Psichiatria e terza età: a quali patologie possono andare incontro gli anziani?

Psichiatria e terza età: a quali patologie possono andare incontro gli anziani?

Editato da: Veronica Renzi il 08/11/2023

La Dott.ssa Maria Tiziana Neri, specialista in Psichiatria a Firenze, ci spiega quali sono le principali condizioni a cui possono andare incontro le persone una volta raggiunta la terza età

Decadimento cognitivo

Il decadimento mentale, che in passato veniva chiamato arteriosclerosi celebrale e poi Alzheimer, non è altro che il decadimento nell’anzianità. Essendo una condizione sostenuta da diverse cause, talvolta concomitanti, può seguire diversi percorsi evolutivi a seconda dell’età di insorgenza, della sintomatologia e della rapidità di evoluzione.

Può fermarsi alla smemoratezza benigna (dimenticarsi ripetutamente degli oggetti come gli occhiali, le chiavi, ecc.) soprattutto durante il pomeriggio o la sera, fino alla difficoltà nel ricordare visi, nomi, percorsi spaziali, rapporti genealogici, stagioni e giorni della settimana (evoluzione progressiva e non recuperabile). Questo stato può aggravarsi ulteriormente a causa del concomitante umore depressivo, per questo è importante che le persone vicine al paziente siano comprensive e provvedano a supportarlo in maniera costante: diventare una “protesi” per compensare le funzioni mentali che il paziente sta perdendo richiede molta empatia, adattabilità, costanza e rispetto.

La terapia farmacologica basata su stabilizzatori dell’umore, tranquillanti, ansiolitici, talvolta antidepressivi e su nuovi presidi agonisti dell’acetilcolina (utili per ostacolare la perdita della memoria) ci consente di contrastare la sofferenza del paziente.

Disturbi della ideazione

A volte, senza che ci sia simultaneamente involuzione cognitiva o stato depressivo dell’umore, è possibile che si sviluppi nella mente degli anziani un pensiero patologico di cui è vittima in quanto incapace di critica. Nella maggior parte dei casi si tratta di idee persecutorie (essere oggetto di ridicolizzazioni, dispetti, maldicenze, furti e gelosie). La terapia farmacologica per questa condizione è spesso ostacolata dal paziente, che non concorda con la diagnosi e quindi si rifiuta di seguire il trattamento. D’altra parte, i neurolettici (sedativi maggiori) prescritti in questi casi possono avere diversi effetti collaterali fisici che allarmano ancor di più il paziente. È fondamentale, da parte del terapeuta, scegliere il medicinale e la dose più adatta al paziente, cercando di guadagnare e mantenere la sua fiducia durante la terapia.

Disturbo bipolare dell’umore

Il disturbo bipolare dell’umore, che spesso insorge prima della terza età, colpisce gli anziani come forma di espressione di un danno di tipo traumatico, dismetabolico o vascolare situato in specifiche aree cerebrali. Il rapido esordio di uno stato depressivo o, al contrario, di eccitamento, può spesso confondere lo specialista inducendolo ad un’erronea diagnosi di demenza. I circoli viziosi che si possono innescare a causa di un errore diagnostico di questo tipo porteranno non solo ad una terapia inadatta, ma anche ad una gestione sbagliata del paziente, che si sentirà incompreso e non creduto.

Dal punto di vista terapeutico, non sempre è indicato il classico sale di litio a causa di problemi renali, intestinali o tiroidei; esistono però degli altri stabilizzatori dell’umore che, oltre ad essere efficaci, vengono ben tollerati dai pazienti. Si deve però tenere in considerazione il fatto che l’anziano è di per sé un soggetto fragile, con momenti di tempestività emotiva che possono provocare stress psico-organici che, di conseguenza, inducono ictus, infarti, abbandono di terapie antidiabetiche concomitanti, ecc. Proprio a causa di questi repentini cambi è importante sollecitare grande attenzione a chi assiste e supporta il paziente.

Malattie ad andamento lento

Le cosiddette malattie “ad andamento lento” includono artrosi, diabete, difficoltà nella digestione, intestino pigro e/o colon irritabile, esiti di fratture che non si sono ricomposte correttamente, disturbi dovuti a pregressi interventi, nonché sintomi minori e allarmanti in attesa di diagnosi. Queste condizioni talvolta possono essere concomitanti ed è proprio a seguito di questi “incontri” che si evidenzia il carattere del paziente: il carattere rappresenta in questi casi un tassello fondamentale, molto più dell’intelligenza e della cultura, e può costituire un limite o un alleato nell’affrontare queste patologie e nell’accettare o meno l’aiuto che gli viene offerto.

Un anziano difficilmente può essere rieducato, per questo è più utile mettere in evidenza le risorse costruttive disponibili e, con queste, diverse strategie per tentare di strutturare un iter terapeutico e assistenziale in grado di mediare tra necessità talvolta contrastanti tra loro (pigrizia e fisioterapia, golosità e diabete, necessità di sentirsi in primo piano nell’animo di chi gli sta vicino e abuso quasi intossicante della loro pazienza, ecc.).

Problemi psichiatrici negli anziani

Nel 1996 l'OMS ha avvertito sull'importanza che la malattia mentale acquisterà in futuro. A questo proposito, gli esperti insistono sul fatto che sarà il problema di salute più grande nell'immediato futuro in tutto il mondo, compresi i paesi in via di sviluppo. In meno di 20 anni la depressione passerà dal quinto al secondo posto nella classifica delle discapacità.

I pazienti anziani presentano più disturbi mentali rispetto agli adulti più giovani

L'alta prevalenza e morbilità degli anziani favoriscono un maggior rischio di deterioramento cognitivo. Oltre ad una accurata visita clinica dello stato mentale e della funzione cognitiva, e il medico dovrà essere infornato sull’uso di medicinali e su eventuali terapie a cui è sottoposto il paziente anziano.

Diagnosi del problema psichiatrico

Lo psichiatra dovrebbe essere in grado di effettuare una diagnosi precoce, rilevando sintomi o segnali che suggeriscano l'esistenza di un problema psichiatrico, come un comportamento anomalo, o malattie neurodegenerative.

Il colloquio clinico e l'esplorazione psicopatologica sono i punti su cui basarsi per condurre una corretta diagnosi. In seguito lo psichiatra fornirà l'approccio terapeutico più efficace in base alle condizioni cliniche, sociali e familiari di ogni paziente.

Il ruolo dello psichiatra

Il ruolo dello psichiatra è fondamentale per la cura del paziente anziano, che deve essere seguito anche da geriatri, neurologi e internisti. Il lavoro è focalizzato sulla rilevazione, la diagnosi e il trattamento delle malattie mentali, sulla valutazione delle malattie neurodegenerative e sull'indirizzamento delle alterazioni comportamentali. È anche importante informare i pazienti e le loro famiglie circa il bisogno di cure specifiche circa la possibilità di coordinare le risorse sociali offerte da ospedali, comunità o anche a domicilio.

Il ruolo della famiglia

La famiglia è un supporto indispensabile nel recupero di malattie mentali o neurodegenerative. È dimostrato che i pazienti anziani con un ambiente familiare idoneo hanno una prognosi migliore rispetto al resto. Pertanto, è fondamentale per i familiari essere parte integrante del processo di recupero come co-terapeuti e svolgere ruolo attivo nel monitoraggio del paziente, nel riconoscere sintomi e comportamenti che consentano una diagnosi precoce e un miglioramento globale nel paziente anziano.

Psichiatria a Firenze