Cefalea ed emicrania: come si cura il mal di testa?

Cefalea ed emicrania: come si cura il mal di testa?

Editato da: il 04/05/2020

Soffri di mal di testa? Potrebbe essere emicrania! Il Dott. Giorgio Dalla Volta, esperto in Neurologia a Brescia, parla di come si cura la cefalea

 

Mal di testa, cefalea ed emicrania

Cefalea” è il termine scientifico per definire il mal di testa; “emicrania” indica già una diagnosi.

Dei 70 tipi esistenti di cefalea, alcuni dei quali secondari ad altre malattie (ad esempio, in corso di ictus, encefalite, ferite, malattie da intossicazione da ossido di carbonio, infezioni virali, etc.) ed altri primari (la cui causa non è riconducibile ad un’altra malattia), l’emicrania è quella che s’incontra più frequentemente durante le visite dal Neurologo.

L’emicrania ha una sua specificità, quindi una sua familiarità molto spiccata. Il paziente può cominciare a soffrirne a qualunque età, anche a 5 anni, e si sviluppa poi nel corso della vita, con la tendenza a diventare sempre più frequente.

Le altre forme di cefalee primarie sono, ad esempio, la cefalea a grappolo, la cefalea tensiva ed altre forme più rare.

Mal di testa: quando andare dal Neurologo?

Diventa necessario rivolgersi ad un Neurologo quando il mal di testa è “diverso dal solito”:

  • Il mal di testa diventa cronico, il dolore diventa quotidiano;
  • Cambia il tipo di dolore;
  • L’emicrania diventa ingestibile, quindi non più controllabile attraverso l’assunzione di analgesici;
  • L’emicrania diventa più frequente e si hanno più di 2-3 crisi al mese.

Rivolgersi ad un Centro Cefalee o ad un Neurologo può far sì che si eviti la cronicizzazione della malattia e l’abuso e auto-somministrazione di farmaci analgesici, che possono essere controindicati per altre malattie di cui il paziente soffre o per altri farmaci che il paziente assume.

Emicrania: come si cura?

Quando l’emicrania supera le 3-4 crisi al mese dev’essere affrontata con una cura preventiva: esistono dei farmaci che aiutano a curare la malattia, stabilizzando i neuroni cerebrali e, quindi, l'alterazione che porta all’emicrania e alla sua cronicizzazione.

Molto spesso, poi, l’emicrania ha come comorbilità dei disturbi di carattere ansioso depressivi: oltre al farmaco di prevenzione dell’emicrania, presso il Centro Cefalee il paziente potrà ricevere anche farmaci contro il disturbo ansioso depressivo, che aiutino a curare la deflessione dell’umore. Spesso il paziente con emicrania lamenta anche tensione cervicale, che altro non è se non una somatizzazione dell’ansia.

Che cos’è l’aura emicranica?

L’aura emicranica è un fenomeno complesso, che si può manifestare con la scomparsa del campo visivo o la sensazione di essere abbagliati da una fonte luminosa importante. Il paziente, quindi, riferisce che per 20-30 minuti non riesce più a vedere.

I problemi visivi possono essere seguiti da un formicolio che dal braccio sale fino alla bocca, o anche da disturbi del linguaggio. Questi sono fenomeni critici neurologici, che possono precedere quella che è la crisi emicranica.

Quando avviene una di queste cose, il paziente si preoccupa molto, in quanto sembra essere in corso un evento cerebrovascolare acuto, come un ictus o una crisi epilettica.

L’integratore contro l’emicrania

 C’è una novità importante per i pazienti che soffrono di emicrania cronica: un nuovo integratore alimentare, a base di partenio (nell'immagine), 5-idrossitriptofano e magnesio, che si può assumere nel momento in cui il paziente lamenta il fenomeno dell’aura. Quest’integratore riesce immediatamente a ridurre l'intensità, la disabilità e la durata dell’aura e a prevenire la comparsa del mal di testa.

Fino ad oggi, l’aura si trattava, con farmaci specifici o analgesici, nel momento in cui arrivava il dolore. Ora, invece, possiamo prevenire i disturbi, la cui durata può essere anche di 24 ore e portare ad astenia e confusione. 

Emicrania: quali sono gli esami da eseguire?

Chi soffre di aura emicranica è giusto che esegua una risonanza magnetica encefalo, una termografia, per verificare l’effettiva presenza di emicrania, e un doppler transcranico, per escludere la pervietà del forame ovale che molto spesso (anche fino al 65% dei casi) è presente in pazienti che hanno l’aura.

 

Editor Karin Mosca

Neurologia a Brescia