La diagnosi di un disturbo dell'attenzione può essere seguita da altri problemi

La diagnosi di un disturbo dell'attenzione può essere seguita da altri problemi

Editato da: Serena Silvia Ponso il 07/11/2023

Nei pazienti che soffrono di un disturbo dell’attenzione si riscontrano spesso altri disturbi associati all’ADHD. In medicina, il fatto che una parte dell’organismo soffra di una disfunzione rende la stessa zona più propensa ad avere anche altri problemi. Il nostro Pediatra a Roma ci spiega i disturbi più importanti associati all’ADHD 

Che cos’è il disturbo dell’attenzione?

Il disturbo dell’attenzione (ADHD) è una patologia che molte volte comporta la comorbilità, cioè causa altri disturbi ad esso associati. È importante in questo senso conoscere quali sono questi disturbi per poterli trattare adeguatamente.

I disturbi più frequenti associati all’ADHD

Già nel 1991 J. Biederman studiò i problemi associati al disturbo dell’attenzione. Pubblicò il suo lavoro nell’ American Journal of Psychiatry, nel quale evidenziò, tra gli altri, l’importanza dei seguenti processi:

  1. disturbo oppositivo-provocatorio;
  2. disturbo di condotta dissociativa;
  3. disturbi emotivi;
  4. disturbi affettivi;
  5. disturbi dell’apprendimento.

Nel 1998 vennero pubblicati gli studi di Barkley, che portarono a delle interessanti conclusioni: “più del 50% dei bambini o adolescenti con ADHD presenta almeno un disturbo associato”.

Barkley dice che il 40-60% dei pazienti che soffrono di un disturbo dell’attenzione soffrono anche del disturbo oppositivo-provocatorio e il 20-40% del disturbo di condotta dissociativa. C’è il grande rischio che questi pazienti faranno abuso in futuro di sostanze stupefacenti, che avranno problemi di violenza e delinquenza.

Lo studio di Milwaukee sull’ADHD

Questo studio, condotto dal gruppo di ricerca di Barkley, è uno dei più esaurienti sull’argomento del disturbo dell’attenzione e i disturbi ad esso associati. È stato svolto su un campione di 123 pazienti ADHD e un gruppo di 60 pazienti sani tra i 6 e i 21 anni. L’unico criterio selettivo iniziale per il gruppo di pazienti sani è stato quello dell’esclusione dei soggetti con problemi di comportamento.

Nelle conclusioni di questo lavoro si analizza, tra le altre variabili, la comorbilità dei pazienti ADHD tra i 14 e i 21 anni con disturbi di condotta dissociativa, confrontandola con quella del gruppo dei pazienti sani. La realtà conferma la teoria: tra i pazienti con disturbo associato di condotta dissociativa si è registrato un numero più alto di furti, danni alla proprietà, crudeltà con persone e animali e incendi dolosi.

 

Per sapere di più sull'ADHD, consulta il nostro Dizionario Medico.

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