maggiore sarà la possibilità di intercettare il cancro. I limiti della metodica tradizionale sono tre:

  1. È dolorosa
  2. I prelievi possono mancare il cancro, soprattutto se in fase iniziale
  3. Quanto maggiore è il numero dei prelievi effettuati, tanto maggiore è il rischio di complicanze, anche gravi (sepsi bioptica, importanti esiti aderenziali), ad essi collegate

Che cos’è la Risonanza Magnetica Multiparametrica?

La Risonanza Magnetica Multimarametrica (RM Multiparametrica) costituisce l’accertamento più evoluto per l’identificazione di aree a rischio di cancro clinicamente significativo nella ghiandola prostatica. A differenza della tradizionale RM, la RM Multiparametrica, oltre a definire con estrema precisione aree di tessuto con caratteristiche strutturali diverse dal tessuto circostante, riesce a evidenziarne le relative “attività metaboliche” (ovvero la “vivacità cellulare” al loro interno) e a quantificarla con una scala detta PIRADS, che va da 1 a 6. Quindi la RM Multiparametrica, oltre a evidenziare le aree prostatiche a rischio, identifica anche quelle a più elevata malignità, con un potere predittivo valutato intorno al 90%.

Biopsia fusion: che cos’è e quali sono i suoi vantaggi?

Per sfruttare al massimo le informazioni fornite dalla RM Multiparametrica la bioingegneria ha messo a punto una nuova linea di ecografi detti “Fusion” che riescono ad acquisire le immagini della RM Multiparametrica, a fonderle in 3D con quelle ecografiche e a marcare le lesioni più significative rendendo possibile una “biopsia a bersaglio”. I vantaggi della biopsia fusion sono molteplici:

  1. È eseguibile ambulatoriamente con minima anestesia locale
  2. Riduce il numero di prelievi necessari dai 12-50 a soli 2-3
  3. Ha una minima invasività, riducendo non solo il fastidio ma anche il tasso di complicanze
  4. Ha una massima precisione diagnostica senza possibilità di sottostadiazione
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