Come distinguere i vari tipi di calcolosi della colecisti

Come distinguere i vari tipi di calcolosi della colecisti

Editato da: Marta Buonomano il 10/12/2018

Il Dott. Paolo Ialongo, esperto in Chirurgia Generale a Bari, ci spiega quali sono le differenze tra i vari tipi di calcoli alla colecisti

Cosa sono i calcoli della colecisti?

Per calcolosi o litiasi della colecisti s’intende la presenza di calcoli nel lume della colecisti. Questi calcoli (il nome deriva dal latino “calculus”, cioè “pietruzza”) sono degli accumuli di sali minerali e diverse sostanze organiche: ad esempio i calcoli biliari sono formati da sali di calcio, colesterolo e pigmenti biliari e possono essere di numero, dimensione e composizione variabile.
La calcolosi della colecisti rappresenta uno dei problemi gastrointestinali più comuni. Negli Stati Uniti, oltre 20 milioni di persone (più del 10% della popolazione) sono affetti da litiasi biliare ed ogni anno vengono scoperti circa un milione di nuovi casi. 

Come si distinguono i vari tipi di calcolosi della colecisti?

La sintomatologia è imprevedibile e di severità variabile. Si distinguono pertanto la calcolosi silente da quella clinicamente manifesta sotto forma di colica biliare, colecistite acuta, coledocolitiasi e pancreatite litiasica.

  1. Calcolosi asintomatica: Molte persone sono asintomatiche al momento della scoperta dei calcoli, che rappresentano in tal caso un riscontro occasionale in corso di un esame ecografico o TAC addome effettuati per sintomi o segni non correlati a calcolosi, o nel corso di esami di screening effettuati sulla popolazione sana. Pertanto i calcoli silenti sono quelli presenti in soggetti senza storia di dolore biliare o di complicazioni della colelitiasi.
  2. Colica biliare: Il paziente presenta in tal caso una sintomatologia dolorosa localizzata a livello del quadrante superiore destro dell’addome o in sede epigastrica. Tale sintomatologia origina gradualmente e può essere accompagnata da nausea e vomito. Spesso si irradia alla scapola destra o alla regione interscapolare.
    Nei pazienti che hanno avuto un episodio di colica biliare è indicato l’intervento chirurgico in elezione di colecistectomia.
  3. Colecistite acuta: Il 95% dei pazienti con colecistite acuta ha un’ostruzione da calcolo del dotto cistico. Sebbene la bile sia spesso sterile nelle prime fasi di una colecistite acuta, entro pochi giorni viene colonizzata da batteri. Solo il 5-10% dei pazienti con colecistite acuta non ha evidenza di calcoli (colecistite alitiasica).
    I pazienti con colecistite acuta oltre alla sintomatologica dolorosa, alla nausea e al vomito, presentano febbre generalmente lieve (37,5°C). Se la temperatura corporea supera i 38,5°C è probabile una complicanza settica come l’empiema, la gangrena o la perforazione della colecisti. I pazienti presentano anche un aumento dei globuli bianchi (tra 12.000 e 15.000 per mm3).
    Nella maggior parte dei casi si procede a infusione di fluidi endovena, all’uso di analgesici ed antibiotici.
    Il trattamento di scelta è la colecistectomia “precoce” entro 72 ore dall’inizio dell’attacco che riduce il tasso di complicanze.
  4. Coledocolitiasi: Nei paesi Occidentali la maggior parte dei calcoli del coledoco è di colesterolo e si formano nella colecisti per poi migrare nel dotto biliare principale. Tuttavia calcoli coledocici pigmentari costituiti da bilirubinato di calcio possono formarsi ex novo nel coledoco.
    I pazienti con coledocolitiasi possono essere asintomatici (30-40%) o possono presentare coliche biliari, colangite, ittero o pancreatite.
    Complicanze rare ma severe sono rappresentate dalla cirrosi biliare secondaria e la formazione di ascessi epatici.
    La colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) con papillo-sfinterotomia e clearing della via biliare principale, è da considerare la metodica di prima scelta. La terapia chirurgica della coledocolitiasi è invece da riservare ai casi di insuccesso della procedura endoscopica.
  5. Pancreatite da calcoli: Anche se una pancreatite acuta da calcoli è più grave di quella alcolica in termini di mortalità nella fase acuta, essa non porta alla pancreatite cronica né all’insufficienza funzionale esocrina dell’organo.
    Gli eventi iniziali della pancreatite sono rappresentati dalla migrazione del calcolo dalla colecisti nel coledoco, che nel suo tratto terminale si restringe per la presenza di uno sfintere.
    Per questo motivo il calcolo difficilmente riuscirà a passare tale barriera.
    La permanenza del calcolo nel tratto terminale del coledoco, oltre ad impedire la regolare circolazione della bile, rappresenta un ostacolo anche per il deflusso di succhi pancreatici provocando la risalita della bile nel dotto pancreatico. Questa, associata ad un improvviso aumento della pressione nei dotti più interni, può comportare l’insorgenza di una pancreatite acuta (30-70% dei casi), più comune in soggetti di sesso femminile over 50-60.
    Il trattamento chirurgico della pancreatite può essere in urgenza, in tal caso rivolto alla gestione delle complicanze, o in elezione dopo risoluzione della fase acuta per effettuare la colecistectomia.
Chirurgia Generale a Altamura