Spondilite anchilosante: una condizione diffusa tra gli uomini sotto i 30 anni

Spondilite anchilosante: una condizione diffusa tra gli uomini sotto i 30 anni

Editato da: Veronica Renzi il 09/10/2023

Il nostro specialista in reumatologia ci parla in questo articolo della spondilite anchilosante, una malattia che colpisce soprattutto i maschi sotto i 30 anni

Che cos'è la spondilite anchilosante?

La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica che affligge la colonna vertebrale, provocando dolore e riduzione della sua mobilità. Nei casi più gravi, può portare alla fusione delle vertebre. 

Rientra nel gruppo di malattie conosciute come spondiloartriti sieronegative (per la mancanza del fattore reumatoide) che comprendono l’artrite psoriasica, l’artrite reattiva (conseguente a malattie infettive intestinali o delle vie urinarie) e le artriti in corso di malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn e la Colite Ulcerosa. Tutte queste sono caratterizzate dal coinvolgimento della colonna vertebrale (ma non solo), dell’inserzione tendinea all’osso (entesi) e dei ligamenti.

Questa patologia colpisce primariamente le articolazioni sacro-iliache e quindi in successione le vertebre lombari, il tratto dorsale ed infine la colonna cervicale. Può interessare anche organi extra articolari come l’occhio, le valvole cardiache e la  mucosa intestinale. È una condizione che si riscontra in circa lo 0,5-1% della popolazione, manifestandosi più comunemente negli uomini sotto i 30 anni, anche se non è eccezionale nel sesso femminile.

Cause e sintomi della spondilite anchilosante

La causa esatta della spondilite anchilosante rimane sconosciuta. Tuttavia, si sa che ha origini immunogenetiche, e colpisce spesso individui portatori del gene HLA-B27. Recenti ricerche suggeriscono anche l'esistenza di fattori ambientali, come squilibri del microbioma intestinale.

I sintomi tipici includono dolore infiammatorio in sede lombare e alle natiche, quest’ultimo correlato all’infiammazione delle articolazioni sacro iliache , prevalentemente notturno, che tende a peggiorare a riposo e migliora con l'attività fisica, e da una prolungata rigidità mattutina. L'insorgenza è solitamente graduale ma a carattere ingravescente. 

Terapia

La terapia mira principalmente a ridurre l'infiammazione sistemica. Tra i trattamenti raccomandati, si annoverano gli antiinfiammatori non steroidei ed i farmaci biotecnologici (anti-TNF-alfa, inibitori di altre citochine, JAK inibitori) che hanno dimostrato di essere efficaci nella maggior parte dei pazienti. La fisioterapia e l'esercizio regolare sono fondamentali per mantenere una buona mobilità del rachide. L'obiettivo del trattamento è alleviare il dolore e migliorare la mobilità, garantendo una migliore qualità di vita al paziente.

Se non trattata tempestivamente o in presenza di una diagnosi tardiva, la complicazione più temuta è la fusione delle vertebre, che provoca rigidità e perdita della mobilità, soprattutto la flessione della colonna e la rotazione cervicale che, insieme al dolore persistente, può portare a una significativa diminuzione della qualità della vita, influenzando sia la sfera personale che quella professionale del paziente.

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