Fibrillazione atriale: trattamento e terapia farmacologica

Fibrillazione atriale: trattamento e terapia farmacologica

Editato da: Gloria Conalbi il 13/04/2024

La fibrillazione atriale causa un malfunzionamento nella contrazione degli atri che rende inefficace il pompaggio del sangue al resto del corpo. Ce ne parla il Dott. Loliva, esperto in Cardiologia a Brindisi.

Che cos’è la fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale è l’aritmia che si verifica quando gli atri si contraggono in maniera veloce ed irregolare, cioè fibrillano. Questa contrazione veloce ed irregolare rende inefficace la loro azione per cui il sangue non viene pompato come dovrebbe al resto del corpo. Ne esistono diverse tipologie: può essere parossistica quando l’episodio si risolve spontaneamente, persistente, che richiede un trattamento per la risoluzione e permanente quando dura da più di un anno. È l’aritmia cardiaca più frequente soprattutto in soggetti oltre i 65 anni. Le cause sono da ricondursi a cardiopatie (valvolari, ischemica, ipertensiva, cardiomiopatie, pericardite e miocardite) malattie elettriche (Malattia del nodo del seno, preeccitazione ventricolare), malattie polmonari (BPCO, embolia polmonare), ipertiroidismo, alterazioni degli elettroliti e abuso di alcool.

Come si riconosce una situazione di fibrillazione atriale?

Il sintomo più frequente è il cardiopalmo, definito anche batticuore e risultante in una sensazione di battito più veloce ed irregolare, ma il paziente può anche accusare vertigini, senso di stordimento, lipotimie, dispnea, dolore toracico e astenia. Talvolta alcuni pazienti non accusano alcun sintomo ed il riscontro di fibrillazione atriale è del tutto casuale. La complicanza più pericolosa è l’ictus: il movimento inefficace degli atri provoca di fatto una stagnazione di sangue nell’atrio stesso che può determinare la formazione di trombi, da cui si possono staccare degli emboli che vanno a localizzarsi nella circolazione cerebrale determinando l’ictus. Oggi, alla sensazione oggettiva di battito irregolare, si aggiungono strumenti elettronici quali sfigmomanometri elettronici e/o orologi da polso, che possono segnalare un battito irregolare. Una volta riscontrato un battito irregolare è indispensabile eseguire subito un ECG.

Qual è il trattamento consigliato per questa patologia?

Dopo aver eseguito la diagnosi di fibrillazione si pone il problema della modalità di trattamento. Le linee guida ci indicano che se l’aritmia è insorta da meno di 48 ore possiamo procedere al trattamento ma se è più vecchia dobbiamo prima scoagulare il sangue del paziente, cioè renderlo più fluido, per un mese circa ed in seguito procedere alla cardioversione. Esistono due opzioni terapeutiche: il controllo del ritmo e il controllo dell’aritmia. Il controllo del ritmo, ovvero della frequenza cardiaca, si ottiene con farmaci quali betabloccanti, digitale o alcuni calcioantagonisti e si pratica quando l’aritmia è insorta da più di 48 ore o quando è permanente. Il controllo dell’aritmia (cardioversione) può essere farmacologica (utilizzo di farmaci antiaritmici) o elettrica (utilizzo di una scarica elettrica esterna) quando la disfunzione è insorta da meno di 48 ore o le condizioni emodinamiche del paziente sono molto gravi. È fondamentale inoltre l’identificazione e la correzione dei potenziali fattori scatenanti e delle cause secondarie. Altro momento importante della terapia è la prevenzione dell’ictus mediante la scoagulazione.
Esistono due categorie di farmaci:

  • Gli anticoagulanti orali (TAO), comunemente warfarin e acenocumarolo, che devono essere assunti quotidianamente, una volta al giorno, e possibilmente alla stessa ora.
  • I nuovi anticoagulanti orali (NAO): rivaroxaban, apixaban, dabigatran ed edoxaban.

Il vantaggio, rispetto ai TAO, è che questi farmaci non richiedono il controllo del dosaggio con gli esami di laboratorio, prevedono una posologia fissa e vi sono meno interazioni collaterali con altri farmaci e alimenti. Sono però controindicati nella fibrillazione atriale valvolare (pazienti con protesi valvolari meccaniche o con stenosi mitralica medio-serrata).

Cardiologia a Fasano