Obesità patologica: un’aspettativa di vita ridotta

Obesità patologica: un’aspettativa di vita ridotta

Editato da: Veronica Renzi il 02/11/2023

L’obesità ha raggiunto proporzioni tali da assumere i caratteri di un’epidemia globale tale da parlare di GLOBESITY.  L’OMS stima 1 miliardo e 900 milioni di adulti sovrappeso, di cui circa 650 milioni obesi nel mondo (13% della popolazione adulta). In Italia l’obesità colpisce il 10% della popolazione sopra i 18 anni cioè 1 persona su 10. Approfondiamo l’argomento con il Prof. Stefano Olmi, esperto in Chirurgia Generale

L’obesità patologica è la 5° causa di mortalità globale.

Secondo uno studio condotto dall’Università dello Utah su 22mila pazienti obesi, la mortalità di coloro che si erano sottoposti a chirurgia bariatrica perdendo peso si è rivelata decisamente inferiore a quella degli obesi non operati. A loro volta, i pazienti operati hanno una probabilità di morte inferiore del 15% in assoluto e del 30% per le malattie cardiache, del 40% per tumore, e del 70% per il diabete.

Quali sono i rischi dell'obesità cronica?

L’eccesso di peso corporeo sovraccarica le articolazioni e la colonna vertebrale. Il sonno notturno è disturbato dall’eccessivo peso determinando una sindrome chiamata sindrome delle apnee ostruttive (OSAS). È poi una condizione che genera malattie: diabete tipo 2 per quasi il 60% dei casi, ipertensione nel 42% dei casi, cardiopatia ischemica nel 21% dei casi e fino al 42%; nei pazienti più gravi l’obesità porta una riduzione dell’aspettativa di vita tra i 10 e i 15 anni.

Le persone affette da obesità patologica presentano parametri vitali alterati e una maggiore predisposizione a sviluppare diverse malattie. Ad esempio, hanno un rischio elevato di sviluppare tumori, in particolare all'endometrio, alle ovaie, al seno, alla prostata, al colon-retto. Il 30 % dei pazienti obesi soffre anche di un importante reflusso acido gastro-esofageo.

Cosa fare in caso di obesità patologica?

Secondo le direttive dell’American Society Metabolic and Bariatric Surgery e della Società Italiana di Chirurgia dell’obesità (SICOB), il trattamento chirurgico bariatrico può essere adottato solo quando il paziente presenta condizioni patologiche estreme di obesità, ovvero quella forma di obesità con Indice di Massa Corporea (IMC o BMI) >40 oppure >30 - 35, in quest’ultimo caso deve essere presente almeno una  patologia concomitante (diabete, ipertensione, OSAS, GERD, ernie discali, patologie articolari, etc.) che ne compromettono severamente l’attività quotidiana e che potrebbero favorire la comparsa di altre malattie mortali. 

La chirurgia dell’obesità (o chirurgia bariatrica) è la cura più efficace per l’obesità, portando alla riduzione di fino al 70% del peso in eccesso. È una chirurgia sicura – con il tasso di complicanze più basso dell’intero spettro chirurgico (0,05 per cento) e i cui effetti positivi si protraggono nel tempo. Purtroppo, è, ancora, una chirurgia cui si ricorre molto raramente rispetto al bisogno effettivo.

Come funziona la chirurgia per l'obesità?

La chirurgia bariatrica può avere successo solo con la valutazione multidisciplinare di più specialisti, la capacità di scegliere l’intervento migliore per il singolo paziente e la perfetta esecuzione dell’intervento chirurgico. Queste condizioni permetteranno il raggiungimento di ottimi risultati sia in termini di qualità di vita che di perdita di peso.

Le tecniche chirurgiche attuali sono altamente sicure e mirano a minimizzare i danni collaterali per il paziente, esse includono:

  • Interventi restrittivi che includono il Bariclip, il bendaggio gastrico e la sleeve gastrectomy che riscuote oggi i maggiori consensie la sleeve associata a plastica antireflusso nei pazienti cha abbiano appunto il reflusso gatroesofageo.  
  • Interventi misti che si identificano sostanzialmente nel bypass gastrico, Interventi malassorbitivi che comprendono la diversione biliopancreatica, la variante del duodenal-switch e il mini by-pass gastrico.

La gastrectomia verticale sta guadagnando popolarità poiché non provoca complicanze come l'ipovitaminosi o l'ipoproteinemia. Questo intervento riduce la capacità dello stomaco e il paziente deve seguire alcune indicazioni postoperatorie. Generalmente, la durata del ricovero ospedaliero è di tre giorni.

L'obesità: un'epidemia del XXI secolo

L'individuo obeso non solo presenta problemi fisici ma anche psicologici e necessita di un adeguato supporto medico. I malati di obesità non hanno colpa della loro condizione.

L’obesità non è un vizio, ma è il prodotto di diversi fattori, dai processi cerebrali che regolano in maniera alterata la sensazione di sazietà alle tante disfunzioni nell’assorbimento dei nutrienti.

Cibi e bevande ad alta densità energetica e basso potere saziante, scarsa attività fisica completano il danno. Il paziente obeso è una persona spesso fragile perché reduce, quando si presenta al chirurgo, da molti anni di tentativi falliti di dimagrire. Deve essere inserito in un percorso di cura multidisciplinare prima, durante e dopo l’intervento per garantire al paziente i risultati migliori.

Endocrinologia e Malattie del metabolismo a Zingonia