Lombalgia: come evitare che diventi cronica?

Lombalgia: come evitare che diventi cronica?

Editato da: Marta Buonomano il 14/03/2023

Il Dott. Claudio Dell’Anna, specialista in Neurologia a Roma ed esperto in Dolore, ci parla delle possibili forme di lombalgia e di come curarle

Che cos’è la lombalgia?

Più nota come “mal di schiena”, la lombalgia è una patologia molto diffusa: almeno una volta nella vita ne soffre circa l’80% della popolazione adulta.

Si manifesta con un forte dolore localizzato nella zona lombare e dorsale bassa che può irradiarsi alle natiche e agli arti inferiori. L’intensità del dolore può costringere al riposo assoluto.

La lombalgia può presentarsi in forma acuta o cronica.

Lombalgia acuta e cronica

Le forme acute di lombalgia durano pochi giorni o settimane e frequentemente è possibile identificarne la causa (intenso sforzo fisico, prolungata permanenza nella stessa posizione, esposizione al freddo, ecc.).

Quando però gli episodi acuti tendono a presentarsi con frequenza si impone un’accurata ricerca delle possibili cause in gioco per evitare anzitutto il viraggio nella forma cronica. Quest’ultima ha un forte impatto sulla qualità di vita dei soggetti colpiti e costituisce un problema sociosanitario rilevante.

Qualunque sia l’elemento da cui la lombalgia aveva inizialmente preso origine (muscoli, faccette articolari, articolazioni sacroiliache, dischi intervertebrali, legamenti, ecc.) con il perdurare della dinamica patogenetica che la sostiene tutte le altre strutture vengono a vario titolo coinvolte in questa patologia che dimostra così la sua natura “complessa” e multifattoriale (come ogni forma di Dolore Cronico).

Come si formula la diagnosi di lombalgia?

Occorre anzitutto un esame obiettivo accurato che comprenda la valutazione della capacità di flessione ed estensione del segmento lombo-sacrale e dell’intera colonna, dei riflessi e delle sensibilità degli arti inferiori; è utile anche valutare la facilità, o meno, con cui si compiono i normali gesti della vita quotidiana come l’atto di raccogliere un oggetto dal suolo.

Per formulare la diagnosi oggi ci si avvale anche dei dati provenienti da alcuni esami strumentali radiologici (RX, RMN, TC) ed elettrofisiologici (elettromiografia, potenziali sensitivi, ecc.).

Come curare la lombalgia

La fissazione della lombalgia in stato di cronicità e il suo progressivo peggioramento sono il risultato di interazioni neuro-immunologiche che assumono la forma del “circolo vizioso” (vedi Dolore Cronico). Con il passare del tempo questo conduce la malattia a farsi sempre più complessa e pertanto è richiesto il sapiente impiego di risorse farmacologiche (antidolorifici, miorilassanti, ecc.) e di attività fisioterapiche.

Nei casi più gravi e ostinati ci orienta verso le terapie di Neuromodulazione come la Neuralterapia con anestetici locali. Quando le indagini cliniche mettano in evidenza una problematica anatomica importante (massiva ernia del disco, instabilità vertebrale, ecc.) può rendersi necessario un intervento di Chirurgia Spinale.

Purtroppo non sempre il problema del dolore viene risolto a seguito di tali interventi (anche quando questi siano stati indicati opportunamente ed effettuati correttamente), ma anche nei casi più sfortunati di Failed Back Surgery Syndrome (cioè nella “Sindrome da Fallimento della Chirurgia Spinale”) ci si può avvalere delle stesse misure terapeutiche sopra menzionate.

Neurologia a Roma