Che cos’è l’ipotiroidismo?

Che cos’è l’ipotiroidismo?

Editato da: Francesco Fusi il 08/11/2022

L’ipotiroidismo è una condizione caratterizzata da ridotti livelli di ormoni tiroidei circolanti causato da una diminuzione della sintesi ormonale a livello tiroideo o, raramente, da una resistenza periferica all’azione ormonale nei tessuti bersaglio

Quanti tipi di ipotiroidismo esistono?

L’ipotiroidismo può essere suddiviso in:

  • Ipotiroidismo primario che è un difetto di sintesi degli ormoni T4 e T3 a livello tiroideo ed è causato da: carenza di iodio nella dieta (forma endemica), da una patologia autoimmunitaria, come ad esempio la tiroidite cronica di Hashimoto; come conseguenza di terapia con radioterapia, specialmente, a livello della regione cervicale; come terapia con farmaci quali il litio e l’amiodarone, farmaco che può portare sia all’ipertiroidismo, che all’ipotiroidismo. Da deficit dell’ormogenesi.
  • Ipotiroidismo secondario da una diminuzione della secrezione del TSH a livello ipofisario che è causato da: 1) malattia ipofisaria (malattia tumorale, vasculopatie, flogosi, malattia granulomatosa, causa iatrogena, traumi, malattie genetiche e idiopatica) che porta ad ipopituitarismo parziale o totale; 2) deficit isolato della secrezione del TSH.
  • Ipotiroidismo terziario caratterizzato da una riduzione della sintesi del TRH a causa di patologia ipotalmica come il craniofaringioma.
  • Ipotiroidismo periferico o resistenza generalizzata agli ormoni tiroidei caratterizzata da riduzione dell’azione degli ormoni tiroidei a livello cellulare, negli organi bersaglio, indotto da difetti recettoriali e post recettoriali. L’ipotiroidismo primario è responsabile di circa il 95-99% delle cause di ipotiroidismo, mentre circa l’1-5% è causato da ipotiroidismo secondario.
  • L’ipotiroidismo subclinico in un paziente clinicamente non sintomatico, si riscontra in circa il 7-9% della popolazione con aumento dei valori di colesterolo totale e LDL associato ad aumento del rischio di patologia cardiaca. Il trattamento con L-T4 di questa condizione è controverso, ma in presenza di autoanticorpi contro la tiroide, di livelli elevati di tireoglobulina e di gozzo si consiglia la terapia sostitutiva.

Quali sono i sintomi più frequenti dell’ipotiroidismo?

I sintomi più frequenti dell’ipotiroidismo sono: astenia, adinamia e sonnolenza, depressione, rallentamento dei movimenti volontari e della parola, raramente sordità e allucinazioni visive ed uditive. Ma anche intolleranza al freddo, con pelle secca fredda e pallida, il consumo di ossigeno e la produzione di calore diminuiscono con sintomi quali modificazioni della personalità e del sonno, rallentamento della motilità intestinale, stipsi, perdita di capelli. Altri sintomi più gravi possono essere rappresentati da: modificazioni del ciclo mestruale con iperpolimenorrea, amenorrea e cicli anovulatori, si ha un aumento del rischio di aborto, della mortalità neonatale e di parto prematuro , ma può verificarsi anche un aumento di peso causato da edema diffuso mucinoso; si riscontra un ritardo dell’accrescimento e della maturazione dei nuclei di ossificazione e, se l’ipotiroidismo insorge in età prepuberale, si ha un ritardo della pubertà.

Come si diagnostica?

Un ridotto livello degli ormoni tiroidei è presente in tutte le condizioni d’ipotiroidismo con esclusione dell’ipotiroidismo periferico. Nell’ipotiroidismo primario subclinico si ha un aumento delle concentrazioni di TSH serico e livelli normali di FT4 ed FT3 senza sintomatologia clinica, e concentrazioni ridotte d’ormoni liberi nell’ipotiroidismo conclamato, detto ciò è importante dosare gli autoanticorpi antitiroidei per la diagnosi di tiroidite. Concentrazioni aumentate di TSH con valori degli ormoni tiroidei liberi normali od inferiori alla norma sono presenti nella fase di recupero da pregressa patologia sistemica, ridotto apporto di iodio nella dieta, irradiazione esterna e da pregressa terapia con farmaci antitiroidei. Quando le concentrazioni di TSH sono normali o ridotte, specialmente se il TSH è inferiore a 0.5 mU/L, con associate ridotte concentrazioni degli ormoni tiroidei si ha ipotiroidismo secondario o terziario, in questo caso bisogna valutare la funzionalità ipofisaria per l’eventuale presenza d’ipopituitarismo, ed è utile effettuare la RMN della sella turcica e dell’ipotalamo.

Quali sono le terapie più comuni?

la terapia è sostitutiva, cioè reintegra gli ormoni che non vengono prodotti dalla tiroide; si utilizza la levotiroxinatiroxina, la molecola ha un emivita di sette giorni, il dosaggio varia a seconda dell’età e del peso del paziente. Nell’adulto il controllo della funzionalità tiroidea deve essere valutato dopo sei settimane dall’inizio della terapia e, una volta ottenute delle concentrazioni ormonali normali, il paziente è valutato dopo sei mesi, ripetendo i dosaggi ormonali tiroidei, il paziente in eutiroidismo aumenta il metabolismo della levotiroxina.

Endocrinologia e Malattie del metabolismo a Roma