L’asma in età pediatrica

L’asma in età pediatrica

Editato da: Antonietta Rizzotti il 05/04/2023

L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da ostruzione bronchiale di solito reversibile spontaneamente o in seguito a terapia. Ne parla la Dott.ssa Mirella Collura, esperta in Pediatria a Palermo

Che cos’è l’asma?

L’asma è la malattia respiratoria più frequente nel mondo, colpisce circa il 10% dei bambini e il 5% degli adulti. Si tratta di una condizione patologia eterogenea la cui gravità dei sintomi è correlata al tipo di ostruzione bronchiale. Normalmente si manifesta con dispnea, respiro sibilante, tosse, senso di costrizione toracica.

 

In età pediatrica l’asma è più frequente nei soggetti di sesso maschile, mentre in età adulta è più frequente nel sesso femminile.

In Europa la prevalenza di asma varia dal 3 al 9%. In Italia nei soggetti con età superiore ai 15 anni la prevalenza è di circa il 6% e tende a diminuire con l’età. Trattandosi di una malattia ad elevata prevalenza, rappresenta una notevole fonte di costi per il sistema sanitario. Gli alti costi dell’asma sono legati all’uso improprio delle risorse diagnostiche e al mancato controllo della malattia.

Una predisposizione genetica dell’asma è dimostrata da numerosi studi. Sono stati evidenziati almeno 13 geni associati alla patologia.

L’iperreattività bronchiale è una condizione molto frequente nei soggetti affetti da asma ed è più frequente nel sesso femminile sia nella adolescenza che nella età adulta.

Quali sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo dell’asma?

Numerosi fattori ambientali giocano un ruolo importante per quanto riguarda il rischio e la gravità dell’asma. Tra questi il fumo di sigaretta rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgere della malattia. Un’alterata infiammazione delle vie aeree e una scarsa risposta ai corticosteroidi rappresentano un fattore di rischio per uno scarso controllo della malattia asmatica nei fumatori.

L’inquinamento ambientale, soprattutto quello da gas di scarico diesel, può favorire la comparsa di esacerbazioni in pazienti con asma e con broncopneumopatia cronica e un aumento del rischio di mortalità e morbilità per malattie cardio respiratorie. Anche le infezioni respiratorie, l’uso di farmaci, una cattiva alimentazione, le variazioni climatiche rappresentano un fattore di rischio per l’aumento della frequenza di patologie respiratorie. Anche l’obesità rappresenta un fattore di rischio per la comparsa di asma e per un suo peggior controllo con una scarsa risposta ai corticosteroidi.

Tra i fattori di rischio per la comparsa di asma nel bambino ricordiamo:

  • Il fumo nella madre
  • La cattiva alimentazione
  • Fattori genetici ed interazione con l'ambiente
  • Uso di antibiotici
  • Ridotto calibro delle vie aeree
  • Numerosità del nucleo familiare
  • Infezioni virali
  • Esposizione a pelo di animale

In alcuni studi anche l’uso di antibiotici e paracetamolo durante la gravidanza è stato associato ad un incremento del rischio di wheezing o asma. La modalità del parto, soprattutto il cesareo, e la rottura delle membrane in condizioni di emergenza, potrebbe condizionare l’insorgenza di atopia e quindi di asma.

Molto controverso è anche il ruolo delle infezioni virali del tratto respiratorio basso nel favorire i processi di sensibilizzazione nei confronti degli aeroallergeni e quindi anche dell’asma. In alcuni bambini infatti tali infezioni sembrano avere un ruolo “protettivo” mentre in altri un ruolo “facilitante”.

Come si definisce la gravità del’asma?

Per definire la gravità dell'asma è necessaria una valutazione combinata della frequenza dei sintomi diurni e notturni, della quantità di farmaco necessario per il contenimento dei sintomi, del grado di limitazione della vita quotidiana, della frequenza delle riacutizzazioni, del livello della funzione polmonare.

La gravità dell'asma può essere valutata solo quando il paziente assume la terapia per un tempo sufficientemente lungo.

In età pediatrica esistono diversi fenotipi di respiro sibilante e asma:

  • Il wheezing precoce transitorio fino al terzo anno di età
  • Il wheezing non atopico della età prescolare e scolare
  • Il wheezing asma/IgE associato

In età pediatrica si possono verificare episodi di wheezing di natura virale episodico che si manifestano soprattutto nel periodo autunno-inverno a seguito di un’infezione virale intervallati da periodi di benessere.

Il wheezing multitrigger invece può essere indotto da vari stimoli come fumo di sigaretta, allergeni, freddo, attività fisica, pianto o riso. In questo caso il soggetto colpito può manifestare i sintomi al di fuori degli episodi acuti.

Sebbene la sensibilizzazione allergica sia uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di asma, fino ad ora nessun intervento è in grado di prevenire la comparsa dell'asma o di modificare la storia naturale della malattia.

Come viene effettuata la diagnosi dell’asma?

In età prescolare la diagnosi dell'asma si basa sulle caratteristiche dei sintomi, essendo difficile la valutazione funzionale. Dopo i 6 anni è possibile invece praticare la spirometria nel bambino collaborante o il test di provocazione bronchiale per accertare la diagnosi di asma.

È caratteristico per la diagnosi di asma la presenza di tosse secca insistente non produttiva che peggiora di notte e che può essere scatenata da sforzo, pianto, riso, fumo passivo. La tosse può essere accompagnata da dispnea e limitazione funzionale.

Vi può essere familiarità per malattia allergica nei parenti di primo grado.

In età pediatrica è molto importante nei bambini che presentano wheezing ricorrente escludere tutte le patologie che rientrano nella diagnosi differenziale: fibrosi cistica, discinesia ciliare, immunodeficienze, la displasia broncopolmonare, la sindrome da inalazione di corpo estraneo, la presenza di compressioni da vasi anomali.

È sempre importante comunque riferire il paziente con asma ad un centro specialistico per un ottimale controllo della risposta alla terapia e per effettuare un follow-up regolare.

Pediatria a Palermo