Come affrontare l’infertilità maschile

Editato da: Veronica Renzi il 06/10/2023

Le terapie per trattare l'infertilità maschile hanno due scopi: mettere il testicolo e la via seminale in condizione di funzionare al meglio (terapie andrologiche) e recuperare spermatozoi in previsione di una fecondazione assistita. Ne parla il Prof. Carlo Ceruti, esperto in Andrologia a Torino

Infertilità maschile: le terapie andrologiche

Le terapie andrologiche sono diverse a seconda che si tratti di infertilità secretoria o di infertilità ostruttiva.

coppia in crisi

Alcune condizioni di infertilità secretoria vengono trattate con una terapia medica. Nei casi in cui i livelli di FSH (ormone prodotto dall’ipofisi necessario alla spermatogenesi) non siano adeguati, condizione chiamata ipogonadismo ipogonadotropo, si può provvedere alla somministrazione di tale ormone, da solo o combinato con gonadotropina corionica (hCG). Questa terapia può essere efficace anche in presenza di un deficit qualitativo e quantitativo degli spermatozoi (dispermia).

Vi sono poi alcune terapie di supporto che aiutano la produzione di spermatozoi attraverso diversi meccanismi, tra cui:

  • la protezione dall’azione nociva di radicali liberi dell’ossigeno (antiossidanti e vitamine);
  • la supplementazione di metaboliti e microelementi utili alla spermatogenesi e al metabolismo dello spermatozoo (carnitina, arginina, preparati di coenzima Q 10, zinco, selenio, etc.). Spesso questi principi attivi possono essere assunti attraverso integratori, e sono utili soprattutto in casi di infertilità con dispermie lievi o come supporto ad altre terapie (ad esempio dopo trattamento chirurgico del varicocele).

Solo il criptorchidismo (nella prima infanzia) e il varicocele, patologie causa di infertilità, vengono trattate chirurgicamente.

Le forme di infertilità ostruttiva, invece, non si avvalgono di terapie mediche, se escludiamo il ruolo preventivo della terapia antibiotica nelle infezioni genitali. Alcuni casi possono essere trattati chirurgicamente, ad esempio la ricanalizzazione microchirurgica dei deferenti (soprattutto negli uomini che hanno “cambiato idea” dopo aver subito una vasectomia), o di resezione endoscopica dello sbocco dei dotti eiaculatori nell'uretra prostatica.

Il prelievo di spermatozoi e la fecondazione assistita

Alcune condizioni di grave compromissione del liquido seminale e l’azoospermia (cioè l’assenza completa di spermatozoi nell’eiaculato) non possono essere trattate né con terapia medica né con terapia chirurgica, e non sono compatibili con la fecondazione per via naturale. In questi casi si può, però, ricorrere a diverse tecniche di fecondazione, che hanno la funzione di facilitare il contatto tra spermatozoo ed ovulo.

Le tecniche di fecondazione assistita possono utilizzare gli spermatozoi dell’eiaculato, quando presenti, o spermatozoi recuperati chirurgicamente nei casi di azoospermia. Il recupero di spermatozoi è, quindi, meno garantito in presenza di forme di infertilità secretoria, ha più successo nei casi di infertilità ostruttiva.

coppia felice

Oggi si tende ad eseguire in un solo tempo chirurgico sia la fase diagnostica (una biopsia testicolare a scopo di definizione anatomo-patologica), sia la fase di recupero del materiale utile all’estrazione di spermatozoi vitali, se presenti. Grazie al microscopio operatore è possibile prelevare dal testicolo i singoli tubuli (scegliendo quelli dall’aspetto migliore) da cui il biologo della riproduzione tenterà l’estrazione degli spermatozoi, metodica chiamata micro-TESE (Microsurgical Testicular Sperm Extraction). Il materiale prelevato verrà poi congelato e in seguito utilizzato per la fecondazione assistita.

Solitamente, dopo la micro-TESE viene utilizzata la tecnica ICSI (Intra Cytoplasmatic Sperm Injection), che prevede l’iniezione, sotto controllo microscopico, di un singolo spermatozoo nella cellula uovo: è possibile, quindi, ottenere la fecondazione anche con avendo a disposizione pochissimi spermatozoi non mobili.

Il congelamento preventivo del seme viene proposto anche come “prevenzione dell’infertilità” nei soggetti che dovranno sottoporsi a chemio e radioterapie a causa di tumori. A guarigione avvenuta, anche a distanza di molti anni, il paziente potrà utilizzare il seme congelato per ottenere avere figli attraverso la procreazione assistita.

Andrologia a Torino