Correre fa sempre bene, ma è vietato esagerare!
Il nostro esperto in Medicina dello Sport ci elenca i benefici della corsa, spiegandoci anche a quali fattori prestare attenzione
Corsa over 45
Un’altra disciplina rispetto al pallone. Può servire come preparazione a qualsiasi competizione sportiva, ma può essere anche un modo per tenersi in forma, ossigenare i tessuti del corpo, scaricare tensioni dovute a giornate intense di lavoro. Lo scopo principale è comunque aumentare il benessere fisico e psichico di chi la intraprende.
Qual è il trucco per avvicinarsi, senza traumi, alla corsa?
È indispensabile essere in buona forma. Per questo motivo consiglio a tutti di non buttarsi in nessuna attività sportiva senza aver eseguito prima un accurato check-up clinico. Corsa compresa. A volte, infatti, si possono scoprire problematiche che albergano silenti nel nostro corpo e per le quali è necessario curarsi. Oggi i test di idoneità sono veri e propri passaporti per la vita.
Quando è giusto fermarsi per non andare oltre il proprio limite e quindi rischiare?
L’essere umano è per natura stimolato da uno spirito di competizione che lo anima con gli altri e talvolta con se stesso. Il desiderio di migliorare la propria performance può portare a sottovalutare i rischi di uno sforzo eccessivo, ma ogni età e soprattutto ogni individuo ha dei limiti da rispettare. L’affanno è il primo segnale da tenere in considerazione. Anche per proteggere il cuore.
Tutti possono concedersi una corsa?
Se le condizioni fisiche lo permettono, sì. Ma è giusto ricordare che anche una buona camminata a passo svelto è altrettanto utile e benefica per l’organismo.
Può elencarci i benefici del running?
Brucia calorie, abbassa i rischi di malattie cardio-vascolari (interagendo sulla pressione e sull’HDL, il colesterolo buono), riduce lo stress e migliora l’umore (aumentando la serotonina) e forse, come sostengono alcuni studiosi, rallenta l’invecchiamento.
C’è un’ora giusta per correre?
La corsa, se praticata per 40-50 minuti 3-4 volte a settimana, meglio se la mattina presto o al tramonto (lontani insomma dalle ore molto calde e senza strafare) e sempre con opportuno preriscaldamento, rappresenta sicuramente una delle attività fisiche più benefiche per l’individuo. Aiuta a rimanere giovani dentro e fuori e può rappresentare una filosofia di vita.
Cosa significa “rompere il fiato”, modo di dire molto usato?
Vuol dire fare un esercizio fisico adattando la respirazione al tipo di sforzo che si sta facendo. Cosa che accade anche nella corsa o nel dopo corsa.
Quali traumi sono più frequenti negli atleti professionisti e quali colpiscono maggiormente chi fa sport per hobby?
Le patologie non si diversificano molto se colpiscono professionisti, dilettanti o amatoriali. In ogni caso, i traumi più frequenti negli atleti riguardano le articolazioni, specialmente ginocchia e caviglie. Lesioni muscolari, legamentose e cartilaginee sono ormai all’ordine del giorno e come cura prevedono quasi sempre la chirurgia.
Come è possibile proteggere ginocchia e legamenti?
Molti fastidi alle ginocchia sono dovuti a traumi distorsivi fortuiti, con lesioni meniscali e legamentose non prevedibili. Altri problemi cartilaginei di base o a un uso eccessivo delle gambe, oppure a una cattiva condizione muscolare. Ed è qui che bisogna agire preventivamente perché più si è tonici e trofici muscolarmente meno si sovraccaricano e rischiano le articolazioni.
È corretto collegare alcune malattie del sistema scheletrico, come l’artrosi e l’artrite reumatoide, allo sport praticato per anni?
Lo è per l’artrosi. I sovraccarichi a lungo andare provocano lesioni alle cartilagini articolari, dando origine ad un processo degenerativo. Soprattutto in chi fa sport a livello professionistico. L’artrite reumatoide, d’altra parte, non è una condizione legata all’attività fisica, ma autoimmune.
Pratica costante e dieta equilibrata
Lo sport è sinonimo di salute solo se eseguito in maniera costante, senza esasperazioni che possano comportare stress e sovraccarichi a tutte le strutture muscolari, tendinee capsulo-legamentose e cartilaginee. In questi casi, con le dovute precauzioni, ogni attività sportiva può contribuire a uno stile di vita sano. L’alimentazione dello sportivo dovrebbe essere varia, semplice ed equilibrata. La presenza costante di proteine, lipidi e carboidrati garantisce la disponibilità energetica e il recupero muscolare. Da non sottovalutare mai l’idratazione e l’integrazione con sali minerali, fondamentali se si suda e nei lunghi tragitti. Frutta e verdura devono essere mangiate ogni giorno.
Dopo i cinquant’anni tendini a rischio
Con il passare dei decenni, la lunghezza del passo e la velocità media si riducono di circa il 20%. Inoltre, nei runner over 40 c’è un notevole calo nell’utilizzo (e nella potenza) dei muscoli inferiori delle gambe, soprattutto quelli di caviglie e polpacci, con falcate più fiacche e meno spinta tra un passo e l’altro. Inoltre, la situazione si aggrava decisamente dopo i 50 anni: le lesioni diventano più frequenti perché i tessuti sono più fragili. Anche il cuore va tenuto sotto controllo.
Ossessionati dal cronometro e dall’ansia di migliorarsi
L’esercizio fisico non deve diventare un’ossessione: quando ci si prepara per una maratona, sarebbe bene evitare stress da prestazione.