Osteotomia e fissazione esterna: nuove possibilità terapeutiche in Ortopedia

Osteotomia e fissazione esterna: nuove possibilità terapeutiche in Ortopedia

Editato da: Serena Silvia Ponso il 22/11/2023

Il Prof. Marco Massobrio, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Roma, ci parla dell’osteotomia associata alla fissazione esterna, due tecniche che, combinate, hanno aperto la strada a diverse possibilità terapeutiche

Che cos’è l’osteotomia?

L’osteotomia consiste nell’interrompere la continuità dell’osso, cioè sezionarlo per modificare l’asse del segmento e ottenere, una volta che l’osso si è consolidato, la correzione della deviazione dell’asse. È l’intervento chirurgico più classico quando si parla di deformità, patologie articolari e patologie diafisarie, in quanto non comporta alcun sacrificio funzionale o della parte.

 

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L’osteotomia associata alla fissazione esterna

In alcuni ambiti, l’utilizzo delle protesi ha ridotto il numero di interventi di osteotomia; in altri, invece, l’associazione di osteotomia e fissazione esterna ha aperto la strada a nuove possibilità terapeutiche. Infatti, lo sviluppo delle tecniche di fissazione esterna e la possibilità di effettuare contemporaneamente correzioni multiplanari con sistemi computerizzati (Computer Hexapod Assisted Orthopaedic Surgery, CHAOS) ha esteso l’indicazione all’osteotomia a tutte le deformità delle ossa lunghe.

La fissazione esterna ha fatto sì che l’osteotomia sia oggi applicabile a tutto il segmento osseo, anche se la modifica più importante è stata quella di trasformare l’osteotomia delle ossa lunghe da un intervento statico e definitivo in un atto chirurgico rispettoso della biologia e dal risultato modificabile in base alla valutazione anatomica e clinica postoperatoria.

La fissazione esterna ha reso l’osteotomia una terapia correttiva dall’invasività ridotta per l’assenza di ampia preparazione e scollamento periostale e muscolare, consentendo anche la graduale e atraumatica correzione dei tessuti limitrofi. La rapidità e l’essenzialità dell’osteotomia hanno fatto sì che l’intervento rientri nella categoria della “chirurgia veloce” (Fast Surgery), a cui si affianca, però, il concetto di correzione lenta (Slow Correction) permessa dal fissatore esterno, il quale concede ai tessuti il tempo di adattarsi alle modifiche.

Osteotomia e fissazione esterna: le indicazioni

Le osteotomie trovano indicazione nel trattamento di tutte le deformità, assiali e articolari, di origine congenita ed acquisita. L’obiettivo può essere terapeutico, se l’intervento rappresenta il trattamento definitivo della deformità, o propedeutico, quando facilita o rende possibile una futura chirurgia definitiva. La fissazione esterna, invece, si adatta alle caratteristiche dell’osteotomia e della deformità, senza ridurre il patrimonio osseo e interferire con eventuali interventi chirurgici successivi.

In Ortopedia, l’impiego più frequente del congiunto osteotomia-fissazione esterna è nel trattamento delle deformità in varismo o valgismo del ginocchio e nelle deformità diafisarie del femore, della tibia, dell’omero e dell’avambraccio; in Traumatologia viene utilizzato per gli esiti di deformità post-traumatiche delle ossa lunghe. Altri ambiti di applicazione sono le deformità congenite e post-traumatiche del retropiede e dell’avampiede.

 

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