Piedi piatti: quando diventano un problema?

Piedi piatti: quando diventano un problema?

Editato da: il 13/04/2024

Il piede piatto è una caratteristica di tutti i bambini fino agli 8-12 anni di vita. Il Dott. Mario Cervone de Martino, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Napoli, ci spiega le caratteristiche di questa condizione e in quali casi è necessario intervenire

Le caratteristiche del piede piatto

Un piede alla nascita è generalmente piatto, questo perché la pianta allargata nei bambini fornisce una maggiore superficie di appoggio ed un conseguente prezioso aiuto durante i loro primi passi.
Nei bambini molto piccoli e fino ai 7-8 anni, i piedi piatti sono una costante per almeno due motivi:

  • L'arco plantare deve ancora svilupparsi;
  • Nella pianta dei piedi è presente una quantità di tessuto adiposo tale da rendere poco visibile le volte longitudinali interna, esterna e anteriore trasversa.

Durante il normale percorso di crescita, i piedi del bambino si snelliscono e cominciano a svilupparsi sempre di più gli archi plantari. È intorno agli 8-12 anni di vita che il piede del bambino subisce una trasformazione che lo farà diventare “adulto”.
L’incidenza dei piedi piatti fino ai 4-5 anni è di circa l’80%, per poi diminuire notevolmente fino agli 8 anni di età, periodo in cui bisogna decidere se eventualmente intervenire chirurgicamente. Le cause spesso sono idiopatiche (ovvero non dipendenti da fattori esterni) ed esistono forme congenite legate a malformazioni del retropiede tra cui la più frequente è la sinostosi astragalo-calcaneare.

Come ci si accorge del piede piatto?

Un bambino con i piedi piatti è facilmente riconoscibile poiché questa patologia è accompagnata da un valgismo del retropiede (pronazione), insieme ad un valgismo delle ginocchia, che si traduce nella camminata con le gambe ad “X” tipica dei bambini fino ai 5 anni di età. Dopo i 5 anni inizia lo sviluppo in lunghezza dell’arto inferiore soprattutto legato alla cartilagine del ginocchio, che correggerà naturalmente il valgismo delle ginocchio e di conseguenza del retropiede, con la successiva scomparsa del piede piatto.

Come si diagnostica?

Il primo a rendersi conto del piattismo dei piedi è il pediatra che in genere dopo i 2 anni invia il bambino ad una visita ortopedica specialistica. Il piede piatto si diagnostica staticamente col l’ausilio di un podoscopio o dinamicamente con l’esame baropodometrico.

In cosa consiste la terapia?

Secondo la moderna letteratura specializzata, in genere si tende a non trattare il piede piatto fino agli 8-9 anni. Dopo quest’età si valuterà se il piede si sia normalizzato e in caso contrario si potrà ricorrere ad una chirurgia mini invasiva mediante l’infissione di viti nell’articolazione sottoastragalica che limiteranno il movimento del retropiede (intervento di Artrorisi).

 

Ortopedia e Traumatologia a Napoli