Nessuno ha più bisogno di una vacanza come chi è appena tornato

Nessuno ha più bisogno di una vacanza come chi è appena tornato

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La redazione di Top Doctors
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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: TOP DOCTORS® il 05/05/2020

Tornare al lavoro dopo le ferie è sempre piuttosto traumatico. Gli esperti in Psicologia ci spiegano quali sono i sintomi della sindrome post-vacanze e come fare per evitarla

 

 

Cos’è la sindrome post-vacanze?

 

Anche se non si può dire che questa sia una vera e propria sindrome, buona parte delle persone che tornano dalle vacanze ne soffre: le vacanze non sono mai abbastanza, sono sempre troppo corte e non si è nemmeno fatto in tempo a riposarsi e a lasciarsi indietro lo stress della vita quotidiana che è già arrivato il momento di tornare a casa.

La sindrome post-vacanza, lo stress post-ferie e la depressione da rientro al lavoro sono tutte espressioni che inidicano quei sintomi fisiologici ed emotivi, naturalmente negativi, che si presentano quando una persona torna dalle vacanze e si deve riadattare alla routine quotidiana: dopo aver passato un periodo caratterizzato da orari flessibili e attività divertenti, si deve tornare a rispettare i soliti ritmi frenetici e freuqentare il posto di lavoro.

 

In cosa consistono i sintomi?

 

Molti dei sintomi di questa sindrome non sono diversi dai sintomi tipici dell’ansia: palpitazioni, difficoltà a respirare, tremori, desiderio di piangere, sudorazione, etc. Questi sintomi si accompagnano a: umore depresso, affaticamento, mancanza di energia, sensazione di noia e incapacità di adattarsi alla solita vita.

 

Chi ne è colpito?

 

Ne soffrono soprattutto quelle persone che hanno problemi al lavoro: che hanno subito mobbing (molestie sul lavoro), che non provano soddisfazione in quello che fanno e non si sentono realizzate, che credono che le ore di lavoro siano interminabili o che sentono il pericolo di un licenziamento. Anche una situazione economica non gratificante aumenta la possibilità di venire colpiti da questa sindrome.

I genitori di figli molto piccoli o le persone che hanno famigliari gravemente malati di cui prendersi cura soffrono spesso di depressione da rientro. Infatti, durante i mesi invernali, i bambini vanno all’asilo, praticano sport e sono spesso fuori casa. Stessa cosa si può dire per quelle persone che frequentano centri o che vengono assistiti in casa da professionisti. Nel periodo estivo, però, i genitori e i tutori, che provengono da un lungo periodo di lavoro, si ritrovano a dover subire ulteriore stress. Di conseguenza, non riescono a riposarsi a sufficienza per affrontare l’inizio di un altro lungo periodo di lavoro.

 

 

Piccoli trucchi per prevenirla

 

La depressione post-vacanze non è catalogata tra i disturbi, ed è raro che le persone che ne sono colpite si rivolgano ad uno specialista per curarne i sintomi. Esistono, però, dei piccoli trucchi per prevenirla:

  • Anticipare il ritorno a casa, in modo programmato e con anticipo: non bisogna aspettare l’ultimo momento per tornare a casa e cercare di restare in vacanza il più possibile. Bisogna riabituarsi gradualmente alla vita quotidiana.
  • È importante mantenere orari regolari, sia di giorno che di notte. Inoltre, bisogna rispettare le buone abitudini come fare esercizio moderato (andando a passeggiare, nuotando, etc.) e dormire quanto più possibile, andando poi a diminuire le ore di sonno man mano che ci si riavvicina al rientro.
  • Fare esercizi di rilassamento per evitare i sintomi dell’ansia.
  • Una volta rientrati al lavoro, bisogna cominciare con un carico di lavoro leggero e aumentare la quantità gradualmente. È consigliabile iniziare dai quei compiti più semplici e che richiedono un minor sforzo mentale e fisico. Il primo giorno bisognerebbe dedicarlo alla socializzazione coi colleghi, in modo che i giorni seguenti siano meno traumatici. Inoltre, non bisogna togliere tempo al riposo e, perché no, all’ozio nei primi giorni di rientro al lavoro.

 

Con la collaborazione del Dott. Juan José Carral Hernández

Psicologia