Il ruolo dell’ipnosi nel controllo del dolore

Il ruolo dell’ipnosi nel controllo del dolore

Editato da: Veronica Renzi il 07/04/2023

L’ipnosi è forse la più antica forma di psicoterapia, le cui origini risalgono al secolo XVIII. Da sempre, l’ipnosi ha trovato applicazione medica nel campo del controllo del dolore, sia acuto che cronico, confermandosi come valido complemento alla terapia. Ne parla il Prof. Giuseppe De Benedittis, esperto in Psichiatria e Terapia del Dolore a Milano

Che cos’è l’ipnosi?

Allo stato attuale, non è possibile definire cosa siano esattamente l’ipnosi e lo stato di trance.

La definizione migliore sembra essere quella suggerita da Milton Erickson, pioniere della terapia ipnotica: “uno stato speciale di funzionamento della nostra coscienza, altamente motivato e diretto a sviluppare risorse potenziali dell’individuo attraverso un attivo apprendimento inconscio, in ciò facilitato da un restringimento selettivo del campo di coscienza”.

Grazie all’ipnosi si può raggiungere uno stato di accresciuta attenzione e flessibilità cognitiva, durante il quale si possono modificare significativamente percezioni, emozioni, vissuti e comportamenti che, nel normale stato di veglia, risulterebbero difficilmente modificabili. Anche la percezione del dolore può essere alterata durante la trance, attraverso una complessa modulazione cognitivo-affettiva dell’esperienza dolorosa esercitata a differenti livelli del Sistema Nervoso Centrale e Periferico.

L’ipnosi come terapia contro il dolore

L’ipnosi non è soltanto in grado di alleviare il dolore, ma anche di alterare positivamente stati d’ansia e di depressione e di migliorare la qualità del sonno e della vita in generale. Inoltre, se unita all’autoipnosi, offre al paziente la possibilità di auto-controllare la propria sofferenza.

L’ipnosi trova diverse applicazioni cliniche:

  • Dolore acuto: dolore post-operatorio; dolore da travaglio di parto; dolore odontoiatrico; dolore nei grandi ustionati; dolore conseguente a procedure diagnostico-terapeutiche invasive e dolorose; etc.
  • Dolore cronico: cefalee croniche primarie (ad esempio, emicrania); dolori orofacciali (ad esempio, bruxismo); dolori muscolo-scheletrici (ad esempio, fibromialgia); mal di schiena; dolore neuropatico (ad esempio, arto fantasma doloroso); dolori viscerali e urogenitali; dolore psicogeno.
  • Dolore oncologico: l’ipnosi è in grado di controllare anche i sintomi conseguenti le terapie (ad esempio, nausea, dispnea, diarrea, etc.) e i conflitti cognitivo-emozionali correlati al cancro (ad esempio, paura di morire, depressione, rabbia, etc.).
  • Disturbi psichiatrici: ansia, attacchi di panico, disturbo post-traumatico da stress, depressione, etc.
  • Disturbi della condotta alimentare: bulimia, binge eating, etc.
  • Dipendenze: alcolismo, tabagismo.
  • Disturbi psicosomatici: colon irritabile, patologie dermatologiche, etc.
  • Disturbi neurologici: torcicollo spastico, etc.
  • Odontoiatria.
  • Ostetricia e ginecologia: parto assistito in ipnosi, etc.
  • Neuroriabilitazione.

Tecniche d’ipnosi

I procedimenti d’induzione ipnotica sono diventati sempre più personalizzabili in base alle individuali esigenze del paziente: il paziente è co-protagonista attivo del suo cambiamento e, grazie anche alle necessarie tecniche di auto-ipnosi, non diventa dipendente dal suo terapeuta.

Esistono diverse tecniche d’ipnosi, tra cui distinguiamo due tipologie:

  • Quelle di rimozione diretta del sintomo-dolore, utili soprattutto in caso di dolore acuto, inducono un’anestesia nella zona interessata dal dolore attraverso un condizionamento ideo-sensoriale;
  • quelle di rimozione indiretta, risultano più adatte in caso di dolore cronico.

L’ipnosi può essere utile anche per scoprire la causa della sintomatologia dolorosa, qualora questa si celi in un conflitto inconscio. L’ipnoanalisi, la cui tecnica principe è la regressione di età, porta solitamente alla risoluzione del conflitto e alla risoluzione permanente del sintomo.

Ipnosi: sicurezza ed effetti collaterali

L’ipnosi è sostanzialmente priva di effetti collaterali, purché venga praticata da professionisti qualificati (medici o psicologi).

È sconsigliata nei casi di dolori parossistici (nevralgia del trigemino, cefalea a grappolo), in quanto i pazienti con dolori acutissimi sono scarsamente responsivi al mezzo ipnotico, e nei casi di pazienti che presentano motivazioni inadeguate, aspettative irrealistiche e vantaggi secondari (relazionali o economici).

Il trattamento ipnotico, inoltre, dev’essere sempre preceduto da adeguati accertamenti diagnostici.

Psichiatria a Milano