Insufficienza venosa cronica degli arti inferiori: le varici
Autore:Il Dott. Giovanni Tinelli, esperto in Chirurgia Vascolare a Roma, ci parla dell’insufficienza venosa degli arti inferiori
Cos’è l’insufficienza venosa degli arti inferiori?
L’insufficienza venosa è una condizione provocata dal ritorno difficoltoso del sangue venoso al cuore.
La nostra circolazione venosa è un sistema complesso: il sangue venoso, infatti, deve ritornare al cuore in assenza di una pompa periferica, vincendo la forza di gravità.
Ci sono quindi alcuni meccanismi strategici che facilitano il ritorno venoso:
- La pianta del piede che funge da spugna che si riempie e si svuota ad ogni passo col peso corporeo;
- I muscoli del polpaccio che stringono le vene al proprio interno durante il movimento;
- La presenza di valvole unidirezionali o di non ritorno presenti in tutte le vene che permettono quindi al sangue di salire verso il cuore senza tornare indietro per gravità.
A causa di un ostacolato o rallentato deflusso sia per un ostacolo a monte sia per un’incontinenza valvolare, si verifica un aumento della pressione venosa nei distretti superficiali e/o profondi degli arti inferiori. Si parla quindi di insufficienza venosa cronica.
Il segno clinico più diffuso e paradigmatico è rappresentato dalle varici degli arti inferiori.
Le varici sono vene dilatate e tortuose a livello del sistema venoso superficiale degli arti inferiori, composto dalla vena grande e piccola safena e dai loro vasi affluenti.
È una patologia frequente?
La malattia varicosa è una patologia frequente, che colpisce entrambi i sessi, ma interessa con frequenza maggiore il sesso femminile (rapporto circa 5:1) e con un’età variegata di insorgenza.
Quali sono i fattori di rischio?
Fattori predisponenti alla comparsa dell’insufficienza venosa sono: fattori genetici (familiarità), fattori ormonali (gravidanza, menopausa), stazione eretta e/o assisa prolungata, condizioni in cui si verifica un aumento della pressione addominale (obesità, sforzi fisici prolungati ed ancora la gravidanza).
Quali sono i segni e i sintomi?
Segno inequivocabile della patologia in esame è la comparsa di tumefazioni sottocutanee serpiginose, morbide al tatto: le varici.
Altri segni tipici e comuni possono essere: i capillari visibili (teleangectasie), gambe e caviglie gonfie (edemi), con possibile associazione di sintomi come crampi al polpaccio, il prurito, la sensazione di gambe stanche e pesanti associata a calore diffuso o localizzato. Negli stadi più avanzati della malattia è presente il linfedema degli arti inferiori associato alla comparsa di zone cutanee discromiche e con derma ispessito (lipodermatosclerosi cutanea) sino alla comparsa di ulcere venose.
Come fare diagnosi?
Il quadro clinico dell'insufficienza venosa degli arti inferiori è molto caratteristico.
Un accurato esame clinico è sufficiente per fare diagnosi. Ma la conferma della diagnosi di reflusso venoso viene fatta attraverso l’esame eco-color doppler, che consente di valutare sia le caratteristiche anatomiche (pareti e valvole) dei principali assi venosi, superficiali e profondi, che le caratteristiche del flusso venoso al loro interno, consentendo di evidenziare rallentamenti, interruzioni ed inversioni di flusso.
L’esame eco-color doppler rimane un esame di primo livello poco invasivo e della durata di pochi minuti.
Quali sono le complicanze?
Oltre a essere esteticamente sgradevoli, le vene varicose possono complicare la vita quotidiana con un senso di stanchezza agli arti inferiori, gonfiori e piccoli dolori. In una piccola percentuale di pazienti (meno del 5%) si verificano complicanze, quali dermatite, l’infiammazione delle vene (flebite) con la possibile trombosi (tromboflebite venosa superficiale) reattiva all’infiammazione di parete. Nelle persone con pelle sottile le varici si possono rompere e sanguinare, soprattutto per traumi anche banali (varicorragia).