Protesi d’anca a conservazione del collo nel paziente giovane attivo

Protesi d’anca a conservazione del collo nel paziente giovane attivo

Editato da: Marta Buonomano il 16/02/2023

Il Prof. Hassan Zmerly, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Bologna, ci parla della protesi d’anca a conservazione del collo, un impianto con modelli e materiali sempre all’avanguardia adatta a pazienti giovani con patologie degenerative dell’anca

Cos’è la protesi d'anca a conservazione del collo?

La protesi d’anca a conservazione del collo è un tipo di protesi adatta a pazienti giovani affetti da una patologia degenerativa dell’anca. Secondo gli studi effettuati, la tradizionale protesi d’anca in pazienti giovani attivi offre risultati a medio e lungo termine decisamente inferiori rispetto ad una protesi in pazienti anziani: questo è dovuto all’età ed alla conseguente richiesta funzionale dell’arto. Per questo motivo è stata ideata la protesi non cementata a stelo corto che può essere a conservazione del collo in grado di preservare il più possibile il capitale osseo. Inoltre sono protesi con modelli e materiali sempre in continuo rinnovamento e la loro particolare forma permette di conservare il collo femorale assicurando la stabilità attraverso il riempimento metafisario.

Per chi è indicata la protesi a conservazione del collo?

La protesi a conservazione è particolarmente indicata nei pazienti giovani con alta richiesta funzionale. È importante anche la posizione del collo rispetto alla metafisi (parte di un osso lungo composta da un nucleo di tessuto osseo spugnoso ricoperto da un sottile strato di osso compatto e situata tra un estremo della diafisi e l'epifisi adiacente). Può essere utilizzata nel trattamento di diverse patologie quali artrosi primitiva e post traumatica, artrite reumatoide giovanile, necrosi della testa ad esiti stabilizzati, artrosi displasica e patologie infiammatorie croniche. Il suo utilizzo è invece sconsigliato nei pazienti anziani e per patologie quali necrosi attinica, osteoporosi primitiva e secondaria ed altre malattie che intaccano la qualità dell’osso.

Perché utilizzare questo tipo di protesi?

Negli interventi di protesi in pazienti giovani è fondamentale conservare il collo femorale: l’obiettivo delle protesi non cementate è dunque quello di adattarsi il più possibile alla zona in cui vengono inserite. Il carico dovrebbe ricadere in maniera uniforme ed omogenea, senza punti di sovraccarico. Con questo tipo di protesi, la stabilità iniziale è garantita dalla sua forma con molti punti di contatto, mentre la stabilità a lungo termine è data dalla fissazione ossea alla protesi.

Su quali studi si basa la protesi d’anca Mayo? 

Dal 2003 dal 2016 abbiamo impiantato 159 protesi a conservazione del collo utilizzando modelli sempre più innovativi, con accoppiamento ceramica-ceramica, e che vengono continuamente seguiti e studiati. Inoltre abbiamo pubblicato i dati di uno studio riferito a 35 protesi Mayo (ideata alla Mayo Clinic negli Stati Uniti) eseguiti dal 2003 al 2005 in pazienti di età compresa tra i 33 ed i 57 anni. L’intervento è stato eseguito con i pazienti in posizione laterale e con accesso laterale diretto all’anca, sottoponendoli a profilassi antibiotica ed antitromboembolica. Nella prima giornata è stato già possibile iniziare la mobilizzazione a letto, per poi abbandonare definitivamente le stampelle dopo 2 mesi. Nello studio non ci sono stati casi di complicazioni postoperatorie o di revisione della protesi, in un caso si è manifestato un ematoma superficiale che è stato riassorbito senza la necessità di intervento. I risultati clinici e radiografici a breve e medio termine si possono definire soddisfacenti.


In conclusione, la protesi d’anca a conservazione del collo con accoppiamento ceramica-ceramica può essere dunque ritenuta innovativa, efficace e riproducibile, ma sono necessari follow-up a lungo termine per avere una valutazione completa. Essendo una tecnica mininvasiva, è preferibile alla tecnica standard soprattutto nei pazienti giovani.

Ortopedia e Traumatologia a Bologna