La scoliosi: riconoscerla per prevenirla

La scoliosi: riconoscerla per prevenirla

Editato da: Valerio Bellio il 15/03/2023

Il problema delle deformità vertebrali nei bambini e negli adolescenti è diventato nel corso degli anni sempre più diffuso e sono sempre più numerose le figure professionali che segnalano allo specialista l’esistenza di asimmetrie riguardanti la schiena. Fra queste vi sono, oltre ai genitori, i pediatri, i medici di Medicina Generale, gli insegnanti, i preparatori atletici, i maestri di musica. L’incidenza della scoliosi in Italia varia a seconda delle statistiche da 0,25% al 4%, con prevalenza nel sesso femminile di 4:1 nelle scoliosi comprese fra 20° e 30°, mentre il rapporto diventa di 7:1 nei confronti dei maschi nelle scoliosi oltre i 30°. Il nostro esperto in Ortopedia e Traumatologia a Bari, il Dott. Giovanni Martucci, spiega tale fenomeno e indica con quali strumenti può essere contrastato

Cos’è la scoliosi?

Si definisce scoliosi una curvatura della colonna vertebrale che nel periodo di accrescimento scheletrico va deformandosi in maniera più o meno importante nei tre piani dello spazio, a differenza degli atteggiamenti scoliotici che, per cause diverse, sono curve senza deformazioni vertebrali (in quest’ultimo caso si parla di una colonna vertebrale normale mal posizionata).

immagine del test di adams

Quali sono le tipologie di scoliosi?

Nel 20% le scoliosi sono congenite, da malformazioni vertebrali o toraciche, oppure secondarie ad altre malattie (neuromuscolari, metaboliche); l’80% dei casi è rappresentato dalla scoliosi idiopatica ovvero senza un’apparente causa.

Oggi si sa che la scoliosi idiopatica è una malattia che si trasmette geneticamente: sono state individuate, infatti, alterazioni del gene CHD7 e del MATN1 ed altri sono oggetto di studi in tal senso.

Come trattare la scoliosi?

Una delle caratteristiche della scoliosi è quella di essere evolutiva, ma per fortuna questo avviene nel 10% dei casi, mentre in un altro 0,1-0,3% è necessario un trattamento chirurgico.

La cura della scoliosi inferiore a 20° si giova della Kinesi da sola, mentre le forme da 20 a 40°, considerate evolutive, vanno trattate con i busti in associazione alla Kinesi. Il trattamento chirurgico è indicato per le scoliosi che superano i 40°, poiché dopo tale limite l’instabilità meccanica sarà causa di una progressiva evoluzione anche in età adulta, benché più lenta rispetto al periodo puberale.

Scoliosi: un programma di cura o semplicemente un monitoraggio?

Quali sono i segni iniziali per scoprire la presenza della scoliosi? È semplice, basta fare il cosiddetto “test di Adams”: si fa flettere in avanti il bambino con mani giunte e con arti inferiori ben estesi; la presenza di un gibbo a livello toracico o di una analoga sporgenza, salienza, a livello lombare, fa sospettare la presenza di una scoliosi.

Per documentare una scoliosi bastano due radiografie dell’intera colonna in posizione eretta, una di fronte e un’altra di lato, dalle quali è possibile ricavare tutti i dati che, insieme a quelli rilevati durante la visita, serviranno allo specialista per proporre un programma di cura o un monitoraggio. 

Quali sport nelle scoliosi?

Non si nega né lo svolgimento di attività sportive in generale né la pratica dell’educazione fisica scolastica in ogni fase del trattamento perché offrono al paziente scoliotico vantaggi psicologici, neuromotori ed organici generali.

Lo sport non deve essere prescritto come un trattamento per la scoliosi idiopatica e il nuoto non deve essere usato come terapia.  

In scoliosi ad alto rischio di evolutività vanno evitate, invece, alcune attività agonistiche, compreso il nuoto, molto mobilizzanti per il rachide.

L’arma migliore contro la scoliosi? La prevenzione

Dal momento che non è possibile prevedere l’insorgenza della scoliosi, la migliore prevenzione è riconoscere precocemente la malattia. Per fare questo è sufficiente che tutti i bambini siano sottoposti a controllo da parte del Pediatra almeno una volta all’anno fino ai 10 anni, una volta ogni 6 mesi dopo i 10 anni. In questo periodo di crescita puberale, infatti, appare decisamente aumentato il rischio di comparsa e di evoluzione della scoliosi.

I casi sospetti andranno segnalati allo specialista. Sembra questo il sistema più efficace per impedire di trovarci di fronte a scoliosi gravi fin dalla prima osservazione.

Ortopedia e Traumatologia a Bari