Terapie mininvasive nella patologia del rachide

Terapie mininvasive nella patologia del rachide

Editato da: Marta Buonomano il 06/04/2023

Che patologie possono colpire il rachide e quali sono le terapie più indicate per curarle? Risponde il Dott. Enrico Cotroneo, esperto in Neurologia a Roma

Quali sono le principali patologie del rachide? 

Le patologie del rachide sono molteplici e si suddividono in congenite e acquisite. Ci occuperemo in particolare delle patologie degenerative ossee e discali che frequentemente colpiscono la popolazione già dalla terza decade di vita, come il cosiddetto mal di schiena. Circa il 65% della popolazione europea soffre di episodi di “low back pain”, cioè episodi acuti o cronici di lombalgia, lombocruralgia e lombosciatalgia. Le cause possono essere dovute ad alterazione della postura, a presenza di discopatia o di ernia discale, oppure a degenerazione artrosica dei metameri vertebrali che determina un conflitto con le radici nervose (sindrome delle faccette).

Come si manifestano le patologie del rachide?

Il dolore nella regione lombare è il sintomo principale. Si può accompagnare ad irradiazione al gluteo, alla coscia (lombocruralgia), al polpaccio sino al malleolo (sciatalgia). Il dolore può accompagnarsi anche a disestesia (formicolio, bruciore ecc.). Questa condizione determina una limitazione delle normali attività di vita del soggetto e, qualora non si intervenga nei tempi corretti, si possono avere disturbi motori al piede (deficit della dorso flessione o dell’estensione) con difficoltà nella deambulazione. È sempre opportuno uno studio di Risonanza Magnetica in grado di fornire una diagnosi certa e di segnalare la presenza di fratture vertebrali sia nel caso di patologia discale che di conflitto discoartosico. Qualora un primo approccio farmacologico o fisiatrico fallisca si può ricorrere tecniche di terapia mininvasiva.

 

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Terapia mininvasiva del rachide: le tecniche di radiologia interventistica

In una scala crescente, in rapporto all’importanza della patologia visualizzata con studio RM, si possono eseguire:

  1. Infiltrazioni di ozono a livello paravertebrale;
  2. Infiltrazioni di farmaci a livello intraforaminale (sotto controllo scopico);
  3. Terapia delle faccette interapofisarie mediante posizionamento di aghi spinali ed impulsi di radiofrequenza;
  4. Discolisi mediante iniezione di alcol gelificato nel disco intervertebrale (sotto controllo scopico);
  5. Vertebroplastica nel caso di fratture traumatiche o su base osteoporotica dei metameri vertebrali, mediante iniezione di cemento polimetilmetacrilato (sotto controllo scopico) nel corpo vertebrale.

In quali casi è indicata la terapia mininvasiva per le patologie del rachide?

Le terapie mininvasive elencate non sono indicate per tutte le patologie che determinano lombalgia o lombosciatalgia. Nel caso di ernia discale espulsa con frammento in sede intraforaminale, la terapia chirurgica appare più indicata. Allo stesso modo, in caso di spondilolistesi dei corpi vertebrali di grado elevato (scivolamento anteriore di un metamero lombare rispetto al sottostante), la terapia chirurgica con stabilizzazione dei corpi vertebrali è la terapia più corretta. Appare sempre importante quindi una corretta diagnosi mediante studio di Risonanza Magnetica o di Tomografia Computerizzata 

Quali sono i vantaggi della terapia mininvasiva del rachide?

I vantaggi di tali terapie sono legati alla possibilità di trattamenti ambulatoriali o in regime di DH, alla ridotta invasività terapeutica e alla minore incidenza di complicanze infettive. I rischi sono sempre possibili come in tutti gli atti medico-chirurgici invasivi, un corretto colloquio con il paziente ed i suoi famigliari è essenziale per chiarire vantaggi ed i rischi delle procedure elencate.

 

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