Il PRP in Ortopedia e Traumatologia

Il PRP in Ortopedia e Traumatologia

Editato da: Serena Silvia Ponso il 20/04/2023

Il Prof. Gaetano Gulino, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Catania, illustra le caratteristiche del PRP, trattamento multidisciplinare in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti e, quindi, di contrastare l'invecchiamento della popolazione

Come ci può aiutare la medicina rigenerativa ortopedica?

Lo sviluppo della medicina rigenerativa assieme alle nuove tecnologie di rigenerazione tissutale hanno reso possibile accorciare i tempi di guarigione e di riparazione di tessuti dell’apparato scheletrico, difficilmente trattabili. Gli studi condotti a tal proposito partono dal presupposto che dopo ogni trauma l’organismo attiva una serie di meccanismi atti a risolvere il danno: la medicina rigenerativa cerca di comprendere e favorire questi meccanismi naturali di guarigione, al fine di ottenere risultati ottimali senza ricorrere a invasivi e complessi trattamenti chirurgici. Nell’ambito della medicina rigenerativa ortopedica sono molti i campi di ricerca. Tra questi, l’ingegneria tissutale e l’utilizzo di stimoli fisici o chimici, come i “fattori di crescita” già utilizzati nella pratica clinica con risultati promettenti. Altri, come l’impiego di cellule staminali, lo saranno probabilmente in un prossimo futuro.


PRP: cos’è?

Con “fattori di crescita” ci si riferisce a numerose sostanze capaci di stimolare la proliferazione e il differenziamento cellulare. Il nostro corpo produce molti fattori di crescita, ciascuno dei quali partecipa a un particolare momento del ciclo cellulare, come il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) che interessa l’Ortopedia. Quello usato in terapia è un volume di plasma sanguigno autologo, cioè appartenente al paziente stesso che ha una quantità di piastrine molto superiore al valore normale. Si tratta, in pratica, di un concentrato di piastrine del proprio sangue. Abbiamo messo a punto iniezioni cicliche di PRP, al fine di evitare o allontanare la necessità del trattamento chirurgico di patologie ortopediche a carico dell’anca e del ginocchio (lesioni della cartilagine, artrosi in fase iniziale), della spalla (tendiniti e lesioni della cuffia), del gomito (epicondiliti) e del piede (fascite plantare). I fattori di crescita intervengono nello stimolare la rigenerazione dei tessuti lesionati. Infatti, l’utilizzo del PRP, sfruttando la potenzialità rigenerativa del nostro organismo, migliora la vascolarizzazione locale nelle sindromi miofasciali e nelle tendiniti croniche, e svolge la sua azione terapeutica grazie alla capacità di rilasciare fattori di crescita in grado di promuovere la rigenerazione tissutale. Dopo la centrifugazione a bassa velocità, le piastrine sono iniettate nella zona del corpo interessata. Di solito si prevedono tre infiltrazioni, a distanza di 15 giorni ciascuna. Ciò provoca la regressione del dolore, il miglioramento della funzionalità dell’articolazione e, quindi, della qualità della vita.

 

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Il PRP: quando viene utilizzato

I primi impieghi ortopedici sono avvenuti nei casi di mancata guarigione delle fratture. C’è voluto del tempo affinché l’uso del PRP si estendesse anche ai tessuti molli, come ad esempio nel caso di ferite che stentavano a guarire. Le patologie che giovano dell’utilizzo del plasma ricco di piastrine in ambito ambulatoriale possono essere suddivise in due grandi categorie: quelle dei tendini (tendinopatie) e quelle delle articolazioni (artropatie). Le tendinopatie riguardano patologie acute o croniche, che coinvolgono i tendini. La zona più colpita è quella del passaggio dal tendine all’osso. Il tendine diventa dolente, la cute intorno è arrossata e rigonfia, e tutto ciò porta a una diminuzione della funzionalità del segmento coinvolto. Il paziente non riesce più a praticare un determinato sport o una comune attività quotidiana. Esempi classici sono il “gomito del tennista” o il dolore al tendine d’Achille che non rispondono alle terapie tradizionali.


Le infiltrazioni di PRP

L’iniezione di PRP porta un duplice beneficio: da un lato, riduce le alterazioni che sono alla base del perdurare del dolore, dall’altro c’è un’azione rigenerante sul tendine sofferente, che porta a un miglioramento della qualità del tessuto e della sua resistenza. Per le artropatie il campo d’azione principale è quello delle lesioni della cartilagine, in particolare quella del ginocchio. Il trattamento con PRP può essere proposto con lo scopo di ottenere un miglioramento delle condizioni della cartilagine articolare, con riduzione durevole dell’infiammazione e quindi del dolore. Tale beneficio clinico si riesce a ottenere anche nei soggetti meno giovani, con artrosi agli stadi iniziali.


Come funziona il trattamento con PRP?

Premesso che tutti i pazienti in buone condizioni di salute possono essere sottoposti a infiltrazione di PRP, il trattamento si compone di due fasi che si svolgono nella stessa seduta ambulatoriale:

  • Fase 1: questa prevede un prelievo di sangue venoso al paziente. Non è necessario essere a digiuno o sospendere eventuali terapie farmacologiche in corso. Il sangue è poi immesso in una macchina speciale atta alla sua centrifugazione. Il movimento e la presenza di particolari membrane del dispositivo portano alla separazione delle varie componenti del sangue ed a ricavare la parte molto ricca di piastrine (PRP), che è immessa automaticamente in una siringa sterile. Il tutto richiede circa trenta minuti di tempo.
  • Fase 2: è costituita dall’iniezione del preparato (PRP) nel tendine o nell’articolazione sofferente. Dopo un breve periodo di osservazione, il paziente può tornare a casa. Il trattamento prevede più sedute, distanziate l’una dall’altra solitamente di due settimane. Di norma sono necessarie 2-3 sedute per le patologie tendinee e 3 sedute per quelle articolari. La sospensione delle attività sportive viene consigliata per tutta la durata della terapia.


Il futuro dell’Ortopedia e della Traumatologia: le cellule staminali

Le cellule staminali sono cellule indifferentemente multipotenti (a destino non determinato) che, tramite un processo di differenziamento, possono dare luogo al tipo di cellule necessarie. La cura con cellule staminali riduce il tempo di guarigione ed è molto efficace, poiché permette la ricostruzione di perdite di tessuto osseo. 
In Ortopedia e Traumatologia vengono già utilizzate in diversi settori:

  • in chirurgia vertebrale per favorire e migliorare i risultati di interventi di stabilizzazione;
  • nella necrosi della testa del femore dove possono concorrere alla guarigione delle lesioni;
  • nelle lesioni della cartilagine articolare, problematica a forte impatto sociale dato l’alto numero di soggetti colpiti;
  • nelle fratture gravi con perdita di sostanza ossea;
  • nelle fratture che ritardano a guarire.

 

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