Crioablazione: tecnica e campi di applicazione

Crioablazione: tecnica e campi di applicazione

Editato da: Antonietta Rizzotti il 26/10/2020

La crioablazione è una procedura minimamente invasiva per il trattamento dei tumori. Ne abbiamo parlato con il Prof. Rosario Francesco Grasso, esperto in Radiologia Interventistica a Roma

In cosa consiste la crioablazione?

Si tratta di un trattamento localizzato per distruggere le cellule tumorali mediante congelamento alternato a Coppia in visita dal medicodisgelo e spesso utilizzato nei casi di tumori non trattabili chirurgicamente. Il tessuto tumorale una volta congelato evolverà in tessuto cicatriziale ma la procedura in sé non comporta la rimozione del tumore come avviene invece nella chirurgia.

Nel caso dei tumori del rene gli ultimi dati degli studi internazionali affermano una quasi pari efficacia, statisticamente non significativa, rispetto alla chirurgia nel caso dei tumori del rene di diametro inferiore a 4 cm in termini di controllo locale e di sopravvivenza. Rispetto alle tecniche ablative a caldo, quali l’ablazione a radiofrequenza (RFA) e l’ablazione a microonde (MWA) la crioablazione garantisce risultati migliori nel caso delle lesioni centrali del rene e nelle lesioni con un diametro > 4 cm. La crioablazione è inoltre efficace nella palliazione del dolore nei tumori dell’osso, nel trattamento delle recidive di tumori della prostata, nel trattamento delle lesioni polmonari non resecabili chirurgicamente e nel trattamento delle lesioni focali del surrene ed anche del fegato. Tecnica alternativa alla radiofrequenza e all’ablazione a microonde, utilizza il freddo anziché il calore generato dalla radiofrequenza e dalle microonde. Si viene quindi a creare una palla di ghiaccio (“Ice Ball”) generata dalla fusione del congelamento dei singoli aghi infissi che presenta una temperatura di -40°C e che determina una morte delle cellule comprese nel campo di azione, con un duplice effetto di lesione, diretto ed indiretto. Rispetto alle tecniche “a caldo” si caratterizza per la visualizzazione alla TAC dei margini dell’Ice Ball, molto netti e ben definiti, in maniera tale da poter essere particolarmente precisi nel trattamento della lesione. La crioablazione inoltre si caratterizza rispetto alle tecniche a caldo per il minore dolore percepito dal paziente in relazione all’affetto antalgico del ghiaccio. La crioablazione viene applicata con successo anche nel trattamento dei noduli di endometriosi della parete addominale. Il regime di ricovero è di due notti in relazione alla normativa vigente. Altra caratteristica della crioablazione rispetto alle altre tecniche ablative è quella di potenziare l’effetto della immunoterapia in alcuni casi.

Quali sono le principali tecniche d'intervento utilizzate?

Tutti questi trattamenti avvengono con tecniche percutanee di radiologia interventistica il che significa che nessuna incisione verrà praticata sulla cute del paziente ma gli aghi verranno posizionati nella lesione con la guida dell’ecografia, della TAC ed in alcuni centri anche sotto guida RM. La stessa tecnica può essere effettuata a cielo aperto o per via laparoscopica con una maggiore invasività per il paziente. In ogni caso indipendentemente dall’accesso utilizzato la procedura prevede il ricovero che dovrebbe avvenire in Centri altamente qualificati e con una comprovata esperienza nel campo delle ablazioni. È fondamentale per tale motivo la presenza dell’anestesista che gestirà il paziente in fase intraprocedurale con una sedazione leggera nella maggior parte dei casi. L’anestesia generale non è prevista ed è indicata solamente in casi particolari in relazione allo stato clinico generale del paziente.

Complicazioni e/o effetti collaterali

Come tutte le procedure percutanee le complicanze possono essere rappresentate dai sanguinamenti, molto rari, che nella maggior parte dei casi sono autolimitanti e non richiedono trattamento. Nelle crioablazioni vengono inoltre applicate delle procedure di protezione delle strutture anatomiche adiacenti (anse intestinali, nervi) al fine di evitare la lesione delle stesse. Tali procedure possono prevedere l’instillazione locale con un piccolo ago di soluzione fisiologica, aria o anidride carbonica al fine di allontanare dalla sede trattata le strutture da proteggere. Può essere inoltre indicato il posizionamento di una termocoppia che misurerà la temperatura locale nella sede del trattamento sempre con finalità protettiva nei confronti si strutture anatomiche da preservare (es: strutture nervose).

Patologie correlate alla crioablazione in campo oncologico; tumore del rene; tumore alle ossa; tumore della prostata; tumore del fegato; tumore polmonare; tumore del surrene; endometriosi della parete addominale; malformazioni arterovenose a basso flusso.

Radiologia a Roma