Diabete: perché nuoce alla vista?

Diabete: perché nuoce alla vista?

Editato da: Serena Silvia Ponso il 05/04/2023

Una delle complicanze più gravi del diabete è la perdita della vista. La glicemia alta, infatti, danneggia i vasi della retina, facendo sì che si origini la cosiddetta retinopatia diabetica. Il Prof. Francesco Bandello, esperto in Oftalmologia, ci spiega di cosa si tratta e come è possibile curarsi

Cosa succede alla retina in corso di diabete?

L’iperglicemia, ossia il livello elevato di zuccheri nel sangue, ha conseguenze sia a livello vascolare che neurologico. A livello vascolare, l’alta quantità di glucosio danneggia le pareti dei vasi sanguigni della retina, che non riescono più a trattenere i liquidi e le sostanze che scorrono all’interno di essi. Questa alterazione vascolare porta alla formazione di edema (che è l’accumulo di acqua nella retina) e ad essudati (che sono depositi lipoproteici nello spessore del tessuto retinico). Se questi fenomeni coinvolgono la parte centrale della retina, che si chiama macula, ne deriva un grave danno alla vista.

In alternativa, i piccoli vasi della retina possono chiudersi, determinando delle zone d’ischemia che, a loro volta, possono portare a danni maggiori, causando la formazioni dei neovasi (retinopatia proliferante).

Cosa succede se non si cura la retinopatia diabetica?

La retinopatia proliferante è quindi causata dalla formazione delle zone di ischemia retinica, che portano alla produzione di fattore vasoformativo (Vascular Endothelial Growth Factor, abitualmente indicato con l’acronimo VEGF). È proprio il VEGF il responsabile della formazione delle proliferanti, vasi particolarmente sottili e fragili che si rompono con molta facilità. Quando si rompono, ad esempio dopo uno starnuto o un colpo di tosse, causano emorragie nel corpo vitreo (la massa gelatinosa che compone per 4/5 la struttura dell’occhio), e con il tempo possono portare al distacco della retina.

 

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Quali sono i sintomi della retinopatia diabetica?

Purtroppo, in una fase iniziale, la retinopatia diabetica è asintomatica. I primi disturbi, cioè una visione deformata e offuscata, si manifestano quando ha già iniziato a svilupparsi un edema maculare.

Un’emorragia nel corpo vitreo, detta emovitreo, può causare un’improvvisa riduzione visiva.

Quali sono gli esami che permettono la diagnosi della retinopatia diabetica?

Il paziente diabetico dovrebbe periodicamente sottoporsi a un esame del fondo dell’occhio, per valutare lo stato di salute dei vari distretti oculari.

Se si scopre che si è già sviluppata una retinopatia, allora si esegue una tomografia ottica a luce coerente (OCT), che permette di ottenere immagini ad alta risoluzione delle fibre nervose della retina. In questo modo si può valutare lo situazione della malattia e il danno alla retina.

Altri esami utili sono la fluoroangiografia (grazie all’iniezione di un colorante si evidenziano i vasi sanguigni di retina e coroide) o l’angiografia OCT (dà le stesse informazioni ottenibili con la fluoroangiografia, ma senza che sia necessario iniettare del colorante nell’occhio).

In cosa consiste il trattamento della retinopatia diabetica?

Come sempre, la miglior arma di prevenzione è il controllo periodico, sia della glicemia che della vista.

Se, invece, si è già originata una retinopatia, si può intervenire per bloccare lo sviluppo della malattia. Il trattamento può consistere nell’iniezione di farmaci anti-VEGF o steroidi nel corpo vitreo, che impediscono la produzione di nuovi vasi e la formazione dell’edema maculare. Se ci sono ischemie, invece, queste possono essere rimosse con il laser.

La vitrectomia, cioè la rimozione chirurgica del corpo vitreo e la sua sostituzione con un liquido trasparente, è necessaria in caso si siano già verificate emorragie interne o distacchi della retina.

Chi soffre di diabete, quindi, non deve esitare a recarsi dall’Oftalmologo per chiedere un’analisi dei propri occhi e per evitare problemi molto seri alla vista.

 

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