Incontinenza urinaria femminile: quali sono le ultime novità chirurgiche?

Incontinenza urinaria femminile: quali sono le ultime novità chirurgiche?

Editato da: Marta Buonomano il 05/11/2020

Il nostro esperto in Ginecologia e Ostetricia a Milano, il Dott. Pietro Barbacini, ci spiega quali sono le ultime novità nel trattamento dell’incontinenza urinaria nelle donne

Che cosa s’intende per incontinenza urinaria?

L’incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina, che avviene al di fuori della nostra volontà. È un disturbo che condiziona la vita sociale e di relazione delle persone. Esistono tre forme di incontinenza urinaria:

  • Incontinenza urinaria da sforzo: è la perdita di urina che avviene immediatamente dopo uno sforzo, uno starnuto, un colpo di tosse o un cambio di posizione;
  • Incontinenza urinaria da urgenza: è la perdita di urina che avviene in concomitanza di uno stimolo urgente, irrefrenabile di urinare;
  • Incontinenza urinaria mista: è la perdita di urina dovuta alla presenza delle due forme precedenti.

Perché colpisce maggiormente le donne?

L’incidenza è di circa il 40% della popolazione femminile. Le donne sono più colpite per una diversa anatomia delle basse vie urinarie rispetto all’uomo e perché partoriscono. Il parto è infatti la causa principale delle alterazioni del pavimento pelvico che possono condizionare incontinenza urinaria.

Il parto per via vaginale è considerato quindi il principale fattore di rischio per l’incontinenza urinaria femminile; mentre altri fattori di rischio sono l’età avanzata, la menopausa con la riduzione degli estrogeni, la tosse cronica, la stitichezza, l’obesità, disturbi neurologici e un’attività lavorativa che comporti sforzi importanti che gravino sui sistemi di sostegno.

Per ridurre il rischio di incontinenza urinaria bisognerebbe appunto agire intervenendo su questi fattori di rischio: obesità, bronchite cronica, lavori pesanti.

Come curare l’incontinenza urinaria

I trattamenti conservativi consistono in una serie di tecniche riabilitative atte ad irrobustire i muscoli deputati a sostenere questa zona anatomica: Fisiochinesiterapia - Biofeedback - SEF (stimolazione elettrica funzionale).

La terapia chirurgica è indicata innanzitutto per l’incontinenza da sforzo, nelle forme più gravi e che non hanno risultati con le tecniche riabilitative. Non esistono particolari controindicazioni a questo tipo di chirurgia, ma essa deve essere preceduta da indagini precise che portino ad una diagnosi corretta del tipo di incontinenza (Esame Urodinamico).

Chirurgia per l’incontinenza urinaria: quali sono le ultime novità?

La chirurgia dell’incontinenza urinaria da sforzo ha subito una grande evoluzione nel tempo e soprattutto in questi ultimi anni sono stati approntati tipi di intervento meno invasivi ma con la stessa efficacia sulla correzione dell’incontinenza.

I vari tipi di intervento (SLING e MINISLING) consistono attualmente nel posizionare una fascetta di tessuto sintetico sotto la porzione media dell’uretra femminile; questo avviene attraverso un piccolo taglio nella parete anteriore della vagina e la fascetta viene fissata a strutture muscolari interne. La durata dell’intervento è di circa 15 minuti e può essere eseguito in anestesia spinale o con una leggera sedazione. La degenza in genere è di 24 ore. Non è necessaria una particolare preparazione all’intervento.

I risultati sulla correzione dell’incontinenza urinaria sono dell’85-90%. La ripresa per la donna è immediata, con la sola accortezza di non eseguire sforzi per le prime settimane.

Ginecologia e Ostetricia a San Donato Milanese