Curare l'artrosi dell'anca!

Curare l'artrosi dell'anca!

Editato da: Antonio Mazzaglia il 15/09/2019

L’artrosi è una patologia degenerativa che colpisce il rivestimento (elastico e liscio) che ricopre le due ossa contrapposte che costituiscono un’articolazione. Il Dott. Maurizio Fontana, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Bologna, ci spiega nel dettaglio

Cos’è l’artrosi? 

L’Anca Artrosica si presenta con aree di cartilagine assottigliata o assente, cavità ossee piene di tessuto gelatinoso (Geodi) e donna seduta, bacino, ancasperoni ossei sporgenti dai margini dell’articolazione (Osteofiti). È strettamente correlata all’invecchiamento ed è dovuta al rinsecchirsi della cartilagine e al suo irrigidimento, per via della progressiva perdita di acqua. Così come si formano le “rughe” sulla pelle, la cartilagine si crepa e si assottiglia generando dolore (specie al mattino) e gonfiore delle articolazioni (iper-produzione di liquido sinoviale). L’Anca, insieme alla Colonna Vertebrale, la Mano (base del Pollice), il Ginocchio, è l’articolazione statisticamente più colpita.

Come è fatta l’articolazione dell’anca?

L’Articolazione dell’Anca è costituita da una cavità ossea ricevente detta Acetabolo (cavità emisferica del bacino rivestita da cartilagine e circondata nei suoi bordi da una specie di guarnizione denominata Cercine) e da una prominenza definita Testa del Femore (anch’essa emisferica che si adatta perfettamente entro l’Acetabolo). Sono i tessuti molli (membrana sinoviale, capsula articolare, tendini e muscoli) che, circondando l’articolazione, le permettono di muoversi.

Quali sono le cause più frequenti?

L’Artrosi può essere definita Primitiva (dovuta ai soli processi dell’invecchiamento) o Secondaria (accelerata da fratture mal guarite, o altre malattie articolari precedenti, per esempio la Lussazione Congenita dell’Anca). Condizioni generali (eredo-familiarità, per esempio la Artrosi deformante delle mani; obesità; squilibri ormonali) possono accelerare l’Artrosi. Le cause più frequenti di Artrosi Secondaria sono:

  • Gli esiti di frattura dell’Acetabolo (tipicamente da incidente stradale). Spesso, pur operando correttamente, la frattura non è perfettamente affrontata;
  • Le irregolarità delle superfici articolari creano attrito e usura della cartilagine;
  • Gli esiti di Lussazione traumatica dell’Anca (lacerandosi le arteriole che portano sangue, la testa del femore muore determinando il consumo della cartilagine e il collasso dell’osso);
  • Gli esiti di turbe vascolari nella crescita (Osteocondrosi infantile) o difetti delle cartilagini d’accrescimento (Epifisiolisi);
  • La Lussazione congenita dell’Anca (malattia frequente in passato in Italia, oggi limitata dalle indagini ecografiche neo-natali).

Quali sono i sintomi?

I sintomi precoci dell’Artrosi dell’Anca (detta anche Coxartrosi) sono dolori nella regione inguinale o glutea specie nella stagione freddo-umida e un impaccio motorio all’inizio della deambulazione (specie la mattina). In molti casi il dolore è irradiato alla faccia anteriore della coscia e spesso viene confuso con patologie del ginocchio. In questa fase il calore locale (Termoforo) dà beneficio e spesso la situazione rimane stazionaria per anni. In seguito compaiono limitazioni articolari (limitazione della intra-rotazione dell’arto) e dolori più intensi e prolungati. Con il progredire dell’irrigidimento dell’anca può realizzarsi anche la diminuzione dei dolori.

Come si esegue la diagnosi?

La diagnosi di Coxartrosi si fa essenzialmente osservando come il paziente cammina mentre entra nell’ambulatorio (Zoppia di Fuga = camminare accelerando il passo dal lato affetto dolente; Zoppia di caduta = l’arto affetto scende durante il passo a causa del suo accorciamento; Zoppia da Insufficienza Muscolare = l’emibacino oscilla a causa della mancata forza dei muscoli Glutei dell’altro lato) e ascoltandolo mentre descrive i suoi disturbi e gli eventuali traumi o malattie avute in passato. Il dolore sarà essenzialmente Gluteo-Inguinale, con irradiazione alla faccia anteriore della coscia sino al ginocchio (occorre fare attenzione a non confonderlo con dolori provenienti dalla schiena o originati dal ginocchio). L’intra-rotazione limitata e dolente dell’anca è il più precoce segno che si evidenzia nella visita. Due Radiografie ortogonali fra loro (una Radiografia in Antero-Posteriore non è sufficiente) mostreranno:

  • Riduzione della linea scura che separa l’Acetabolo dalla Testa del Femore (in comparazione con l’anca non dolente);
  • Presenza di Osteofiti ai margini dell’Articolazione;
  • Presenza di cavità ossee rotondeggianti (Geodi) entro l’Acetabolo e la Testa del Femore.

Quando è indispensabile una TAC?

Solo in particolari condizioni sarà necessaria una TAC (forme iniziali di artrosi) o una Risonanza Magnetica Nucleare (sospetto di Necrosi della Testa del Femore). La terapia della Coxartrosi comprende un approccio iniziale con Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS), calore esogeno (Termoforo), endogeno (Radar Terapia), TENS (Corrente Antalgica a Onde Quadre), Terapia Manuale (Lavoro di Allungamento sui fasci muscolari contratti), rieducazione progressiva al carico e al cammino, controllo del peso corporeo. Si prosegue con infiltrazioni articolari (eseguite con aghi particolari e sotto il controllo ecografico), con un farmaco che associa a un gel viscoelastico (esplica un effetto ammortizzante) l’acido ialuronico (nutriente per la cartilagine), o con cortisonici più anestetici locali.

Cos’è l’Artroscopia? 

In forme di Conflitto Femo-Acetabolare (alterata conformazione del collo femorale e bordo acetabolare), in pazienti giovani, o in esiti di fratture con calcificazioni che limitano il movimento, è indicata l’Artroscopia con una cannula di 5 mm di calibro e 20 cm di lunghezza, contenente un sistema a fibre ottiche (collegato a una telecamera e a un monitor). Si penetra nell’articolazione (che viene allargata con una trazione posta alla caviglia) e la si esplora attraverso tre diversi accessi (Laterale diretto, Antero Laterale e Postero Laterale). Con una seconda cannula poi, si può portare una serie di strumenti (pinze da presa, rette o curve, frese motorizzate, vaporizzatori a radiofrequenze) in sede e si possono eseguire piccoli interventi (reinserzioni di fibrocartilagini distaccate, fresatura di osteofiti o calcificazioni che interferiscono nei movimenti dell’anca, esplorazione di protesi di cui si sospetta la rottura o il consumo di una sua componente).

Cos’è la Chirurgia Mininvasiva? 

La Chirurgia Mini Invasiva è una convenzionale protesi d’anca che viene applicata con una incisione cutanea di 8 cm di lunghezza (nel passato le incisioni erano di 15-20). L’incisione può essere fatta a “Bikini”, seguendo la piega inguinale che verrà ricoperta dal costume per rispetto dell’estetica. Si utilizza poi uno speciale strumentario che allarga le masse muscolari in profondità e, vero vantaggio per il paziente, non si distaccano i muscoli. Rispettando questi presupposti il paziente riprenderà a camminare già nelle prime ore dopo l’operazione (con l’ausilio delle stampelle), si avrà una riduzione delle perdite di sangue (1/3), e la degenza post-operatoria sarà di pochi giorni.

Esistono modelli protesici, e relativi materiali, all’avanguardia?        

Le cupole acetabolari a doppia mobilità, ad esempio, sono state prodotte già da molti anni ma oggi sono state perfezionate (sono stati ridotti l’attrito e l’usura). Esse sono costituite da una emisfera in Titanio che si fissa all’osso, da una cupola in Polietilene che può muoversi entro la coppa metallica e da un’ulteriore testa in metallo (o ceramica dotata di ulteriore movimento). Il disassemblaggio dell’impianto, comunque, non avviene in quanto vi è un anello di sicurezza volto a prevenirlo. Generalmente, questi impianti sono adatti a pazienti con difetti acetabolari (ove la cupola sia difficile da impiantare), nei Parkinsoniani, Epilettici o affetti da paralisi spastiche ove vi è un serio rischio di lussazione della protesi. A forme artrosiche precoci ma diffuse a tutta l’articolazione è possibile eseguire una protesizzazione con Cupole di Rivestimento. Anziché asportare tutta la testa del femore la si fa sanguinare nella sua superficialità e la si riveste con una cupola metallica. Questo intervento è particolarmente adatto a pazienti giovani (40 anni) perché rendono più agevole una eventuale futura sostituzione con una protesi totale. Attualmente l’utilizzo di cupole di rivestimento è stato limitato (in attesa di studi inerenti il rilascio di ioni metallici nell’organismo). I Ministeli Femorali (o a Risparmio di Collo) prevedono miglioramenti delle superfici porose in Titanio, oltre che la creazione di steli più corti che invadono meno il canale femorale e che, nell’eventualità che vadano sostituiti, vengono usati steli standard da primo impianto con conseguente risparmio osseo. Sono adatte a persone non pesanti e che pratichino lavori-attività non gravose.

Può dirci qualcosa in merito agli Accoppiamenti Protesici?

Per Accoppiamenti Protesici si intendono le superfici di contatto delle due componenti (fondamentale per la vita media di una protesi d’Anca). Il classico accoppiamento Testa Metallica-Inserto acetabolare in Polietilene comincia a mostrare i suoi limiti creando la più alta percentuale di particelle di usura (materiale dannoso che fa fallire le protesi). Molto più performante è già l’accoppiamento Ceramica-Polietilene, soprattutto se si impiantano teste di 32 mm di diametro (minore concentrazione dei carichi e migliore motilità articolare rispetto a teste di 28 mm). Gli accoppiamenti più usati sono il “Ceramica-Ceramica” e il “Metallo-Metallo”; i primi non consentono attività che comportino contraccolpi per il rischio di infrazione della ceramica; i secondi sono condizionati dal rischio di rilascio di Ioni Cobalto e Cromo. Una nuova interessante proposta nasce dalla creazione dell’Oxinium (metallo con ceramica, che associa la grande levigatezza di superficie della ceramica alla maggiore resistenza alle microfratture del metallo). Questo materiale (che è anallergico come la ceramica) viene accoppiato al Polietilene ad altissimo peso molecolare (molto concentrato) arricchito da Vitamina E. I coefficienti d’attrito e di usura sono molto bassi per cui ci sono ottimi presupposti per una lunga durata. I Follow-Up attuali, però, non sono ancora lunghi come nelle protesi con accoppiamento “Ceramica-Ceramica” o “Metallo-Metallo”.

Ortopedia e Traumatologia a Bologna