La Terapia Dialettico Comportamentale secondo Marsha Linehan

La Terapia Dialettico Comportamentale secondo Marsha Linehan

Editato da: Antonietta Rizzotti il 24/03/2023

Tramite la DBT i pazienti apprendono a reagire correttamente agli stimoli esterni che possono causare una crisi interiore. Ci spiega come il Prof. Ascanio Giuseppe Vaccaro, esperto in Psichiatria a Milano

Che cos’è la Dialectical Behavior Therapy?

La Terapia Dialettico Comportamentale, più comunemente nota come Dialectical Behavior Therapy (DBT) è un percorso terapeutico a cui è giunta la Professoressa Marsha Linehan, Docente di Psicologia Clinica presso la Washington University di Seattle negli anni ‘70. Le radici sono rintracciabili nella psicoterapia cognitivo comportamentale.

Quando si ricorre alla DBT?

La DBT è particolarmente indicata per Disturbo Borderline di Personalità e in alcune manifestazioni di autolesionismo anche grave. Il problema principale del Disturbo Borderline è la mancata regolazione delle emozioni. Uno stimolo, per esempio, induce una risposta emotiva sregolata, che produce un comportamento problematico, che genera a sua volta una sensazione di sollievo. Per cambiamento la Linehan intende reazioni corporee, pensieri e varie altre funzioni mentali. Chi soffre del Disturbo Borderline cerca di eliminare lo stimolo che causa la crisi. Attraverso la terapia comportamentale è possibile, invece, imparare ad affrontare e gestire lo stimolo.

Nella DBT si pratica l’accettazione dell’altro e si insegna l’accettazione di sé. Il terapeuta incentra la seduta sul qui e ora, a differenza della psicanalisi che ha come epicentro dell’attività la rivisitazione del passato. Non si fa solo ciò che si sente o ciò che si ha voglia di fare. Occorre fare ciò che è bene e ciò che funziona. Un passaggio importante è quello della validazione che consiste innanzitutto nello stare attenti e mostrarsi interessati all’altro. Altri punti della validazione sono un’accurata riflessione, ossia articolare le emozioni non verbalizzate, nonché i pensieri e i comportamenti. Validare in termini di cose passate gli apprendimenti o le disfunzioni biologiche. Validare nel presente contesti e norme funzionali.

La Mindfulness come parte integrante della terapia

La pratica della Mindfulness, che deriva dalle tecniche meditative orientali, è uno dei pilastri della DBT; serve a concentrarsi sul qui e ora e a raggiungere stati di coscienza di sé decisamente più elevati e funzionali. Il terapeuta cerca di essere genuino, abbandonando a volte il ruolo, mantenendo però la funzione. Occorre aiutare il paziente a seguire i propri obiettivi, il proprio percorso di vita, non proporgli modelli standard di vita. È buona norma partire dalle reali condizioni del paziente e non imporre modelli normativi, peraltro opinabili.

Quali sono i pilastri della Dialectical Behavior Therapy?

I pilastri fondamentali della Dialectical Behavior Therapy sono:

  • Adottare un atteggiamento dialettico ossia sviluppare un punto di vista dialettico, facendo opera di sintesi delle dicotomie e della visione manichea della vita;
  • Bilanciare in modo strategico le terapie (es. validazione – problem solving);
  • Condivisione di una comunicazione reciproca basata sulla responsabilità (stare attenti, rispondere alla comunicazione manifesta e non inconscia);
  • Autoaperture;
  • Clima caldo e accogliente;
  • Genuinità.

Il terapeuta DBT non condivide, infatti, la terapia con altri terapeuti.

I medici DBT sono, inoltre, molto attenti all’uso di farmaci con notevoli effetti indesiderati. Il terapeuta DBT non si sostituisce al paziente lasciando che sia lui e non altri, che con minimi aiuti apprenda come reagire all’ambiente circostante. In conclusione si tratta di una terapia multimodale, essendo molti i fattori causali, con interventi d’équipe composta da diversi operatori attenti a generare una relazione molto solida, senza collusioni e collisioni. Il terapeuta è chiamato a essere un insegnante, un mentore, un allenatore, un partner affidabile.

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