Labbro leporino e malocclusioni: ci pensa il chirurgo!

Labbro leporino e malocclusioni: ci pensa il chirurgo!

Editato da: il 13/04/2024

Malocclusioni dentarie e labbro leporino possono essere trattate dal chirurgo maxillo-facciale, come ci spiega il Prof. De Ponte, esperto in Chirurgia Maxillo-facciale a Messina


Le malformazioni maxillo-facciali più frequenti sono la cheilognatopalatoschisi, nelle sue forme parziali o complete, più comunemente conosciuta come labbro leporino, con tutte le sue varianti, e la dismorfosi maxillo-mandibolare (II classe dento-scheletrica e III classe dento-scheletrica) che è un’alterazione di crescita del mascellare superiore e/o della mandibola sul piano sagittale. Si manifesta con una malocclusione dentaria.
Entrambe le patologie sono trattabili chirurgicamente quando correttamente identificate. 

 

Labbro leporino: come si opera

Il labbro leporino (cheilognatopalatochisi) prevede più interventi chirurgici in base alla sua manifestazione ed in base all’età in cui ci si approccia a questa patologia (dalla nascita sino all’età adulta). È possibile intervenire in periodi abbastanza precoci (primi mesi di vita) per poter chiudere la schisi (l’apertura del labbro) e ripristinare il corretto assetto labiale. Talvolta può essere necessario l’utilizzo di una protesi, soprattutto se la malformazione riguarda anche il palato.

 

Dismorfosi maxillo-mandibolare o malocclusione

La dismorfosi maxillo-mandibolare è più comune: prevede un unico intervento chirurgico per la sua risoluzione, quando non correttamente intercettata nell’infanzia. Il trattamento di quest’ultima patologia prevede una stretta collaborazione tra il chirurgo maxillo-facciale e l’odontoiatra di riferimento che dovrà necessariamente impostare un trattamento ortodontico contestuale. Il trattamento ortodontico può anticipare l’intervento chirurgico o essere eseguito successivamente a questo.

 

Dismorfosi maxillo-mandibolare o malocclusione: come operare

L’intervento chirurgico (chirurgia ortognatica) prevede un riposizionamento delle basi scheletriche in questione (mascellare superiore e mandibola). Si esegue in anestesia generale, ha una durata di un paio di ore e viene effettuato nella sua totalità con un approccio endorale (dall’interno stesso della bocca), non prevede quindi cicatrici esterne visibili. Per affrontare l’intervento chirurgico si necessita il ricovero ospedaliero per qualche giorno (3/5 gg), si avranno dei punti di sutura all’interno del cavo orale che saranno rimossi a circa 14 giorni di distanza. 

 

Dismorfosi maxillo-mandibolare o malocclusione: post-intervento

Il post-intervento per la malocclusione non è particolarmente doloroso, il paziente nell’immediato post-operatorio presenterà un importante gonfiore del viso che si risolverà spontaneamente nell’arco di alcuni giorni. La bocca non dovrà rimanere serrata, ma sarà possibile aprirla e chiuderla. È possibile nutrirsi sin da subito, con l’unica attenzione di una dieta morbida nei primi giorni dopo l’intervento, per poi riprendere l’alimentazione normale già nella settimana successiva.


Editor: Valerio Bellio

Chirurgia Maxillo-Facciale a Messina