Reflusso gastroesofageo: dieta e stili di vita

Reflusso gastroesofageo: dieta e stili di vita

Editato da: Valerio Bellio il 04/04/2023

Bruciori allo stomaco e rigurgito del bolo alimentare sono le più comuni sensazioni legate al reflusso gastroesofageo. Comuni ma fastidiose: queste, difatti, condizionano significativamente la qualità della vita di chi ne soffre. Ecco alcune indicazioni del Prof. Bruno Benini, esperto in Chirurgia Generale a Roma, su come prevenire o alleviare i sintomi associati

Dieta: quali cibi evitare?

I principali cibi da eviate sono tre: i grassi, la menta ed il cioccolato, perché rilasciano la fisiologica contrazione dello sfintere esofageo. Poi ci sono cibi quale gli agrumi od il pomodoro che possono risultare poco sopportabili per i pazienti affetti da esofagite. Vanno bene tutte le bevande non gassate. Si può consumare il vino in modica quantità. Sono da vietare gli alcolici.

Una recente ricerca del Northwell Health’s Feinstein Institute for Medical Research e del New York Medical College pubblicata sulla rivista JAMA Otolaryngology Head Neck Surgery afferma che la dieta mediterranea può essere più efficace di un semplice farmaco: frutta, cereali, verdure e noci aiutano sensibilmente ad alleviare i sintomi legati al reflusso gastroesofageo

Stile di vita: cosa fare?

Assolutamente evitare la sedentarietà ed il sovrappeso.

Se è associata un’ernia iatale non si devono fare sforzi fisici pesanti. Inoltre occorre fare attenzione alla dieta: piccoli pasti frequenti, lontani dal momento di andare a letto. È utile anche rialzare il materasso a livello della testa di circa 25 gradi.

Quali test eseguire per la diagnosi precisa?

Nei casi lievi e di breve durata l’arma più efficace per una diagnosi precisa è il buon senso clinico. Nei casi più importanti occorre eseguire una esofagogastroscopia e, se necessario, la ph-Impedenzometria.

Iter terapeutico per il reflusso gastroesofageo

Nel reflusso gastroesofageo di recente insorgenza il consiglio è quello di usare farmaci in gel o liquidi che provvedano a verniciare l’esofago proteggendolo dalla azione erosiva dei succhi gastrici.

A questi possono essere associati, per brevi periodi, gli inibitori di pompa protonica. Nelle forme di reflusso cronico non è pensabile l’impiego di questi farmaci per tutta la vita, anche visto l’elevato numero di effetti collaterali che si stanno osservando nel corso degli ultimi anni: proprio per questo, in molti casi, va considerato l’intervento chirurgico.

Tecniche chirurgiche per il reflusso gastroesofageo

Nel 2017 la tecnica più diffusa e con il maggior grado di soddisfazione è la fundoplicatio, grazie alla quale si avvolge la parte inferiore dell’esofago con il fondo gastrico in modo da migliorare la sintomatologia. È un intervento che non prevede particolari complicazioni. Secondo gli ultimi dati, a 20 anni dall’intervento l’80% dei pazienti si ritiene soddisfatto, mentre l’85% di pazienti rifarebbe l’intervento.

 

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