Migliorare la qualità di vita: obiettivo del trattamento dell'aritmia

Migliorare la qualità di vita: obiettivo del trattamento dell'aritmia

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: TOP DOCTORS® il 06/05/2020

In questo articolo, i maggiori esperti in Cardiologia risolvono tutti i nostri dubbi a proposito dell’aritmia, sui sintomi e gli eventuali trattamenti.

 

Le aritmie sono molto più frequenti di quello che possiamo immaginare. Nel corso della nostra vita, e soprattutto in momenti di particolare stress fisico o mentale, tutti noi abbiamo notato improvvise ed inoffensive accelerazioni del battito cardiaco. Purtroppo però esistono tipologie di aritmie che possono mettere in serio pericolo la vita del paziente.

 

Quando è necessario visitare il medico?

Quando si iniziano a notare “anomalie” nel battito de cuore (palpitazioni), nausea o svenimento, dolore al torace o difficoltà nella respirazione.

Ci sono infatti persone che soffrono di aritmie ma non presentano sintomi, e lo scoprono all’improvviso quando, per caso, si misurano la pressione arteriale.

In questi casi, oltre ad essere consigliabile effettuare un elettrocardiogramma (fondamentale), è importante visitare lo specialista per una diagnosi completa, con il fine di escludere qualsiasi rischio e valutare il livello di gravità della patologia.

 

Trattamenti

L’obiettivo del trattamento delle aritmie è quello di ripristinare il normale ritmo sinusale, migliorare la qualità della vita del paziente e, ovviamente, prolungarla.

Nella maggior parte dei casi non è necessario nessun trattamento, anche se è sempre raccomandabile ottimizzare lo stile di vita, smettere di fumare, fare esercizio fisico e non bere alcool. Nel resto dei casi, i trattamenti più comuni sono farmaci, elettroshock o ablazione trans catetere mediante radiofrequenza.  Per molte della aritmie, quest’ultimo trattamento è l’ideale, essendo curativo.

Si tratta di un semplice intervento, che si realizza in anestesia locale e che solo comporta un day hospital. Pochi giorni dopo l’operazione, il paziente è già in grado di tornare a una vita normale. Quando il battito del cuore è molto lento, si ricorre ai pacemaker.

 

Qual’è la tipologia più frequente?

Sicuramente la fibrillazione atriale, che, solo in Italia, colpisce più di 600,000 persone.

Le conseguenze negative delle fibrillazione atriale sono molteplici: dal favorire le embolie alla diminuzione del rendimento funzionale del cuore. La conseguenza più comune è una notevole diminuzione della qualità di vita del paziente, il quale suole notarlo moltissimo.

In ogni caso, non tutti i casi di fibrillazione atriale sono uguali:

  1. Fibrillazione atriale parossistica: si presenta e scompare spontaneamente.
  2. Fibrillazione atriale persistente o persistente di lunga durata: ha una durata superiore ai 12 mesi, può essere curata con una terapia farmacologica per la fibrillazione, elettrica o tramite l’ablazione
  3. Fibrillazione atriale permanente: non è reversibile né curabile

 

Prevenzione

Per riuscire a prevenire la fibrillazione atriale bisogna seguire uno stile di vita sano e prendere alcuni provvedimenti utili a diminuire il rischio di patologie del cuore:

  • Seguire una dieta amica del cuore, povera di grassi saturi, grassi trans e colesterolo. Una dieta sana dovrebbe essere ricca di cereali integrali, frutta e verdura, da assumere quotidianamente.
  • Non fumare
  • Fare attività fisica
  • Mantenere il peso forma

 

Articolo redatto con la collaborazione del Dr. Julián Pérez-Villacastín Domínguez

Cardiologia